Il ritmo dell’attesa

Al Teatro Leonardo di Milano Quelli di Grock interpretano Beckett, restituendo un perfetto equilibrio tra parole e movimenti.

In un non luogo deserto dove l’unico elemento naturale è un albero, si incontrano strani personaggi che parlano tra loro – senza mai comunicare, se non, indirettamente, con il pubblico – esprimendo quel senso di angoscia e disperazione che è una delle chiavi interpretative della pièce di Beckett – tipica soprattutto dei palcoscenici italiani.

Alessandro Larocca e Andrea Ruberti, già applauditi in numerosi spettacoli della compagnia, sono la coppia Didi-Gogo, legata da un destino al quale nessuno dei due riesce o può (o forse vuole?) sottrarsi. Accanto a loro, nei panni di Pozzo e Lucky, Pietro De Pascalis e Max Zatta.

Nel complesso, uno spettacolo dove l’azione scenica non ha un ruolo preponderante, scelta inconsueta per Quelli di Grock, compagnia che da sempre privilegia il côté gestuale – basti pensare ad Andrea Ruberti nei panni di una Mirandolina muta, eppure molto comunicativa. Nella rappresentazione, al contrario, i movimenti sono molto ridotti, mentre grande rilievo è dato al linguaggio di Beckett e ai dialoghi tra i personaggi. L’opera di scarnificazione arriva al punto che le azioni, precise, sono dosate per dare allo spettacolo quel ritmo senza il quale rischierebbe di diventare lento e faticoso da seguire, ma non assurgono mai a tratto distintivo dell’interpretazione registica e attoriale.

Grazie al felice equilibrio raggiunto, le due ore di spettacolo scorrono piacevolmente, tra una risata e una stretta allo stomaco causata da quella sofferenza per un’attesa mai risolta – l’attesa che accomuna noi tutti e che gli attori interpretano con estrema efficacia.

Il tono del discorso tra i personaggi è decisamente colloquiale – dà quasi l’impressione di un gruppo di conoscenti che chiacchieri, se non fosse per gli argomenti che non sempre sono piacevoli o seguono un filo logico. Nel secondo atto il ritmo cambia leggermente e l’azione si velocizza – quasi a suggerire, anche a livello sensoriale, che ormai non si può più aspettare, che l’attesa comincia a perdere senso e perfino Didi e Gogo se ne stanno rendendo conto.

Nota di teatro-vita all’interno del teatro-rappresentazione: alla fine del primo atto alcuni attori leggono un comunicato nel quale si evidenzia che, con i tagli del Fondo Unico dello Spettacolo pari al 50%, il danno che – in proporzione – è stato arrecato alla Compagnia le impedirebbe di terminare lo spettacolo. Questo, al debutto, non è successo per rispetto nei confronti del pubblico, ma in futuro? Agli spettatori resta un’unica, precisa risposta da dare alle decisioni del Governo – in parte rettificate negli ultimi giorni – Aspettando Godot e aspettando che questa situazione si risolva, lo spettacolo è assolutamente da vedere.

Lo spettacolo continua:
Teatro Leonardo da Vinci
Via Ampère 1, angolo Piazza Leonardo da Vinci – Milano
fino a domenica 27 marzo
orari: tutti i giorni ore 20.45, escluso il giovedì ore 19.45 e la domenica ore 16.00 (lunedì riposo)

Aspettando Godot
di Samuel Beckett
regia Susanna Baccari e Claudio Orlandini
con Pietro De Pascalis, Alessandro Larocca, Andrea Ruberti, Manola Vignato e Max Zatta
scene e costumi Carlo Sala
luci Claudio Intropido
musiche Gipo Gurrado