Fama d’artista

Roma torna a ospitare, all’Auditorium Parco della Musica, il regista lituano Eimuntas Nekrošius, presente con A Hunger Artist a Flux –  Festival lituano delle arti.

A Hunger Artist è l’ultima produzione di Meno Fortas, la compagnia teatrale con base a Vilnius fondata da uno dei più acclamati registi teatrali d’Europa, Eimuntas Nekrošius.

Questo lavoro è ispirato a uno degli ultimi racconti scritti da Kafka, Il Digiunatore, e narra la storia di un uomo solitario ed emarginato che vede nel digiuno una forma estrema di fare arte: morte e ascetismo, povertà spirituale, fallimento personale, corruzione dei rapporti umani sono le tematiche centrali dell’opera kafkiana.

Il regista lituano sceglie un riadattamento libero e poetico dove Il Digiunatore è interpretato da una donna (Viktorija Kuodyté, in scena insieme a Vygandas Vadeiša, Vaidas Vilius, Genadij Virkovski) rinchiusa in una gabbia invisibile e dalle dimensioni mutevoli, raccontata ogni volta da una differente porzione di palcoscenico.

«In questi ultimi decenni l’interesse per i digiunatori è molto diminuito. Mentre prima meritava metter su spettacoli di questo genere per proprio conto, oggi sarebbe assolutamente impossibile. Erano altri tempi quelli…». Così scriveva Kafka, e in questo breve prologo è racchiusa tutta la trama del lavoro di Nekrošius.

Lo spettacolo inizia a sipario aperto con al centro del palco due pannelli identici uniti l’uno con l’altro, immagini di un salotto apparentemente uguali – ma impercettibilmente diverse  – su ogni pannello (un tappeto che in uno va sotto un attaccapanni e nell’altro no, oggetti con un’angolazione leggermente diversa, etc), tre sedie, una accanto all’altra. Lo spettacolo è un susseguirsi di immagini, di quadri, perfettamente interpretati dai tre attori in scena attraverso il tipico lavoro attorale – molto fisico – di Nekrošius.

Purtroppo, a differenza di altri lavori del regista, questa volta lo spettacolo sembra essere carente e non riesce a stupire, complici la scelta di voler mantenere la narrazione in terza persona (rigorosamente in lituano) e di voler portare il testo nella sua integrità. Di fatto lo spettacolo sembra nascere stanco e affaticato e dopo le primissime immagini il racconto e la visione langue nella reiterazione di quanto ammirato nei primissimi minuti.

Alcuni quadri sono di una bellezza disarmante, come il momento – molto cinematografico e assolutamente credibile – del viaggio in taxi con il semplice spostamento delle sedie, con la bravura degli interpreti capace di catturare immediata l’immedesimazione del pubblico. Tuttavia, A Hunger Artist non porta da nessuna altra parte, sembra girare intorno a sé senza mai cogliersi, portando il pubblico a rimanere intrappolato in una sorta di circo itinerante o l’interno stesso del corpo  del digiunatore.

A Hunger Artist è, allora, un allestimento la cui dimensione narrativa vorrebbe cedere il passo all’azione senza, però, mai riuscirci, lasciando in ombra tanto lo storytelling kafkiano quanto la visionarietà del regista lituano.

Lo spettacolo è andato in scena in occasione del Flux Festival lituano delle arti
Auditorium Parco della Musica
Via Pietro de Coubertin, 30 Roma
giovedì 10 maggio ore 21.00

A Hunger Artist
di c
regiac
assistente alla regia Tauras Čižas
con Viktorija Kuodytė , Vygandas Vadeiša , Vaidas Vilius, Genadij Virkovskij
scene Marius Nekrošius
costumi Nadežda Gultiajeva