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Abbiamo intervistato Alessandra Ferraro e Pako Graziani della compagnia Margine Operativo, direttori artistici di Attraversamenti Multipli, festival multimediale che si avvale del sostegno dell’Assessorato alla Cultura e allo Sport di Roma, in collaborazione con le Biblioteche della Capitale e con il supporto del programma dell’Unione Europea (Creative Europe), di cui Persinsala Teatro è mediapartner. Un atipico laboratorio espressivo – la cui esperienza abbraccia danza, street art, happening, performance, teatro, musica e comics – che ha registrato quest’anno una significativa partecipazione di pubblico, di indagine delle culture suburbane.

Siamo a un’edizione di Attraversamenti Multipli  che si presentava, già nel programma, molto ricca e coinvolgente. Di quali risultati dal punto di vista organizzativo e artistico andate più fieri per questo 2015?
Alessandra Ferraro e Pako Graziani: «In questa edizione di Attraversamenti Multipli abbiamo scelto di rafforzare la produzione di performance site specific: abbiamo offerto ad alcuni ensemble di artisti la possibilità di fare delle residenze nei luoghi dove poi avrebbero presentato le performance. Noi le definiamo “residenze artistiche dinamiche” perché sono in forte relazione con gli spazi che le ospitano, spazi intesi non solo come luoghi fisici ma anche come zone di vita e di relazione. Alcune di queste residenze dinamiche si sono svolte “open air” negli spazi urbani, come nel caso della compagnia C&C per la costruzione della loro performance Corpo e Cultura#Roma, o come nel caso dell’ensemble di Instabili Vaganti che, insieme al gruppo kurdo/austriaco Lalish TheaterLabor, lavorando per 3 giorni negli spazi urbani di Largo Spartaco con 43 studenti e performers, ha risposto a un open call e costruito un azione site specific l’8 ottobre a Largo Spartaco.
In questa edizione abbiamo ospitato molte “prime” e lavori in fieri, in divenire. Quindi rilanciamo l’attenzione da questo festival rivolta alla processualtià, alle opere d’arte aperte. È il caso della performance/studio presentato da Qui e Ora a Centrale Preneste Teatro il 3 ottobre, o del primo step del nuovo spettacolo di Valerio Malorni e Simone Amendola (8 ottobre a Garage Zero), coprodotto dal festival. O anche il caso della anteprima dello spettacolo della compagnia Madame Rebinè, Un eroe sul sofà, che il festival ha sostenuto attraverso una residenza. Anche Balletto Civile ha inaugurato qui il primo step del suo nuovo lavoro Before break (9 ottobre, Garage Zero), mentre Giovanna Velardi ha presentato in prima nazionale, in una doppia versione urbana e “teatrale”, il suo Look me – inside.
Quello che ci interessa maggiormente e gli obiettivi che il festival cerca di realizzare sono “multipli” ma si intersecano tra loro. Questa edizione è accompagnata dalle zone di contatto, anche tema/concetto intorno al quale ruota il festival. Noi e gli artisti coinvolti ci interroghiamo su come “soggetti/oggetti diversi” – opere, spazi, sguardi, pubblici – incontrandosi e combinandosi tra loro, possono riuscire a creare delle cooperazioni inedite tra le arti sceniche contemporanee, gli spazi e i cittadini che li abitano. Proponiamo una “riflessione”, attraverso le arti performative, sul nostro presente, e allo stesso tempo cerchiamo di sostenere la produzione artistica contemporanea.»

In un’epoca di crisi a tutti i livelli come la nostra, organizzare eventi culturali di spessore è spesso una difficile sfida. Voi avete previsto differenti luoghi e location, immaginando da subito una partecipazione interattiva, una risposta concreta da parte del territorio che viene raggiunto e diventa protagonista dei percorsi artistici previsti. Ma quali sono i problemi che gli organizzatori di simili manifestazioni incontrano? Chi o che cosa potrebbe eventualmente oggi sostenerli o avvantaggiarli in tale sfida?
AF/PG: «Attraversamenti Multipli è arrivato quest’ anno alla sua quindicesima edizione. In tutti questi anni è sempre stato nomade nella città di Roma, scegliendo ogni anno location diverse e intrecciando sempre eventi in spazi urbani con giornate in teatri e centri culturali. Lavorare oggi negli spazi urbani, in location inusuali e prevedere più luoghi per il festival sta diventando veramente un’impresa. Ogni anno ci troviamo ad affrontare un “girone infernale” burocratico per avere tutti i permessi necessari per poter presentare delle performance negli spazi pubblici urbani. E ogni anno diventa più complesso. Ci dovrebbe essere una semplificazione delle procedure amministrative/ burocratiche per ottenere permessi per le attività culturali negli spazi pubblici e una maggior chiarezza sulle competenze. Noi, come operatori e artisti, a volte ci troviamo in grande difficoltà anche perché ogni anno, almeno in parte, cambiano le “regole del gioco”. Altro elemento strano è che a Roma, dal punto di vista dei permessi richiesti per effettuare iniziative culturali open air, è tutto equiparato: se organizzi un megaconcerto con migliaia di spettatori o se organizzi delle performance urbane il tipo di permessi che devi richiedere è uguale come sono uguali le spese che devi affrontare per produrre tutta la documentazione richiesta. Sarebbe importante invece che venissero riconosciute le differenze tra le attività culturali, sulle “grandezze” e una conseguente differenziazione tra le richieste amministrative/burocratiche. Tale semplificazione è veramente necessaria se si vuole implementare la produzione artistica e la proposta culturale negli spazi pubblici e urbani».

Il progetto internazionale di Europa Creativa (Contact Zones) in che misura modifica, arricchisce o influenza le risorse in gioco di un’iniziativa a trecentosessanta gradi come Attraversamenti Multipli?
AF/PG: «Grazie al progetto Contact Zones performing arts in urban spaces, supportato dal programma Europa Creativa dell’ Unione Europea, che è ideato e coordinato da Margine Operativo in collaborazione con partner tedeschi e inglesi, siamo riusciti a rafforzare il programma di Attraversamenti Multipli. Il progetto Contact Zones, infatti, sviluppa-amplia-approfondisce in una dimensione europea la ricerca artistica di Attraversamenti Multipli sulle relazioni tra le arti performative, gli spazi urbani e il pubblico. Grazie a questo progetto siamo riusciti per esempio a offrire dei workshop gratuiti, riuscendo concretamente a fare un lavoro di partecipazione del pubblico basandolo sull’accessibilità. E sempre grazie al supporto di Europa Creativa abbiamo potuto ospitare in residenza dei gruppi artistici, abbiamo potuto presentare nel programma degli artisti europei e creare l’happening multidisciplinare Metropoli meravigliosa del 10 ottobre a Garage Zero dove 10 ensemble della scena artistica contemporanea hanno presentato una performance multidisciplinare site specific, un’azione di co-working artistico. Uno spettacolo/viaggio che ha messo in connessione e assemblato in un unico organismo diversi codici e linguaggi artistici: dalle culture urbane ai corpi/voci degli attori e dei musicisti in scena, confrontandosi con le metropoli contemporanee.»

Alla luce di un’esperienza creativa così significativa e anche lunga nel tempo, quali elementi nuovi a vostro modo di vedere si registrano nell’attuale panorama artistico? Ci sono differenze sensibili tra la situazione italiana e quella internazionale o si può ormai parlare tranquillamente di una postmoderna, forse globalizzata, convergenza di stili e tendenze?
AF/PG: «Sicuramente un elemento interessante che si registra in tutto il panorama delle arti sceniche contemporanee sia a livello nazionale che a livello internazionale è una grande e nuova attenzione rivolta al pubblico e alla creazione di percorsi che ne prevedano la partecipazione. Per esempio in questa edizione ad Attraversamenti Multipli c’è stato un gruppo di giovani blogger under 25 che ha seguito tutto il festival e l’ha raccontato attraverso un blog. Qesto è uno dei tanti modi possibili per creare dinamiche attive intorno a una proposta culturale. Il progetto del blog è stato creato in network con Dominio Pubblio e All in festival (festival organizzato e dedicato ad artisti under 25 ). La creazione di network nazionali e internazionali, la modalità di lavoro a rete, sicuramente sono elementi ulteriori che caratterizzano con forza da alcuni anni la scena nazionale e internazionale. Il rafforzare le progettualità artistiche attraverso il coworking con altri festival è un modus operandi sempre più diffuso. Quindi se ci sono, da una parte, modalità operative simili e sicuramente una grande attenzione a delle “buone pratiche” di rete, per quanto riguarda gli stili e le tendenze artistiche ci sembra che sia difficile tracciare delle tendenze, si produce molto ma per fortuna in modo e forme assai diverse. La scena artistica contemporanea è molteplice e complessa, come è complessa e multipla la realtà con cui si confronta.»