Un antico canto moderno

A Fabbrica Europa, il 7 e l’8 maggio, l’avanguardia si volta indietro e guarda al passato. Con occhiali da sole.

Quest’anno, a inaugurare il Festival Fabbrica Europa, arriva l’atteso – quanto convincente – Zap, firmato dalla coreana Lee Hoo-moon Company. Lo spettacolo, che ha debuttato giovedì 7 Maggio alla Stazione Leopolda di Firenze, non si inserisce in un genere statico e determinato; si rivela, piuttosto, l’affresco sfaccettato e anti-convenzionale di un popolo e delle sue radici, attraverso danze tradizionali e spontanee, leggende popolari, invenzioni e abiti senza tempo.

In scena, l’attore/cantante Lee Hee-moon, attorniato da sei musicisti (Seungbin Bae, Sol Mi Kim, Ye Jin Hong, Youn Ji Park,Sang, Jin Hong, Jin Ho Khoe) e altrettanti performer (Seung Tae Shin, Hyun Soo Jeon, Da Hye Chu, Miri Lee, Joo Yeon Choi, Milim Kim), che – con grazia bizzarra – plasmano un suggestivo spaccato di mondo, irreale quanto metaforico.

L’intento perfettamente concretizzato dalla regia di An Eun-mi, è quello di sperimentare a 360°, partendo dalla tradizione narrativa e canora della provincia coreana del Gyeonggi, e raffigurando un ipotetico mare piatto e immutabile il cui fondale è in subbuglio. Il risultato è uno spettacolo che può dirsi perfetta fusione di diverse professionalità, dove anche i costumi (intessuti, tra l’altro, di strass, pizzo e tutù da danza classica) portano in dote l’affascinante idea di stravolgere seppure tramandando il folklore. Mentre il gioco artificiale e fluorescente delle luci (di cui Jnyoung Jang è l’artefice) è magistrale: esplode in un disegno di colori che spaziano dal blu elettrico al rosso fuoco, al fucsia, divenendo parte stessa della drammaturgia – quasi rima visiva. Se una fila di sedie a spirale è l’unico oggetto della scenografia vera e propria, il pianoforte bianco a coda e i ventagli – nella scena in cui i due amanti dialogano attraverso strofe canore – divengono essi stessi personaggi, seppur volatili.

Intrigante, dunque, il contrasto tra le parole cantate – il cui esotismo è reso ancora più misterioso dai tipici strumenti coreani (a-tipici per noi occidentali) – e lo stile musicale, a volte elettronico, altre tipicamente free jazz. Lo schermo sul quale sono proiettate le immagini, minimali e geometriche (talvolta psichedeliche), è un’ulteriore scelta stilistica che provoca un piacevole sdoppiamento dal contesto – caratteristica, questa, di Zap.

I giovani musicisti, sullo sfondo, riscattano la propria immobilità fisica con la furia delle mani: incarnazione del pathos calmo dei canti coreani, capaci di vestirsi all’improvviso di una violenza espressiva abbagliante. L’amore, tema principale delle sei canzoni tratte dalla Storia di Chunhyang – eseguite con delicatezza e intonazione perfetta dal grande Lee Hee-moon – è l’astro ispiratore dei sentimenti più lirici e, insieme, più aggressivi della letteratura coreana, qui dipinti con capacità visionaria.

La costruzione dello spettacolo sboccia su un crescendo interpretativo e coreografico efficace, che conduce lo spettatore in un viaggio attraverso l’evoluzione dei costumi e dei suoni. Se, al principio, Lee Hee-moon è abbigliato con un enorme telo nero che lo trasforma in una figura mitica, al termine egli danza in uno stile contemporaneo, vestito con pantaloni attillati, giacca rossa e occhiali da sole. Fa eccezione la bellissima attrice/cantante che, da subito, lo accompagna in abito da sera e scarpe con tacco vertiginoso – elemento di stacco tutt’altro che disarmonico. La parte cantata subisce gli stessi mutamenti: se, all’inizio, gli arrangiamenti sono fedeli alla tradizione, dolci come la campagna coreana evocata; nel prosieguo, si nota l’evolversi degli arrangiamenti sempre meno strumentali e sempre più sintetici o sperimentali.

Avvolgente come la seta e incessante come una serata in discoteca, Zap riesce a emozionare e a divertire (smentendo la penombra iniziale che promette uno spettacolo nonsense e pretenzioso), rivelandosi autentico inno alla gioia e alla libertà, di pensiero e di azione, oltre che uno show d’impatto, che ha molto da dire.

Lo spettacolo è andato in scena nell’ambito di Fabbrica Europa:
Stazione Leopolda
viale Fratelli Rosselli, 5 – Firenze
giovedì 7 e venerdì 8 maggio, ore 21.00

Lee Hee-moon Company presenta:
Zap
regia e coreografia di An Eun-mi
con Lee Hee-moon, Seungbin Bae, Sol Mi Kim, Ye Jin Hong, Youn Ji Park,Sang, Jin Hong, Jin Ho Khoe, Seung Tae Shin, Hyun Soo Jeon, Da Hye Chu, Miri Lee, Joo Yeon Choi e Milim Kim
canto Seunghe Lee
direzione musicale Younggyu Jang e Taewon Lee
luci Jinyoung Jang
video Taeseok Lee
suono Younghoon Oh
direzione tecnica Sang Yeob Kim