Amleto 2.0

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CollettivO CineticO trasforma la grande tragedia shakespeariana in un talent show.

 Lo spettacolo, con la regia di Francesca Pennini, anche autrice della drammaturgia in coppia con Angelo Pedroni, è una rivisitazione anarchica dell’Amleto di Shakespeare. In scena, come se fossero vittime al macello, in uno spazio nudo e freddo, si presentano quattro figure maschili – delle più svariate estrazioni sociali: dall’attore professionista, al parrucchiere, all’assicuratore, al professore e via dicendo -, reclutate sui social network, pronte a gareggiare per ottenere il ruolo di protagonista della tragedia. Gli attori sono completamente ignari di ciò che succederà. Il loro unico riferimento è un manuale con vaghe istruzioni, ricevuto due settimane prima. Il resto lo scoprono in diretta, sul palco, insieme a tutti gli spettatori. Questo forse è l’aspetto più interessante del lavoro della compagnia CollettivO CineticO: abolire le categorie di attori e spettatori, ponendoli sullo stesso piano e rendendo entrambi ugualmente artefici dello spettacolo. È, infatti, proprio il pubblico ad avere il ruolo attivo e decisivo, decretando, a suon di battiti di mani, chi sarà il vincitore dell’audizione: il nuovo Amleto della serata.
Sì, perché ogni sera gli aspiranti Amleto cambiano, e dunque a cambiare sarà anche Amleto stesso (nelle otto repliche si contano in tutto 32 candidati). Scelta che appare fedele a uno dei tanti e immensi temi della tragedia: impossibile comprendere e definire l’identità di Amleto. Tuttavia, una rilettura così estrema corre il rischio di perdere un contatto reale con il testo shakespeariano, riducendo l’affannoso dubbio amletico to be or not to be a una popolare (seppur brutale) selezione da provino. La tradizionale ricerca esistenziale diventa un talent show. Il testo di Shakespeare sembra essere un modello troppo lontano rispetto a uno spettacolo che si sviluppa autonomamente, e che dell’opera originale conserva soltanto il titolo e alcuni motivi (come quello già citato della crisi d’identità).
Questa considerazione può inoltre acquistare valore se si confronta (senza troppa superbia) la rilettura del CollettivO con quelle più famose della tragedia, come l’Amleto di Carmelo Bene, o l’Hamletmachine di Heiner Muller, le quali, seppur estremamente differenti tra loro, intrattengono un legame molto più profondo e reale con la drammaturgia di Shakespeare. A ogni modo, lo spettacolo è apprezzato dal pubblico: quello di CollettivO CineticO è un teatro nuovo, che coinvolge e piace. Perfettamente riuscito è infatti lo slittamento dell’opera dai toni propriamente tragici a quelli ironici e divertiti, come confermano le rumorose risate in sala.
Tra queste, però, un senso d’inquietudine rimane: saranno i danzatori mascherati, saranno gli attori con volti nascosti da buste di carta, saranno le note di Dmitri Shostakovich, o semplicemente sarà un testo che, ancora oggi, lascia enigmi impossibili da capire fino in fondo.

Lo spettacolo continua
Teatro Franco Parenti
via Pier Lombardo 14, 20135 Milano
dal 22 al 30 aprile 2015

Amleto
concept, regia e voce Francesca Pennini
drammaturgia Angelo Pedroni e Francesca Pennini
azione e creazione Carmine Parise, Angelo Pedroni e Stefano Sardi
azione e recitazione 4 candidati in competizione per il ruolo di Amleto
consulenza tecnica e programmazione applausometro Simone Arganini e Roberto Rettura
co-produzione CollettivO CineticO e Teatro Franco Parenti