Sapori di Sicilia

Al Teatro della Cometa Massimo Venturiello è il protagonista insieme a «un’autentica orchestra da barba siciliana», di Barberia – Barba, capiddi e mandulinu. Il racconto di «un’Italia d’altri tempi» all’interno di uno spettacolo sorprendente. In scena fino al 30 ottobre.

Il palcoscenico della Cometa, solamente per una decina di giorni, si trasforma nella bottega “du varveri” Salvo, che con dimestichezza usa gli antichi strumenti dell’epoca per sbarbare uomini di ogni età. Le pezze bollenti bagnate con l’acqua, che sprigiona vapore, scaldata appositamente per ogni cliente, oltre ad ammorbidire il pelo del fortunato signore di turno, ne rapiscono quasi l’essenza e la sommano a quella di tanti racconti, raggruppati, in fondo, in un’unica grande storia familiare. Una storia di generazioni, che inizia da quando Salvo, quindicenne, assiste suo malgrado a un cruento omicidio, proprio all’interno di una barberia; avendo visto in faccia uno dei due criminali, il giovane è costretto a lasciare l’America dove i genitori era migrati e a tornare nella terra delle arance rosse e degli scacciapensieri, portando con sé solo il fazzoletto intriso di lacrime della madre e l’inseparabile coppola del padre, donatagli su quella banchina a New York, quando partì per l’Italia.

Massimo Venturiello, da buon campano, canta la Sicilia bedda come fosse la sua terra natia, con una mimica straordinaria e una passione che va ben oltre le doti attoriali, restituendo al pubblico immagini e sensazioni, che in molti hanno vissuto, ma accompagnando quasi per mano, su quella poltrona al centro del palco, uno a uno, quanti quei fatti li ascoltano per la prima volta.
La fuitina dei genitori del protagonista e poi il matrimonio e il terremoto del 28 dicembre 1908 a Messina, in cui persero la vita tutti e quattro i nonni di Salvo, si sovrappongono agli odori, quasi avvertiti, di quelle essenze con cui, profumati, uscivano tutti i clienti dalla barberia.

Un’eccezionale forza narrativa e un’altrettanto grandiosità del testo di Gianni Clementi, autore contemporaneo tra i più incisivi del nostro teatro, fanno di Barberia – Barba, capiddi e mandulinu, uno spettacolo unico, come l’atto, in cui Venturiello e l’orchesta “da barba” siciliana, diretta da Domenico Pontillo e composta da Peppe Calabrese, Maurizio Piscopo, Mimmo Pontillo, Raffaele Pullara e Mario Vasile, danno prova di grande versatilità.
I componenti della Compagnia Popolare Favarese, infatti, si sottopongono anche al trattamento speciale del protagonista, che con abilità affila il rasoio sotto il collo dei musicisti, mentre ricorda aneddoti dello zio Rosario, che di colpo morì lasciando in eredità al nipote qualcosa di più di un mestiere.

Divertimento e commozione difficilmente trovano spazio all’interno di uno spettacolo, ma in Barberia – Barba, capiddi e mandulinu si uniscono, insieme ai canti popolari siculi e lasciano nel cuore una vera e propria esperienza da diffondere. La sensazione alla fine dello spettacolo è quella di tornare a casa con in mano uno di quei «calendarietti profumati col cordoncini di raso e le minne straordinarie» delle dive del cinema dell’epoca, uno di quelli che “U Varveri” era solito dare ad amici, nemici e conoscenti, regalando una nota di colore anche a chi questa volta era seduto sulla poltrona di un semplice teatro.

Lo spettacolo continua:
Teatro della Cometa

via del Teatro Marcello, 4 – Roma
fino a domenica 30 ottobre
orari: da martedì a venerdì ore 21.00, sabato ore 17.00 e 21.00, giovedì 27 ore 17.00 e 21.00, domenica ore 17.00
(durata 1 h e 10 minuti senza intervallo)

Barberia – Barba, capiddi e mandulinu
di Gianni Clementi
regia Massimo Venturiello
con Massimo Venturiello e l’orchestra da barba siciliana
Compagnia Popolare Favarese
chitarra e voce Peppe Calabrese
fisarmonica e voce Maurizio Piscopo
mandolino Mimmo Pontillo
mandolino Raffaele Pullara
percussioni Mario Vasile