teatro-angelo-roma-80x80Il Teatro dell’Angelo ha ospitato diverse compagnie nel corso del Festival dei corti teatrali. Venti titoli e un solo vincitore proclamato domenica 26 aprile.

Tutto si può dire tranne che le compagnie teatrali siano a corto di idee.
Tanti artisti, infatti, durante la scorsa settimana, hanno esibito il proprio talento al Festival dei Corti Teatrali.
Dopo diciotto anni, grazie a Massimiliano Caprara, il Teatro dell’Angelo ha fatto da cornice dal 20 al 26 aprile, a diverse rappresentazioni suddivise in sette serate, venti per l’esattezza, della durata di mezz’ora l’una circa, in cui il pubblico in prima persona ha potuto esprimere il proprio giudizio in base al testo, alla regia e alle interpretazioni migliori di uno degli spettacoli proposti a serata.
Nell’ultima giornata, quella di domenica 26, i tre corti più votati sono stati ripresentati e votati per un 50%, ancora, dal pubblico, e per il restante 50 % da una giuria di settore selezionata e costituita da personalità del mondo teatrale quali attori, registi e critici.

Variegato il modo di comunicare un sentimento, un’emozione, o semplicemente un’idea, che solo sul palcoscenico si può esprimere in diversi modi, alternando episodi meno riusciti ad altri di riscontro immediato attraverso un applauso o una risata.

I primi, ad esempio, sono quelli relativi alla serata del 22, quando i tre corti in scena si sono succeduti in un misto di perplessità e interesse.

Ahriman, una storia – dove la protagonista e il suo antagonista ripropongono un duello faustiano di ascendenza goethiana – ambiziosa, tuttavia non sempre adeguatamente sostenuta dal livello attorale. Decisamente più divertente e di livello, Trapanella (lontane speranze), con il quale Dino Lopardo e Mario Russo hanno riproposto il dramma esistenziale delle terre lucane, dilaniate tra il dilemma di cercare altrove un futuro migliore o restare per provare a cambiare qualcosa.
Difficile provare una valutazione, invece, di Eterno silenzio, la cui impostazione drammaturgica, registica e attorale è sembrata priva di contenuto e, soprattutto, molto, molto lontana da un accettabile formalismo teatrale.

Nella serata di venerdì 24, invece, i quattro spettacoli proposti hanno divertito, entusiasmato e interessato gli spettatori in modo differente, essendo assolutamente distanti i livelli interpretativi.

Anna Pieramico ha interpretato alcune poesie di Pasolini, Bukowski e Szymborska, che riprendono tematiche attuali, incontrando la tromba di Giulio Scocchia e dando vita così a un Ascolto vibrato. Una performance che, utilizzando la musica elettronica, ha però calcato troppo la mano sull’assolo di Scocchia, permettendo al pubblico di distrarsi.
A seguire Isabella Caserta e Francesco Laruffa, su testi di Guido Catalano, hanno espresso l’amore nelle diverse fasi della vita con Che ne dici di venirmi a salvare, riscuotendo meritati consensi. Tanti giochi di parole ben incastrati dai due bravi attori, che sono riusciti ad esprimere in un lasso di tempo breve un sentimento forte e irrinunciabile.
I bravissimi Alessia Francescangeli, Riccardo Giacomini e Matteo Montaperto, su un testo di questi ultimi due, hanno invece portato in scena una sorta di telenovela sudamericana dal titolo Il triangolo no… non è mai stato così quadrato, sulla falsariga di quanto fece già il noto trio televisivo Marchesini-Lopez-Solenghi. Maria sposata con Ramon è ancora tentata da Pedro, suo amante storico, quando tutti e tre si troveranno insieme, ognuno cercherà di far recitare un determinato copione all’altro, sgrammaticato quanto divertente.
Testo furbetto con sorprendenti interpreti, coinvolgente, ma non così originale.
Guglielmo Tell III, IV, di Francesco D’Atena, con Marco Busciolano, Patrizia Dore, Maria Elena Lazzarotto, Stefano Filippi e Francesco D’Atena, ha infine concluso la serata.
Un corto particolare, che ha catturato il pubblico solo attraverso la mimica, affrontando il tema del potere con le sue varianti. Attraverso suoni, ombre, un interessante trucco e una cura dei costumi, geniali compromessi scenici hanno caratterizzato l’arguto corto. La balestra dell’eroe leggendario fusa con il Guglielmo Tell di Rossini ha sorpreso oltre le aspettative, tanto da risultare a modesto parere, il corto migliore della serata.

Ora al di là del premio, che una sola compagnia si aggiudicherà, che equivale alla somma di duemila euro, la speranza è che i corti possano essere un modo per conoscere diversi talenti e innumerevoli forme di rappresentazione di una storia, che possa ripagare sì l’impegno, ma soprattutto la passione che poi lo spettatore respira.

Lo spettacolo è andato in scena:
Teatro dell’Angelo
via Simone de Saint Bon, 19 – Roma

Festival dei corti teatrali 2015

Mercoledì 22
Ahriman
di Mimmo D’Angel

Trapanella (lontane speranze)
di Dino Lopardo e Rosa Masciopinto
con Dino Lopardo e Mario Russo
regia di Rosa Masciopinto e Matteo Cirillo

Eterno silenzio
di Marcello Caroselli

venerdì 24 ore 21.00
Ascolto vibrato
di Anna Pieramico

Che ne dici di venirmi a salvare?
di Teatro Scientifico
con Isabella Caserta, Francesco Laruffa

Il triangolo no… non è mai stato così quadrato
di Riccardo Giacomini, Matteo Montaperto
con Alessia Francescangeli, Riccardo Giacomini, Matteo Montaperto

Guglielmo Tell III, IV – Botteghe Invisibili
di Francesco D’Atena
con Marco Busciolano, Patrizia Dore, Maria Elena Lazzarotto, Stefano Filippi, Francesco D’Atena