Gli eroi sconosciuti

397086_237501259659233_953638372_nAl Teatro Alta Luce va in scena lo spettacolo sulle vicende umane di una profuga della Grande Guerra.

Adele Pergher – Profuga è una storia ispirata al romanzo Adele Pergher – Profuga. Una storia dimenticata di Raffaella Calgaro. Il tema dello spettacolo è la vita di una donna sradicata dalla propria terra dagli invasori austriaci e del conseguente approdo a Milano durante la prima guerra mondiale.
La scenografia povera, basata su una balla di fieno, un campanaccio da mucca, una sedia che raccoglie gli oggetti personali della protagonista, richiama la vita agreste dell’Altopiano di Asiago da cui Adele Pergher è stata costretta a fuggire. A questi oggetti si aggiungono una piccola orchestrina formata da un pianista (Ernesto Ghezzi), un suonatore di fisarmonica (Flaviano Braga) e uno schermo su cui sono proiettati i video di quel periodo storico. Elda Olivieri, che è anche regista dello spettacolo, racconta e interpreta il periodo di vita della Pergher che va dalla fuga sui carri all’arrivo in treno a Milano. Proprio qui accadono i fatti più significativi che anticipano il ritorno alla terra di origine. Non si possono dimenticare la scoperta del canto alla Società Umanitaria a Milano, la maledetta esplosione alla fabbrica di munizioni Sutter & Thevenot di Bollate (in cui la Pergher aveva trovato lavoro per sfamare i figli), il conseguente incontro con Ernest Hemingway che faceva il barelliere della Croce Rossa americana in Italia e, soprattutto, la possibilità di aiutare i feriti di guerra durante il ricovero in ospedale attraverso la conoscenza delle salvifiche erbe medicinali. Quest’ultimo fatto determinerà per la Pergher una maggiore consapevolezza e un rinnovamento vitale, che si tradurranno nella scelta di mettersi a servizio della propria gente. L’Ulisse che fa ritorno a Itaca non è in questo caso un uomo, ma una donna. La storia della Pergher non è solo la storia di una donna, ma di tutti quelli che sono in cammino alla difficile ricerca di un’identità .Il viaggio e il ritorno sono quindi gli archetipi di chi cerca un senso alla propria esistenza. Nel caso della Pergher, il percorso esistenziale che inizia con l’allontanamento dalla sua terra passando per una Milano generosa per fare nuovamente capolinea ad Asiago, è un processo forzato e non scelto volontariamente. Ma il finale è lo stesso: tornare e non essere più gli stessi di quando siamo partiti. E non solo. L’archetipo del viaggio che consente un rinnovamento esistenziale coincide, in questo caso, con l’emancipazione femminile. La Pergher, madre e disperata, parte tra i rumori delle bombe e torna più forte e decisa ad aiutare i conterranei con il proprio lavoro. Il successo è duplice. Lo spettacolo, attraverso il ricordo di quello sfortunato periodo e dei suoi protagonisti passati inosservati, compie un’operazione storica che sfocia in una riflessione psicologica sulla ricerca del senso della vita e sociologica, nel caso delle donne, sulla volontà di emancipazione. Elda Olivieri, con un’interpretazione e una narrazione pulite, prende per la mano il pubblico e lo porta con pudore nell’interiorità sofferta della protagonista. I video e le musiche sottolineano efficacemente questo cammino. L’applauso finale del pubblico è delicato e commosso.

Lo spettacolo è andato in scena
Teatro Alta Luce
Alzaia Naviglio Grande 192, Milano
16 e 17 aprile 2015, ore 21.00
Adele Pergher – Profuga
dal romanzo Adele Pergher – Profuga. Una storia dimenticata di Raffaella Calgaro
con Elda Olivieri
regia Elda Olivieri
fisarmonica Flaviano Braga
tastiere Ernesto Ghezzi