Si inaugura a Palazzo Reale la prima grande mostra che Milano dedica all’artista cinquecentesco in un allestimento straordinario per bellezza, completezza e rigore scientifico.

Un tuffo tra le meraviglie della Milano del Cinquecento: questo è ciò che accade visitando le sale di Palazzo Reale che, fino al 22 maggio, ospita la mostra più attesa dell’anno, dedicata a Giovanni Arcimboldo (1526-1593).

Come già era stato annunciato durante la conferenza stampa di presentazione, svoltasi in dicembre, e nuovamente ribadito nell’incontro con i giornalisti in apertura della vernice, l’importanza di questa impresa – iniziata tre anni fa, coinvolgendo numerosi esperti e 75 musei prestatori per le 336 opere esposte, oltre a prestigiosi partner come il Kunsthistorisches Museum di Vienna e la National Gallery di Washington – sta nel riportare il maestro nella sua città, collocandolo nel contesto artistico dell’epoca.

Si è infatti voluto dare grande importanza a tutto il retroterra culturale al quale il pittore ha potuto attingere a piene mani per le sue opere. Così il percorso si apre su una serie di disegni di Leonardo Da Vinci e della sua Scuola, dove si studia la fisionomia dei volti di anziani – vere e proprie Teste grottesche, raffinatissime nella cura di ogni particolare.

A questa sezione segue quella dell’artigianato di lusso, di cui Milano era capitale: finissimi cristalli decorati con storie greche come quelli di Simone e Giovanni Ambrogio Saracco, else di spada e scudi di una ricchezza già quasi barocca. A catturare l’attenzione, tra tante meraviglie, è lo sfarzo e la preziosità di un elmo in ferro brunito a testa di leone, sbalzato, cesellato e ageminato in oro e argento, di un anonimo armaiolo milanese.
Prendere atto del fervore creativo delle botteghe dell’epoca rende più chiara l’esperienza di Arcimboldo all’Opera del Duomo, di cui sono esposte alcune vetrate policrome di grande effetto.

Un artista eclettico dunque, che dimostra interesse anche per i disegni scientifici dei trattati – qui esposti davvero copiosamente – che in quegli anni mostravano varietà e nuove specie di piante e animali scoperti nelle Americhe e che spiccano per la forte aderenza alla realtà. La raffigurazione di un Cavolo di Ulisse Aldovrandi sembra pronta per essere sistemata in un punto strategico di una delle famose teste di Arcimboldo – teste alle quali, come è ovvio, è dedicato il cuore della mostra, con le allegorie delle stagioni, innanzi tutto, in cui gli elementi caratteristici di ognuna sono ricomposti in modo tale da raffigurare un volto. E, per la prima volta in assoluto, sono state riunite tutte le versioni che l’artista ha prodotto nel corso degli anni, in modo che il visitatore possa confrontarle. Autentico inno alla fantasia e all’ironia, in cui – come nel caso dell’ Autunno – una pera sostituisce il naso e un fungo è sistemato al posto dell’orecchio. Notevole, inoltre, il gruppo degli Elementi – Terra, Acqua, Aria e Fuoco – predisposto secondo lo stesso principio.

La versatilità e l’originalità di Arcimboldo lo porteranno fino alla corte degli Asburgo, dove sarà nominato pittore di corte e dove il celeberrimo Vertunno – il ritratto di Rodolfo II° composto solo con frutta e verdura – diventerà l’emblema di un certo modo di fare arte.

Questa linea creativa, tanto peculiare, favorirà la composizione delle primissime nature morte nelle Teste reversibili – vasi di ortaggi che, se capovolti, si trasformano in un buffo ritratto – che avranno notevole sviluppo a partire dal secolo successivo, soprattutto con Caravaggio.

L’allestimento, curato dall’architetto Corrado Anselmi, è tutto giocato sui toni morbidi e alternati di un giallo crema e un azzurro carta da zucchero che mettono in risalto le opere, sapientemente illuminate da Barbara Balestreri e il suo team.

Il risultato finale va ben oltre ogni più rosea aspettativa: la sapienza e la bravura di Sylvia Ferino Padgen – curatrice della mostra e direttrice della Pinacoteca del Kunsthistorisches Museum di Vienna – hanno permesso di dar vita a un evento impressionante per completezza, bellezza e validità scientifica. Un ottimo modo per coniugare la ricerca all’esposizione che così diventa nuova occasione di studio per gli addetti ai lavori ed esperienza estetica davvero unica per il pubblico, atteso numerosissimo.

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La mostra continua:
Palazzo Reale

piazza Duomo, 12 – Milano
fino al 22 maggio 2011
orari: tutti i giorni ore 9.30 – 19.30; lunedì ore 14.30 -19.30; giovedì e sabato ore 9.30 – 22.30
(la biglietteria chiude un’ora prima)

ArCimBoLdo – artista milanese tra Leonardo e Caravaggio
a cura di Sylvia Ferino
Catalogo Skira