La sporca speranza

In scena alle Officine Caos di Torino per la rassegna estiva “Il coraggio di essere felici”, l’Antigone di Anomalia Teatro smuove e commuove un pubblico variegato che, per un’ora e più, non riesce a staccare lo sguardo dal farsi e disfarsi di una coscienza tragicamente protagonista in un mondo di comparse.

 

Rappresentata per la prima volta ad Atene alle Grandi Dionisie del 442 a.C., l’Antigone di Sofocle è stata negli anni oggetto di studio e riappropriazioni culturali e politiche non indifferenti, passando tra le mani dell’antifascista italiano Lauro De Bosis (il primo a riproporne una lettura in chiave anti-totalitarista), del tedesco Bertolt Brecht, degli sperimentali Living Theatre, del francese Jean Anouilh e di tanti e tante altre artisti e artiste che hanno fatto loro questo testo, epitome del conflitto tragico nel canone antico. Ed è proprio il conflitto tra due ragioni, quella dello Stato da una parte e quella del cittadino dall’altra (ma anche quella dell’uomo e della donna, del vecchio e del giovane, dell’umano e del divino), che rende l’ipotesto sofocleo un eccellente trampolino di lancio per le riletture più ardite, tra cui si annovera decisamente anche l’opera Antigone – monologo per donna sola di Anomalia Teatro.

«Avremmo voluto proporvi uno spettacolo sui veri eroi. Di quelli che non hanno paura del buio, si lanciano contro i lupi e ti baciano in controluce su immobili tramonti. Antigone purtroppo è una storia diversa. Una storia che respira dell’attimo prima, quello in cui ancora potresti tornare indietro, posare il pugnale e continuare lungo la vita che ti offrono. È una storia che attraversa le ossa di una ragazzina magra, di un’eroina spettinata che dal centro della tragedia ti guarda sorridendo», una ragazzina magra che, con gesti ingoiati e verve toscana, viene schiacciata dalla totale mancanza di quella “sporca speranza” di cui parlava Anouilh, ma non per questo demorde. L’icastica Debora Benincasa, attrice sola sul palco nonché drammaturga di questa pièce, mette in scena tutte le contraddizioni e le paure che un’eroe-bambina come Antigone (qui fragile e spietata, ironica e naïve, tragica e comica, con un pizzico di Antonio Rezza) deve aver verosimilmente provato prima e dopo il suo gesto simbolico di pura disobbedienza civile, restituendo un monologo fitto, tranchant e pieno di onestà.

Sul palco, scevro di artifici di scena o deus ex machina pronti a risolvere la situazione, c’è solamente una donna, una ragazzina affetta dal «tipico cromosoma tragico» della sua famiglia e al contempo «assetata di impossibile» e, quindi, «destinata a fallire». Eppure, nonostante la sua esile figura venga quasi inghiottita dall’oscurità della caverna in cui è stata rinchiusa, l’Antigone di Anomalia Teatro riesce, con voce chiara e ben calibrata, a generare un nuovo archetipo femminile, più umano, con cui è quasi una gioia immedesimarsi. Già vincitore del Premio Mauro Rostagno alla migliore drammaturgia, nonché spettacolo selezionato dal Italian Theatre Festival di New York, Antigone – monologo per donna sola sorprende per la semplicità con cui comunica la tragedia dell’essere individui in una società che spersonalizza, categorizza e giudica con piglio antropocentrico l’esistenza superumana di ognuno di noi.

« Io sono Antigone, sono l’eroe bambina, e vi vorrei raccontare di eroi vincenti, dritti sulle loro navi, ma non ne conosco».

Lo spettacolo è andato in scena:
Officine Caos
piazza Eugenio Montale 18a – Torino
sabato 12 giugno 2021
ore 21.00

Antigone – monologo per donna sola
di e con Debora Benincasa

regia Amedeo Anfuso
scenografia Alessandro Rivoir
costume Andrea Portioli
progetto grafico Nachos
illustrazioni Antonio Amodio e Marco Fabbri