Un liquido amniotico di emozioni per ritrovar se stessi

La Compagnia Dodes’ka-den in scena allo Studio Uno per la prima residenza artistica, uno spettacolo che indaga sull’essenza dell’essere umano in maniera ironica e grottesca, per farci entrare in un delirio emozionale allo stato puro.

Sul palco una scenografia di tele grigie e bianche. Al lato destro del proscenio una flebo da ospedale illuminata. Si sentono dei mugolii, sono di una donna intrappolata in una tela, come fosse un feto dentro l’utero che scalpita per uscire…

A tempo di scimmia è un viaggio nel subconscio: due personaggi si muovono in un liquido amniotico di emozioni, alla ricerca di un qualcosa. Forse sono alla ricerca di emozioni in pillole per trovare un loro equilibrio interiore, o per perderlo, o per perderlo e poi ritrovarlo. Le due protagoniste sono in realtà due proiezioni dello stesso personaggio, due ombre, due modi di vivere e di affrontare la vita. Razionalità e irrazionalità, conscio e subconscio che si muovono, si dondolano, si nascondono e si arrampicano tra tele bianche e grigie, rinunciando al sonno per ritrovare un equilibrio o al contrario per perderlo.

In un tempo X e in un luogo X le emozioni vengono instillate in pillole monouso, per creare emozioni artificiali o surrogati di emozioni. Un modo per ricercare la propria identità o una cura per una patologia psichica sconosciuta? Cosa nasconde il nostro delirio interiore? Cosa c’è dietro la calma apparente di ogni essere umano?

Più la nostra protagonista doppia ingoia pillole e più lo spettatore scivola in una voragine di adrenalina, paura, rabbia, angoscia, euforia, felicità, innamoramento, odio.
Forse, come esseri umani, siamo solo un nodo di emozioni non svelate, lasciate nascoste nei cassetti del nostro subconscio. Per stimolare la nostra identità non ci rimane che ingoiare pillole, in questo modo, forse, ritroveremo noi stessi.

A tempo di scimmia è uno spettacolo apparentemente senza senso, un testo dissacrante, una sceneggiatura surrealista. Una scenografia originale, punto centrale della performance, senza la quale lo spettacolo non avrebbe motivo di essere. Una messa in scena letteralmente carica di emozioni, di suggestioni, di sensi nascosti. Non c’è storia, non c’è lieto fine, non c’è una trama vera e propria. C’è un sovraccarico di emozioni, un delirio che nasconde un vuoto interiore, un vuoto nascosto simbolo del tempo perduto, di una «memoria piena di polvere». Quanto ci mette un’emozione a formarsi e a dissolversi? Cosa succede nell’intercorrere tra un emozione e l’altra?

Scritto da Marco Bilanzone (anche regista dello spettacolo insieme a Francesca Romana Nascè, Lisa Rosamilia), frutto di una residenza artistica allo Studio Uno, la messa in scena ci appare un’esperimento sicuramente ben riuscito, con due giovani attrici che interpretano (probabilmente) lo stesso personaggio e che tengono ritmo ed energia vive sul palco, sorrette da una musica vincente che sembra accompagnare e associarsi agli stati d’animo che si intervallano, uno dopo l’altro, in un delirio emozionale.

A tempo di scimmia è una bomba pronta ad esplodere. Le emozioni che vengono rappresentate dalle attrici sembrano talvolta eccessivamente sovraccariche, o meglio tutte sovraccariche allo stesso modo. Come se non ci fosse distinzione tra euforia e paura, come se in fondo, tutte le emozioni portate all’eccesso fossero uguali. Forse dovremmo considerare la nostra vita come un delirio di sensazioni che portano a un non senso generale, a una atarassia umana, ad uno stato superiore, per cui sarebbe meglio non scandagliare troppo l’anima e la propria interiorità e vivere, semplicemente e lasciarsi andare senza dimenticare cosa siamo e da dove veniamo.

Lo spettacolo è andato in scena
Teatro Studio Uno

Via Carlo della Rocca 6
Da giovedì a sabato ore 21,00; domenica ore 18,00

A tempo di scimmia
di Marco Bilanzone
regia Marco Bilanzone, Francesca Romana Nascè, Lisa Rosamilia
con Claudia Salvatore e Mersia Valente
musiche sonorizzazioni Daniele Casolino
scenografie costumi Lisa Rosamilia