La parola agli elementi

teatro-del-giglio-luccaI Momix di nuovo in italia con Alchemy – tripudio di applausi, magia e bellezza al Teatro del Giglio di Lucca.

Scostai le tende e guardai fuori nel buio, e alla mia fantasia turbata tutti quei puntini di luce che riempivano il cielo parvero i fornelli di innumerevoli alchimisti divini, che lavorassero continuamente a trasformare il piombo in oro, la stanchezza in estasi, i corpi in anime, la tenebra in Dio; e di fronte alla loro opera perfetta avvertii il peso della mia condizione di mortale, e invocai a gran voce, come tanti altri sognatori e letterati di questa nostra età hanno invocato, la nascita di quella raffinata bellezza spirituale che sola potrebbe sollevare e rapire anime gravate di tanti sogni“. A partire da questa citazione di W. B. Yeats da Rosa Alchemica entriamo nel lavoro di Moses Pendleton e dei suoi Momix.

Partiamo da qui, non solo perché la si legge nelle note dello spettacolo, ma perché sembra che lo stesso Pendleton abbia preso lo scritto di Yeats come un invito e una sfida. Una sfida di magia agli alchimisti divini sopra citati e un invito a essere come loro.

La magia, puntare a essa, con rispetto e ammirazione, è la ricerca di questi artisti, ballerini, acrobati che, dopo memorabili successi – tra i quali ricordiamo Sun Flower Moon (del 2005) e Bothanica (del 2009), sempre per la regia di Pendleton – non smettono di stupire con quest’ultima produzione, Alchemy – presentata in prima mondiale il 5 febbraio 2013 al Teatro Alighieri di Ravenna sotto l’auspicio del Ravenna Festival.

Lo spettacolo narra degli elementi primordiali e della loro possibilità di trasformazione, e lo fa, oltre che attraverso la meravigliosa danza dei nove ballerini in scena, con proiezioni di acqua, lava, pietra, fuoco; lo fa con un uso sublime dei costumi di scena e delle loro variazioni, con luci precise e curatissime, una scelta musicale accurata e mai banale, e una regia impeccabile.

Eppure, quello che stupisce non è il racconto di come e quanto i corpi – che siano terra o acqua, uomini o donne – possano trasformarsi; ciò che si ferma in uno spazio in movimento – tra le evoluzioni poetiche di una coppia di ballerini sulla musica di Ennio Morricone – è la possibilità di trasformazione: la capacità di bloccare l’immagine nell’attimo stesso in cui si compie la magia, nel preciso momento in cui si può credere davvero al cambiamento. Cambiamento che è sempre necessario – oltreché vitale – affinché la natura e tutte le sue creature possano coesistere in un’armonia atavica e che senz’altro ci portiamo dentro, ma che è bene rammentare ogniqualvolta sia possibile.

Grazie, quindi, all’arte quando ce lo ricorda, grazie ai Momix per aver fatto urlare, senza voce, senza parole, i loro corpi – e quelli del pubblico.

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Lo spettacolo è andato in scena:
Teatro del Giglio
Lucca
martedì 2 aprile, ore 21.15

Alchemy
regia Moses Pendleton
con Tsarra Bequette, Jennifer Chicheportiche, Catherine Jaeger, Rebecca Rasmussen, Evelyn Toh, Arron Canfield, Eduardo Fernandez, Vincent Harris, Steven Marshall e Ryan Taylor
direttore tecnico Gianni Melis
direttore di scena Fabrizio Pezzotti
co-direttore Cynthia Quinn
disegno luci Micheal Korsch
disegno costumi Phoebe Katzin, Moses Pendleton e Cynthia Quinn
realizzazione costumi Phoebe Katzin
proiezioni video Moses Pendleton
montaggio video Woodrow F. Dick
collage musicale Moses Pendleton
montaggio musicale Andrew Hansen
(durata un’ora e trenta minuti)