Allo Spazio Tertulliano, un monologo travolgente che racconta i drammi dell’Argentina durante il colpo di Stato.

Un solo attore sul palco – Umberto Terruso – e pochi elementi per creare la scena: una radio, un bidone, una camicia, un paio d’occhiali e un sacco di patate. Questo è tutto il necessario per uno spettacolo così duro e potente che ti arriva dritto al cuore, senza scampo.

Scena vuota, nera: il nero non può che richiamare il buio della paura – di non sapere e del nulla. È disarmante la sincerità con la quale sono raccontati gli anni del terrore: la tratta dei neonati, la storia dei desaparecidos e le torture subite da migliaia di oppositori al regime.

Il testo è scritto dallo stesso Umberto Terruso, che ci racconta di essere venuto a conoscenza di quegli avvenimenti leggendo Le irregolari di Massimo Carlotto. «Sono stato fisicamente e psicologicamente fulminato da quel libro. Ho scoperto di non sapere niente di quella tragedia e così ho iniziato a informarmi, a raccogliere materiale e testimonianze, a leggere libri. Con tutto il materiale raccolto ho quindi iniziato a scrivere. Volevo raccontare tutto nei minimi dettagli: dando un nome ai responsabili delle torture». Per questo, ha deciso di partire per Buenos Aires dove ha visitato l’Esma – il più grande e meglio organizzato campo di detenzione dell’Argentina – una sorta di museo della memoria.

In particolare il testo mette in scena due punti di vista: quello di un giovane desaparecido e quello di un militare altrettanto giovane, colui che decide e ordina le torture contro l’oppositore politico. È doveroso notare che il testo è ricco di immagini che arrivano dirette al pubblico, non c’è bisogno d’altro per rimanere impressionati.

Un gioco di luci molto intenso – scelto dal regista Andrea Lapi – sottolinea ogni singola parola del monologo e non lascia spazio a dubbi e a sentimenti soft. Lo spettacolo finisce come è iniziato, come un cerchio che si chiude: si ascolta la telecronaca di una partita di calcio, anzi della partita di calcio che proclamerà l’Argentina la squadra più forte al mondo.

Pièce che tocca in profondità l’animo umano, penetra e sconvolge, facendo riflettere sul tema della violenza e, al contrario, sul valore della vita. Alla fine si è costretti perfino a ragionare sul concetto stesso di libertà.

Consigliabile per tutti coloro che vogliono sentire, respirare e vivere un pezzo di storia.

Spazio Tertulliano
via tertulliano, 68 – Milano
da giovedì 4 a domenica 14 novembre
orari: da giovedì a sabato h: 21.00 – domenica h:16.00

Assenti per sempre
di e con Umberto Terruso
regia Andrea Lapi
assistente alla regia Raffaele Panfili
produzione Spazio Tertulliano