Ritratti d’autore

Castagni secolari, patriarchi della comunità ed eletti a membri del comitato scientifico del Festival Linfa: una scelta simbolica ma anche fortemente esemplificativa di una precisa visione delle cose. I castagni sono custodi della memoria storica del paese, testimoni perpetui delle storie di questi luoghi, guardiani del DNA emotivo della collettività, nonché simbolo di un rapporto armonico di mutuo soccorso fra essere umano e natura.

Per la prima edizione del Festival che si terrà dall’8 all’11 luglio a Monticello Amiata, nella Riserva Naturale di Poggio all’Olmo, in provincia di Grosseto, sono previste performance, installazioni, laboratori e attività che esplorano e rinsaldando il legame con la comunità e la natura, o meglio, che rinsaldano il legame fra le persone all’interno di una comunità di cui la natura è parte fondamentale, non sfondo, ma membro effettivo, come la scelta sul comitato scientifico sottolinea.

L’azione principale del Festival è incentrata sul rapporto tra uomo e ambiente e si pone l’obiettivo di riscoprire gli effetti benefici dello stare a contatto con la natura e di diffondere una nuova visione circolare della vita, all’insegna del rispetto e dell’ascolto di tutti i suoi “esseri”.

Linfa è un progetto innovativo incentrato sulla rigenerazione del territorio, il senso di comunità e la partecipazione attiva e proporrà una serie di iniziative ed eventi che andranno ad animare il borgo toscano: escursioni guidate, laboratori, pratiche e trattamenti a contatto con la natura, nel percorso diurno; in quello pomeridiano e notturno, invece, i visitatori potranno passeggiare lungo le vie di Monticello e interagire con gli artisti, entrando in contatto con la musica, il teatro, le installazioni e i vari contenuti del Festival.

La scultrice inglese Emily Young, la cui scultura Amiata Warrior Head anima i boschi della riserva, lo street artist Millo, Orode’ Deoro, Dario Giancane, John Cass Jose Carlos Bellantuono, Rapozo, Matlakas, André Xina, David De La Cruz, Francesco Navach, Antonio Abbatepaolo, Jormay Gonzalez Monduy, Clesk, Giovanni Anastasia ed Erk14, sono solo alcuni dei nomi degli artisti che prenderanno parte al Festival.

Per conoscere un po’ più in profondità Linfa, abbiamo incontrato il suo direttore artistico, Antonio Palumbo.

 

Come nasce il festival?
Antonio Palumbo: «Linfa nasce come forma di resistenza. Il nostro percorso artistico dura da tanti anni ma a causa del Covid, per la prima volta in 15 anni, abbiamo dovuto fermarci per oltre 18 mesi. Linfa sarà l’occasione per tornare a incontrarci e per ricercare e sperimentare nuove modalità di azione che consentano a noi e al nostro pubblico di continuare a interagire e a vivere insieme dei momenti all’insegna dell’arte e della condivisione».

Quali sono i valori che vi animano?
A.P.:
«Il rispetto verso tutti gli esseri viventi, il riconoscimento della diversità come immensa fonte di ricchezza, la gratitudine e l’amore verso la vita».

Che tipo di attività ed esperienze proponete a chi vi verrà a trovare?
A.P.:
«Il Festival ruota attorno al concetto di festival diffuso, nessun palco, nessun contenuto con orari o luoghi prestabiliti, l’intenzione è quella di spingere il nostro pubblico a muoversi e a girare lungo le vie di Monticello per scoprire le opere, le installazioni, le performance e i meravigliosi scorci del borgo antico, oltre alla possibilità di passeggiare all’interno della Riserva Poggio all’Olmo per riconnettersi con la natura e trarne giovamento dal punto di vista fisico, psicologico e spirituale».

Che cosa vorreste si portasse a casa il visitatore?
A.P.:
«Le esperienze che proponiamo hanno sempre l’ambizione di lasciare un’impronta nel cuore dei nostri visitatori, il nostro è un approccio emozionale che vuole coinvolgere il pubblico entrando nel profondo, per abbattere le barriere, eliminare le distanze e creare momenti di incontro e condivisione che stimolino una crescita, individuale e collettiva».

Qual è il vostro obiettivo nel proporre questa iniziativa?
A.P.: «Il nostro obiettivo è quello di innescare un rilancio sociale, economico e culturale dei luoghi in cui interveniamo. Credo fortemente nella rigenerazione dei borghi attraverso la cultura; dopotutto ho già agito in questa direzione con Borgo Universo ad Aielli: in poco più di due anni abbiamo letteralmente trasformato il paese rendendolo un modello di riferimento a livello nazionale, lo ha ribadito anche il ministro Franceschini la settimana scorsa durante la sua visita ad Aielli».

Prospettive per il futuro?
A.P.:
«Le nostre prospettive sono di estendere l’iniziativa a tutta l’area dell’Amiata e dei borghi circostanti la Riserva naturale Poggio all’Olmo per creare una rete virtuosa che amplifichi la portata del nostro Festival e le conseguenze positive delle nostre azioni».