Parole incastonate

Bello il mondo dalla terrazza di Castello San Giorgio a Spezia. Mariangela Gualtieri regala al pubblico una selezione delle sue poesie.

L’abbiamo sentita diffusa nella piazza Torre di Berta a Sansepolcro qualche anno fa, per Kilowatt Festival. Ora eccola dal vivo, alle spalle il cielo, in mano un taccuino, come a scegliere sul momento le poesie che più parlano al cuore. Così il tramonto sul Castello San Giorgio si colora anche dei versi del poeta e di Bello Mondo.
L’ormai (purtroppo) consueto brano di Arvo Part abbraccia le poesie più importanti, ma che dire del resto? Del reading in sè, poco: voce impostata, parole declamate, scandite, vagamente intonate, e a meno di essere un critico letterario, che altro aggiungere? Il gusto personale si confronta con lo stile del poeta, con l’uso della parola, con la scelta curata, con la costruzione screziata, incastrata, incastonata. Un cesello talvolta visibile al lettore. Un labor limae leggibile in filigrana. Forse troppo.
Alcune immagini rimangono nella memoria, e se alcuni versi hanno più presa di altri, questo è, in fondo, più che normale. Ci resta allora la vicinanza alla terra e alle cose semplici, il valore dei legami più importanti. Le formiche della mente, lo stupore dei fiori e delle capre. Le poesie d’amore. Quella visione della morte. E poi il finale dei ringraziamenti.
Messa in parole di concetti condivisi, la poesia diventa un dono prezioso per tutti, e non dispiace aver preso parte al rito.

Durante la lettura, su alcuni versi, gli occhi del poeta si fanno lucidi. Noi osserviamo e ci chiediamo, ancora una una volta, chi sia mai questa figura, quale mistero sia il suo mondo emozionale se così, come una vittima immolata, vive le sue emozioni lanciandole in pasto al pubblico.
Il cielo si tinge di rosa. E nel passare dei gabbiani alle spalle dell’artista, con sfondo il cielo, tre piani di realtà si stagliano uno sull’altro: l’essere della natura, l’essere dell’elaborazione simbolica che punta in alto, verso la Poesia e la Bellezza; e l’ultimo grado, quel particolare essere contemporaneo, quell’essere attraverso lo specchio, o meglio attraverso lo schermo: l’essere dello spettatore che cerca di fotografare l’attimo della poesia, quel cielo, quel tramonto (forse l’aura?). I tre piani si sovrappongono, e stanno in strano equilibrio, lì, in quel momento. E mentre il gabbiano scompare alla vista, continuando il suo volo, noi restiamo lì, ad interrogarci.

Bello Mondo è stato il penultimo appuntamento – l’ultimo sarà sabato 12 maggio con Teatro Rebis/maicol&mirco – di una stagione a dir poco ricca, che ha presentato al pubblico artisti della scena contemporanea come Danio Manfredini, Claudio Morganti ed Elena Bucci, Massimiliano Civica (premio Ubu e Hystrio alla regia rispettivamente per il 2017 e il 2018, in scena insieme a I Sacchi di Sabbia), Raffaella Giordano; e poi compagnie come Frosini/Timpano, Leviedelfool, Teatro della Ribalta, solo per citarne alcune.
L’intenso anno si chiude su un interrogativo, ed è per questo che chiudiamo anche noi su questa domanda. Che ne sarà della stagione più ricca di teatro contemporaneo della zona degli ultimi anni? La bellezza, l’intelligenza e la cultura rappresentano ancora un bene comune? Saranno ancora valori degni del sostegno della politica?

Lo spettacolo è andato in scena:
Castello San Giorgio Terrazza
Via XXVII Marzo, La Spezia
Venerdì 4 maggio 2018
ore 20:00

Bello Mondo
Rito sonoro di e con Mariangela Gualtieri
con la guida di Cesare Ronconi
cura e ufficio stampa Lorella Barlaam
produzione Teatro Valdoca
con il contributo di Regione Emilia Romagna, Comune di Cesena

Ph: Andrea Luporini