Flagellum dei

In occasione del bicentenario dalla nascita del maestro Giuseppe Verdi, al Teatro Don Bosco è andata in scena l’opera dedicata a tiranno barbaro che minacciò Roma.

Realizzata due anni prima del Risorgimento, Attila di Giuseppe Verdi è un’opera intrisa di fervore patriottico e nazionalista; ambientata negli anni di un decadente Impero d’Occidente, all’indomani della caduta e dello scisma dell’impero romano, l’opera di Verdi si presta facilmente a interpretazioni che siano in grado di contestualizzarla in rapporto alla guerra di indipendenza dall’impero austro-ungarico. Le vicende infatti si svolgono ad Aquileia, antica città imperiale che nella metà del V secolo venne letteralmente rasa al suolo dall’orda di Unni guidata dallo spietato e valoroso Attila, il potente sovrano che fu in grado di unificare le popolazioni barbare di un territorio sconfinato, che dalla Germania arrivava al Mar Caspio. Per quanto in grado di rovesciare l’imperatore Valentiniano III, Attila non riuscì mai a estendere la sua missione di conquista in tutta la penisola; Verdi decise di dedicare un’opera alla resistenza di Roma all’invasione barbarica distruttrice, celebrando le gesta del generale Ezio, e così stimolando l’amor di patria e la volontà di respingere lo straniero invasore. In occasione del bicentenario della nascita del compositore emiliano, l’Alfa Musicorum Convivium, navigata compagnia del mondo della lirica, attiva da vari anni presso il Teatro Don Bosco, porta in scena l’Attila di Verdi con grande professionalità e passione; la scenografia, sotto la direzione della regista Mary Ferrara, viene consegnata esclusivamente a delle proiezioni video, mentre l’orchestra diretta da Marco Boido è come sempre impeccabile e precisa. D’altronde, l’Attila non è affatto un’opera semplicissima, perché in diverse occasioni rischia di cedere alla retorica trionfalistica, pur vantando una delle ouverture più belle della sterminata produzione del maestro; come era uso all’epoca, l’evento storico si intreccia con le vicende private tipiche del melodramma, per questo la narrazione lega insieme la figura di Attila (con Alessio Magnaguagno), quella di Odabella, orgogliosa e valente donna romana che giura vendetta all’invasore (interpretata da Fausta Ciceroni), e quella di Foresto (Nunzio Fazzini) e il generale romano Ezio (Mario Tavolacci). L’opera segnò la rottura tra Verdi e Temistocle Solera, storico librettista della prima fase della produzione del maestro, e determinò l’esordio del fortunato connubio tra lui e Francesco Maria Piave. Il programma verdiano del Teatro Don Bosco volge al termine; l’ultima occasione, in chiusura di stagione, di assistere a una capolavoro della nostra arte sarà il prossimo 4 maggio, quando in data unica andrà in scena La Traviata.

Lo spettacolo è andato in scena:
Teatro Don Bosco
via Publio Valerio, 63 – Roma
mercoledì 17 aprile ore 18.00, sabato 20 aprile ore 21.00

Alfa Musicorum Convivum presenta
Attila
di Giuseppe Verdi
regia Mary Ferrara
direzione musicale Marco Boido
con Nunzio Fazzini, Fausta Ciceroni, Alessio Magnaguagno