Che ne è del comunismo oggi?

Uniche date in Italia per Atlas des Kommunismus, lo spettacolo in lingua tedesca sovratitolato in italiano in scena all’Arena del Sole di Bologna

In scena sette donne dai dieci agli ottantaquattro anni e un ragazzo. Non sono attori, e nemmeno performer. Tutti interpretano sé stessi e raccontano la propria storia, che in qualche modo ha a che fare con il comunismo.

La Sala Leo De Berardinis dell’Arena del Sole è stata stravolta per l’occasione: una volta entrati si ha l’impressione di essere più in uno studio televisivo che in teatro. Due gradinate ad anfiteatro tagliano a metà la sala, al cui centro sta il palco vero e proprio. Le due gradinate sulle quali stanno gli spettatori in questo modo si guardano e guardano quello che accade sul palco da una doppia prospettiva e la stessa cosa vale per gli interpreti, impegnati su due differenti versanti spaziali. Uno schermo velato separa i due lati del palco e serve per le proiezioni che in tempo reale restituiscono immagini di particolari espressioni del volto degli interpreti, foto, ricordi che fanno da contorno alle storie dei protagonisti di questo spettacolo.

Per questo risulta forzato poter possa parlare di spettacolo nel senso pieno della parola: fin dall’inizio si ha l’impressione di stare guardando un documentario, sia perché le storie narrate sono pezzi di vita realmente vissuta, sia perché le emozioni che i ricordi suscitano in chi le racconta sono reali. Segno dell’epoca di un movimento, quello del comunismo, che ha segnato la storia mondiale.
La regista e scrittrice argentina Lola Arias è avvezza a questo tipo di messe in scena riguardanti fenomeni sociali e politici internazionali, la più celebre delle quali è L’arte di fare soldi, piéce interpretata da prostitute, barboni e musicisti di Brema.
Spunto propulsore di Atlas des Kommunismus, invece, la storia della scrittrice ebrea Salomea Genin, che da bambina fuggendo dal nazismo trovò rifugio in Australia, dove crescendo sviluppò un forte interesse per il comunismo. Tornata in Germania dopo la caduta di Hitler con il sogno di creare uno stato socialista dovette ben presto rinunciare ai suoi ideali per accettare la triste realtà della Repubblica Democratica Tedesca, uno stato di polizia camuffato. Dalla sua storia si dipanano tutte le altre, accomunate dall’influenza che il comunismo ebbe nella vita di ognuna di queste donne.
Agli occhi degli spettatori si presentano tanti tasselli autobiografici come le pagine di un diario che raccontano il mondo di una cantante punk, di un’attrice, di un interprete, di una lavoratrice vietnamita, di una burattinaia, di una studentessa di Berlino e di un’attivista gay. I duri racconti a volte anche molto partecipati e forti sono inframezzati dalle musiche composte ed eseguite dal vivo da Jens Friebe. Calandosi perfettamente nel tema trattato, vengono eseguiti anche brani socialisti intonati davanti alle fabbriche, testi tratti dai dibattiti nei teatri e canti dei concerti nelle chiese.
Atlas des Kommunismus è un vortice intenso di storie vere, di stralci di vite vissute in cui particolare peso ha avuto questo movimento così imponente in passato, che oggi si cerca di cancellare ma il cui lascito è assurdamente visibile e vivo anche nell’epoca in cui viviamo.

Lo spettacolo è andato in scena
Arena del Sole

Via dell’Indipendenza, 44 Bologna
Dal 20 al 22 gennaio
Sabato ore 19.30, domenica ore 16.00 e lunedì ore 21.00

Atlas des Kommunismus
Regia di Lola Arias
Con Salomea Genin, Monika Zimmering, Ruth Reinecke, Mai-Phuong Kollath, Tucké Royale, Jana Schlosser, Helena Simon, Matilda Florczyk
Musica dal vivo di Jens Friebe
Scene di Jo Schramm
Costumi di Karoline Bierner
Musiche di Jens Friebe
Video di Mikko Gaestel
Drammaturgia di Aljoscha Begrich
Produzione MAXIM GORKI THEATER
Nell’ambito del festival UNITING BACKGROUNDS – THEATRE ON DEMOCRACY
traduzione di Lorena Bottan e Luca Stimoli – Eloquia snc, Godega di Sant’Urbano (TV)
foto di Ute Langkafel – MaiFoto