Colorare sulle punte

Il Teatro Vascello di Roma ospita la prima data della tournée italiana della compagnia Teresa Carreño, la più importante del Venezuela: una composizione di sette balletti per raccontare all’Italia i tratti salienti di una cultura colma di passione, ma ai più sconosciuta.

Di primo acchito è difficile individuare il fil rouge che lega insieme i sette quadri offerti dall’esibizione del Teresa Carreño Ballet; solo dopo, a ripensarlo e a ricordarne i passaggi più intensi, tutto appare chiaro: è l’essere umano, come individualità e corpo sociale, come maschile e femminile di una stessa coniugazione, come animale senziente e cittadino appartenente, il protagonista indiscusso della performance.
La passionalità, che in antitesi con la ragione rende l’uomo un’eccezione del creato, è rappresentata in ogni gesto eseguito dai quattordici ballerini coinvolti, ma si fa più irruenta nei pas à deux: è il caso di Passion, un elogio alla potenza del sentire umano che denuda di ogni retorica e vacuità anche le minime azioni; Romeo e Giulietta, che incentra il focus sull’amore inteso nella sua eterea purezza ed eseguito secondo i canoni dello stile classico; e Espartaco, dove la passione s’intreccia con la ragion di stato in una coreografia carnale e marziale insieme.
I quadri corali accolgono molto opportunamente tematiche care alla collettività umana: l’integrazione razziale, la multietnia e il melting pot culturale che ne deriva (Texturas), la fusione del Vecchio Mondo europeo con il Nuovo americano fino alla genesi di un presente meticcio (Herencias), l’appartenenza a una Nazione, in questo caso il Venezuela (Guaraira Repano) e la forza generatrice – come una madre terra, come la natura stessa – della donna, qui fortemente riconosciuta ed esaltata (Punto de quiebre).
Allestimenti e coreografie diversi fra loro nelle intenzioni formali ed etiche, ma uniti dal comune sigillo dell’identità umana percepita come incontro e assorbimento dell’altro da sé. La contaminazione del balletto classico con le movenze proprie della danza ispano-americana evoca un continuo rimando tra passato e contemporaneità. L’elemento visivo prorompente è il colore, marcatissimo nei costumi: la valenza simbolica che custodisce è palese (il rosso nelle scene passionali, i colori del Venezuela in quelle a sfondo popolare e collettivo) ma il contrasto con le scelte cromatiche delle luci, anch’esse caratterizzate da tinte accese, sfida talvolta il senso estetico più avvezzo alla sobrietà. D’altro canto è inevitabile tradurre questi segnali come un ulteriore disvelamento di un tratto culturale tipico, che collima con la vivace intensità di un popolo distante per tradizioni e modalità espressive dalle convenzioni europee, e che proprio per questo merita di essere conosciuto e amato.

Lo spettacolo è andato in scena:
Teatro Vascello
via G. Carini, 72 – Roma
lunedì 17 ottobre, ore 21.00
(durata 1 ora e 45 intervallo incluso) 

Lo spettacolo è in scena: 
Teatro Ruskaja dell’Accademia Nazionale di Danza
largo Arrigo VII, 5 – Roma
martedì 18 ottobre

Teatro Toniolo di Mestre
piazzetta Cesare Battisti – Venezia
venerdì 21 ottobre

Teatro Politeama Greco
viale 25 luglio, 30 – Lecce
martedì 25 ottobre

Balletto Teresa Carreño
coreografie Héctor Sanzana, Yuri Grigorovich, Mariela Delgado, Luz Urdaneta
con Bernardette Rodrìguez, Yuliana Bello, Mariselba Silva, Karla Medina, Patricia Hernàndez, Claudia Olaiz, Andrea Hernàndez, Irina Marcano, Kevin Hernàndez, Danny Rojas, Humberto Rodrìguez, Michael Requena, Roberth Aramburo, Gilberto Rodrìguez, Andrés Villarroel, Danizza Sabino, Javier Solano, Alejandra Martìnez, Ricardo Rodrìguez, Susan Bello
musiche Alberto Ginastera, Giacomo Puccini, Sergei Prokofiev, Aram Kachaturian, Paul Desenne, Jules Massenet, Marìa Luisa Escobar, Marìa Elena Paesano, Arturo Màrquez, Arvo Pärt, John Tavener
costumi Maribel Suàrez, Marcelino Hernàndez, Mariela Delgado, Raquel Gallego, Efrén Rojas
luci José Castillo, Carolina Puig
scenografia Rodrigo Rodrìguez
adattamento coreografico Ruta Butviliene
video di progettazione Jacques Broquet
concetto e fotografia Luis Brito