Ragione di cuore e ragione di Stato

Al Teatro Carcano è in scena Antigone, ovvero una strategia del rito, riproposizione della tragedia greca attualizzata grazie all’uso della musica e della danza.

Più vulnerabili di quanto possa lasciar presupporre il loro ruolo sul palco, Antigone e Creonte sono i protagonisti perfetti di una grande tragedia di contrasti: la ragione del cuore contro quella dello Stato, la pietas femminile contrapposta al rigore politico dell’imperatore, il libertarismo della ragazza greca – seppur coniugato a uso personale – contro il tirannismo di chi disdegnava la normale sepoltura «per chi ha tentato di fare la guerra alla nostra città»: Perinice, fratello di Antigone. Attorno a quello principale, vanno in scena altri duelli sentimentali: tra Antigone e la sorella Ismene, accomunate dalla stessa volontà, ma divise da un abisso di coraggio; tra Creonte, inizialmente duro che poi si scioglie in un pianto scomposto, e suo figlio Emone, per nulla algido al cospetto di Antigone – della quale è innamorato – al punto da scegliere di accompagnarla anche in punto di morte. «Morto o vivo, sappi che è l’ultima volta che mi vedi», dice il figlio al padre al culmine dell’ultimo scontro politico-generazionale.
Ma c’è un’ulteriore contesa dialettica che sposta lo spettacolo verso la fine. Va in scena tra Creonte, invasato nella difesa di un governo “sano”, e Tiresia, il profeta che vorrebbe portarlo sulla strada del buonsenso per spingerlo al compromesso. Troppo tardi, ormai, per trovare la figlia in vita.

In Antigone, ovvero una strategia del rito – ultima produzione del Teatro Stabile di Brescia in collaborazione con la compagnia Le Belle Bandiere – oltre alla riproposizione di una tragedia greca vecchia di 2400 anni, va in scena un crogiuolo di contrasti quanto mai attuale. Il tema mitico è raccontato con una semplicità linguistica che, nel tempo, non ha sminuito l’apporto in termini di comunicatività. «Da qui la scelta di riproporlo», spiega Elena Bucci: progettista, regista e interprete, nel ruolo di Antigone. La novità sta nello sviluppo di una drammaturgia non soltanto testuale, bensì musicale e coreografica: la ricetta giusta per attualizzare una tragedia che ha la freschezza dell’attualità e grazie alla quale la compagnia spinge il pubblico a riflettere attraverso il rito. «La riflessione che deve sempre anticipare l’articolazione del pensiero» per evitare di perseguire una sola idea in maniera folle. Più della bellezza della rappresentazione – impreziosita dalle luci soffuse e dalle maschere – è in queste parole che va ricercato il vero scopo del teatro, concepito come luogo di intima ed estrema valutazione.

Lo spettacolo continua:
Teatro Carcano

corso di Porta Romana, 63 – Milano
fino a domenica 5 febbraio
orari: da martedì a sabato, ore 20.30 – domenica, ore 15.30

Antigone
ovvero una strategia del rito
Progetto, elaborazione drammaturgica e regia Elena Bucci e Marco Sgrosso
con Elena Bucci (Antigone), Marco Sgrosso (Creonte), Daniela Alfonso (Corifeo), Maurizio Cardillo (Tiresia, Corifeo), Nicoletta Fabbri (Ismene), Filippo Pagotto (Emone, Coreuta) e Gabriele Paolocà (Guardia, Coreuta)