Il sesso e la città

Al Teatro de’ Servi è in scena Addio al nubilato, una commedia agile e divertente dedicata alle donne e alla loro energia inesauribile.

Quattro donne belle e affascinanti, fiere dei loro trent’anni passati da un pezzo ma portati con stile, si incontrano in una lussuosa suite d’albergo. Dalla vetrata della stanza si gode di un panorama metropolitano animato da maxischermi luminosi e altissimi palazzi. Sembrerebbe una puntata di Sex and the city, invece è una storia tutta italiana che ammicca ai cliché sempre validi degli esemplari femminili più famosi di Hollywood.

Addio al nubilato accade in una sera: in occasione del matrimonio di Chiara – che è un nome, una voce al telefono, ma non compare per l’intera rappresentazione – le sue amiche di sempre decidono di organizzare un festeggiamento intimo. La suite è in realtà casa di Linda, un’imprenditrice ricca e bellissima con il pallino della pittura, che vive in un albergo di proprietà del padre.

Le ospiti arrivano in momenti successivi, cosicché il pubblico possa godere di ciascuna singolarmente, prima di perdersi nella fitta trama della loro interazione. Sfilano dunque sul palco Vanessa, un’attrice stravagante e autoironica dalla battuta prontissima e la passione per lo shopping; Carla, naturista dedita al bio, al rebirth e a ogni pratica new age conosciuta e non; infine Eleonora, ninfomane bella e spensierata che vive in funzione dei suoi ardori.

Con una formazione del genere, il divertimento è assicurato. E infatti si ride molto – gli uomini, forse, avranno riso un po’ meno, o con un filo di esasperazione – durante i brindisi dedicati «all’estinzione dell’uomo inetto» e le dissertazioni sui perdenti, gli ipodotati e gli incapaci che hanno popolato le esistenze delle protagoniste.

Una commedia brillante, luminosa, con un testo veloce e dialoghi esilaranti, misurata e impeccabile finché rimane nei confini che le competono. Ma forse il desiderio di approfondire i personaggi, di raccontare la storia che ognuna di loro porta faticosamente sulle spalle, la spingono ad andare oltre: sono i momenti meno validi della rappresentazione, in cui si sfiorano – talvolta si toccano – derive patetiche che generano insofferenza. Come un accordo dissonante in un arrangiamento pop, si percepisce una mancanza di coerenza con l’insieme: i drammi che ogni donna porta in scena sono affrontati con superficialità, non suscitano commozione, anzi neanche interesse. Il fondo si tocca con la presentazione di uno stereotipo omosessuale femminile completamente travisato, grottesco e inammissibile per il concentrato di luoghi comuni – confutabili dal primo all’ultimo – che rappresenta. Allora si desidera solo che le digressioni mal riuscite si estinguano al più presto, e si torni al ritmo sperticato e – quello sì – credibilissimo di poco prima. Accade, per fortuna, e ci si diverte ancora. L’energia travolgente delle attrici conquista il pubblico – si percepisce la debolezza tecnica nella recitazione di Denny Mendez, ma se ne apprezza fortemente l’entusiasmo e la dote rara di non voler ostentare ciò che non è, risultando dunque naturale e a suo modo convincente – e consegna allo spettacolo il giusto successo.

Lo spettacolo continua:
Teatro de’ Servi
via del Mortaro, 22 – Roma
fino a domenica 17 aprile
orari: dal martedì al venerdì ore 21.00, sabato ore 17.30 e ore 21.00, domenica ore 17.30
(durata 1 ora e quaranta circa intervallo incluso)

Addio al nubilato
di Francesco Apolloni
regia Francesco Apolloni
con Michela Andreozzi, Elena Arvigo, Emy Bergamo, Brenda Lodigiani, Denny Mendez
scenografia Emita Frigato
costumi Ginevra Polverelli
trucco e parrucco Rocco Ingria
musiche Rosario Di Bella
foto Giovanni Ladu
aiuto regia Silvia Francese