Aperture

teatro-studio-uno-roma-80x80Altre frontiere dello sperimentalismo prendono forma nel cantiere dello Studio Uno: l’esperienza dell’indefinibile teatro immersivo, firmata Emiliano Loria e Riccardo Brunetti, con la suggestiva compagnia Amaranta/Orma Fluens, va in scena con l’intrigante Augenblick.

Primo esperimento italiano del teatro immersivo. Dal romanzo incompiuto di René Daumal Il monte analogo si realizza un viaggio di riflessione sul tempo, sullo spazio, sulle porte dell’invisibile e le soglie del visibile. Preparatevi a farvi condurre nella residenza Sogol, sarete gli ospiti di una cena e di un commiato, di una trama che prenderà vita sotto i vostri occhi. Una storia che ha del misterioso e del complesso, una lunga cerimonia per ritrovare Pierre Sogol (l’esploratore che ha cercato di varcare gli inaccessibili e indefiniti confini dello spazio e del tempo), una cerimonia che si conclude con un ultimo addio finale, un lasciare andare. Oltre la storia dal fascino occulto, la forma stessa del teatro predomina sui sensi umani. Se ricordate il Teatro Studio Uno, il suo ingresso, le due sale, il piccolo atrio e il soggiorno esterno, dimenticatelo per una sera.

La sua divisione di spazi e la sua geometria sono stati letteralmente stravolti e modificati, e dal piccolo meraviglioso angolo di Torpignattara è nata un’altra meraviglia scenica, creata da un allestimento unico in un ambiente dai dettagli antichi e minuziosi. Elegantemente entrerete indisturbati dentro l’unica, grande e intricata scena, una maschera sarà data a ognuno. Gli occhi soli saranno i protagonisti, assieme al corpo in movimento e in sincronia con le sensazioni scaturite. Gli occhi e non il vostro volto o la vostra mimica da spettatori, la maschera eserciterà il suo ruolo di segreto permettendo anche di sciogliere difese e barriere, ognuno potrà avvertire più protezione e meno timore e lasciarsi andare in questa esperienza totalizzante.

Bisogna lasciarsi condurre infatti nel teatro immersivo, muoversi, e più si viaggia da soli, più ci si avvicina a una via, la propria. Viaggiare verso situazioni che ognuno sente di appartenere, seguendo ciò che incuriosisce, e – qualunque percorso si decida di intraprendere – trovando sempre un filo conduttore della trama. In questa dispersione labirintica, la scenografia ha il suo impatto suggestivo, carica di suspense, così come la recitazione sibilata, dai movimenti accentuati, la danza meccanica e le tonalità corali, i canti che la compagnia Orma Fluens sperimenta in ogni suo spettacolo. La musica retrò e elettronica, a tratti stridente, una musica mentale, permette allo spettatore di vivere il proprio senso di curiosità, di incredulità mista a un sentore di paura. Perché, si sa, la paura è generata da ciò che è imprevedibile e non conosciuto, e l’immersivo è totalmente imprevedibile. Non si sa cosa stia per accadere, cosa ci si possa aspettare, la trama prende forma sotto i propri occhi e fra i propri passi. Il pubblico riveste un ruolo attivo, deve ritrovare il senso della storia fra le sale, la sua interpretazione, la sua comprensione è mossa dalla ricerca, dal movimento, dall’esplorazione.

Si viene lasciati totalmente liberi di spaziare sulla scena, entrare quasi a contatto con questi personaggi che vivono il loro intreccio sussurrando, a volte, così che ci si debba avvicinare ed entrare in contatto per decifrarne le parole. La qualità dell’inquadratura è così amplificata, si può cogliere ogni dettaglio e loro, i protagonisti, possono prendere per mano, introiettare e delicatamente immergere gli astanti, almeno per un istante, come parte della storia. Poi nello stesso modo si viene ricacciati fuori, di nuovo alla ricerca della propria via. Interazione e distanza, il tutto si gioca su questo binomio.

Un grande intreccio narrativo che si ripete in micro sequenze, narrazione che si svela man mano, proprio come lo scioglimento dello spettatore che, dalla prima impressione di stordimento e spaesamento, inizia ad ambientarsi e a sentirsi partecipe appieno, anche lui complice . Stimolo di ricerca e curiosità oltre il pericolo, che possiamo essere noi stessi. Dialogo sulla volontà dell’uomo, sul forzare le sue capacità e la sfida secolare a risolvere gli enigmi, a districare ciò che è complesso, seguire il desiderio e il rischio che tutto ciò comporta, il poter perdersi per sempre. La lezione di Daumal aleggia: «L’alpinismo è l’arte di percorrere le montagne affrontando i massimi pericoli con la massima prudenza. Viene qui chiamata arte la realizzazione di un sapere in un’azione. Non si può restare sempre sulle vette, bisogna ridiscendere… A che pro, allora? Ecco: l’alto conosce il basso, il basso non conosce l’alto». A lui si affiancano altri richiami: «Siamo quindi partiti da Daumal, dai nostri desideri, creando un affresco di colori, materie, odori, sapori, testi, immagini, e presto altre ispirazioni si sono presentate spontaneamente. Dai Brothers Quay, ai noir anni ’40, fino allo Zarathustra».

Fra simboli, carte, tarocchi, formule alchemiche, il sempre presente segno dell’enneagramma e quindi il pensiero della scuola di Gurdjeff : qual è il significato della vita sulla terra, come raggiungere l’ alto grado dell’essere, le domande sul nuovo livello di coscienza, il voler risvegliare le persone attraverso l’insegnamento esoterico detta la Quarta via. Il ritrovare ciò che è reale e che esiste, ma che l’artificiale fa soccombere, lo sviluppo individuale dell’uomo. La complessità verrà svelata nello spettacolo Augenblick, che tradotto sta per momento, istante.

Chi saprà cogliere l’attimo? L’istante possibile si è aperto, voi avete tempo fino al 22 per coglierlo.

Lo spettacolo va in scena
Teatro Studio Uno

per questo evento, in via del tutto eccezionale, l’entrata in via Carlo della Rocca resterà chiusa. Si entrerà da via Francesco Baracca, 52
dal 12 al 22 febbraio
ore 21, la domenica ore 18

Augenblick – L’istante del possibile
regia Riccardo Brunetti
drammaturgia Emiliano Loria, Riccardo Brunetti
allestimento Amaranta/ Orma Fluens
con Alfredo Pagliuca, Carolina Bevilacqua, Emanuele Nargi, Paola Scozzafava, Riccardo Brunetti, Sandra Albanese, Silvia Ferrante
falegname e costruzioni speciali Leonardo Mian
sarta Rosanna Notarnicola
tecnica Cristiano Milasi
illustrazioni Eugenio Sicomoro
coproduzione Amaranta/Orma Fluens – Teatro Studio Uno