Un teatro che si prende troppo sul serio

Al Teatro Studio Uno il 10 giugno, fuori cartellone, è andato in scena lo spettacolo 196 – Un crimine quasi perfetto, scritto e diretto da Angela Calefato, frutto di un workshop di teatro e psicologia clinica, durante il qualela regista è stata affiancata dallo psicologo Marco Giannini.

Lo spettacolo della Calefato, definito dalla regista «un thriller teatrale», nasce dal workshop Identikit del personaggio in scena… L’attore come profiler, nel quale attori professionisti e non si sono messi alla prova, interpretando sei personaggi differenti, con un profilo psichico ben definito. Il plot si svolge interamente in un unico spazio: quattro donne e due uomini sono stati rinchiusi in una stanza, senza sapere da chi e perché; soprattutto, nessuno sembra conoscersi. Inizia così la ricerca della verità; una ricostruzione degli eventi per comprendere i legami nascosti tra i vari protagonisti, che sfocerà in un arduo faccia a faccia con se stessi, con le proprie debolezze, e con il proprio passato.
La regista scrive una storia non certamente originale, che risente, in modo palese, di alcune pellicole cinematografiche, tra cui Saw, L’enigmista, divenuto un cult grazie alla geniale commistione tra l’horror e una struttura “a puzzle” (di cui fu maestro Orson Welles  con il suo Quarto potere). La Calefato mette in scena lo stesso tipo di meccanismo, eliminando uno ad uno i personaggi non appena comprendono la ragione del loro essere stati rinchiusi. Lo spettacolo mette a dura prova suo complesso e lo spettatore fatica a rimanere attento alle conclusioni cui giungono i personaggi: in parte perché la storia è eccessivamente diluita (quasi due or), in parte perché le concatenazioni trovate dalla regista sono spesso inverosimili. Un thriller, in teoria, dovrebbe generare ansia, lasciare il pubblico con il fiato sospeso fino alla fine; l’emozione provata di frequente, invece, è quella di un riso amaro di fronte a escamotage deboli, poco supportati da attori spesso non convincenti.
Persino la scelta delle musiche e della scenografia è deludente: i primi, commerciali, finiscono per distrarre dalla trama, come detto già di per sé poco fruibile, la seconda, invece, non risulta al servizio del plot, piuttosto si ha l’impressione che sia stata quest’ultima a permettere all’autrice di trovare degli espedienti per mandare avanti il racconto (forse una citazione del finale de I soliti sospetti con Kevin Spacey?)
Allora, a mancare, è principalmente una vena grottesca e un po’ di sana autoironia, che avrebbero certamente portato lo spettacolo ad assumere caratteri dell’assurdo, permettendone una lettura più convincente.

Lo spettacolo è andato in scena:
Teatro Studio Uno
Via Carlo della Rocca, 6
dal 10 al 14 giugno 2015
dal mercoledì al sabato ore 21.00 – domenica ore 18

196 – Un crimine quasi perfettodi Angela Calefato
regia Angela Calefato
con Giulia Benatti, Alessia De Bortoli, Giulia Di Nicola, Marco Ferrante, Patty Ger, Marco Saponaro, Angela Calefato
luci Erika Barresi