Lei non sa chi sono io

Al Teatro Trastevere la Compagnia Marabutti dal 18 al 21 dicembre ha portato in scena uno spettacolo di Bertolt Brecht Un uomo è un uomo. Una fredda e cinica fotografia dell’imperialismo coloniale metafora dei tempi moderni.

La Compagnia Marabutti aveva già colpito il nostro spirito critico con lo spettacolo Cyrano (https://teatro.persinsala.it/cyrano/9467), messo in scena al teatro dell’Orologio due stagioni fa, e ora con Un uomo è un uomo sono tornati sempre più forti a mettersi in gioco con un testo complesso come questo di Bertolt Brecht, che vede impegnati gli attori sia nella recitazione che nel canto.
Un lavoro ben curato, con una scenografia composta da tante cassette di legno, che a seconda delle circostanze sceniche permettono grazie alla loro facile mobilità di rappresentare diversi ambienti, e dei costumi che nella loro semplicità permettono di inquadrare subito il personaggio.
La storia è ambientata in India nel 1925 e vede protagonista Galy Gay, scaricatore di porto, che uscito di casa per comprare un pesce s’imbatte in tre soldati, Uria, Jesse e Polly. I tre uomini fanno parte dell’esercito inglese arrivato a Kilkoa con circa centomila soldati pronti a marciare verso le frontiere settentrionali per fare guerra contro il Tibet.
Ubriachi, dopo aver distrutto una pagoda per rubare i soldi delle elemosine, Uria, Jesse e Polly sono costretti ad abbandonare il loro commilitone Jip, con il rischio di essere fucilati.
Il fortuito incontro con Galy Gay è la soluzione al grande problema dei tre: sarà lui il nuovo Jip.
Trasformato in soldato, Galy sarà il rimpiazzo perfetto del loro camerata-ladro.

Un uomo è un uomo, pur se incanalato in un determinato contesto storico, si può benissimo inserire in un quadro realistico dei nostri giorni. La spersonalizzazione dell’individuo, portato a essere semplicemente un numero è infatti spesso, purtroppo, una tematica ricorrente soprattutto in ambito lavorativo, dove non è importante chi compie l’azione, ma il fine che si deve raggiungere. E uno vale l’altro.
L’identità propria di ognuno è lasciata dunque alla mercé del caso e il talento, così come il suo trascorso è sotterrato e cancellato da un potere più grande.
Fortunatamente non per tutti è così e non lo è per questi bravissimi e giovani attori, che formano una squadra consolidata dove si respira entusiasmo e dove ognuno porta un contributo espressivo, emozionale, che si distingue perché un attore è un attore.

Lo spettacolo è andato in scena:
Teatro Trastevere
via Jacopa de’ Settesoli, 3 – Roma
da giovedì 18 a domenica 21 dicembre
(durata 1 ora e mezza senza intervallo)

Un uomo è un uomo
di Bertolt Brecht
traduzione Giulia Veronesi
regia Lorenzo De Liberato
con Tiziano Caputo, Matteo Cirillo, Alessandro De Feo, Agnese Fois, Lorenzo Garufo,
Stefano Patti, Arianna Pozzoli, Mario Russo, Tommaso Setaro
trucco Soraya Artese
disegno luci Matteo Ziglio
scene Cesare Angelici, Sabino Caputo, Ilenia Sbarufatti
musiche Tiziano Caputo, Mario Russo
realizzazione grafica Stefano Patti