La prima stanza | Look me – Inside

Un po’ per gioco, un po’ per amore nei confronti di una kermesse ancora tutta da scoprire da giovedì 8 a domenica 11, pubblichiamo le critiche su due spettacoli selezionati dal primo fine settimana di Attraversamenti Multipli, festival multidisciplinare 
organizzato da Margine Operativo con la direzione artistica di Alessandra Ferraro e Pako Graziani, il sostegno di Roma Capitale Assessorato alla Cultura
 e il contributo del programma dell’Unione Europea Creative Europe.

Omnia mea mecum porto
Tre donne, una cuffia da bagno, una stanza bianca. La terza giornata del festival Attraversamenti Multipli si è aperta con un primo studio fisico del progetto di Qui e Ora Residenza Teatrale dal titolo La prima stanza.

Il trio milanese, alle prese con una riscoperta dei loro stessi corpi attraverso l’introduzione coreografica di Silvia Gribaudi, si cimenta in un teatro dalla fisicità tutta da scoprire. Francesca Albanese, Silvia Baldini e Laura Valli ci trasportano in quel luogo segreto, intimo, «immaginario» che ciascuno alberga nella propria casa. Con un approccio stupendamente femminile, i corpi si fanno spazio e le solide pareti svaniscono in un istante, mettendo subito in discussione l’idea stessa di performance.

Il pubblico, ammaliato dalle derive psichedeliche e punk rock delle musiche in continuo mutamento, si lascia volentieri trasportare in quegli «spaccati d’intimità», dove l’onestà del movimento (e della fatica che da esso ne scaturisce) si fa brutale nella parola. È con un sorriso che ci viene piantato un pugnale nel cuore («può succedere anche che l’amore finisca»), mentre con un silenzio assordante ci rendiamo conto di quanto siamo precari lassù, appollaiati sui tetti delle città. L’introduzione del concetto di abitazione teatrale, però, ci risolleva, amorevole: uno spazio capace di reagire a tutti gli stati d’animo dell’uomo – un palcoscenico. Dove tutto ciò di cui abbiamo bisogno è già presente, in trepida attesa di essere evocato da noi, perché in noi. Uno stupendo atto creativo, recitato con la franchezza di tre Donne in mutande e reggiseno.

Lo spettacolo è andato in scena
sabato 3 ottobre
Centrale Preneste Teatro – sala bianca
via Alberto da Giussano 58, Roma
20
 e 22:30
La prima stanza
un progetto di Qui e Ora Residenza Teatrale
ricerca materiali Francesca Albanese, Silvia Baldini, Silvia Gribaudi, Laura Valli
regia Silvia Gribaudi
con Francesca Albanese, Silvia Baldini e Laura Valli
teatro fisico | primo studio
durata ’40

Io non ho paura
Nonostante l’attenzione e l’emozione fosse – tutta e giustamente- focalizzata sull’ultima creatura di Margine Operativo, Presunta morte naturale – un dramma pubblico, di cui potrete leggere nei prossimi giorni una lunga intervista ai suoi protagonisti (i demiurghi Pako Graziani e Alessandra Ferraro, l’interprete Tiziano Panici), la programmazione di domenica 4 ottobre ha offerto anche altro, in piena coerenza con quello che vuole essere un festival orizzontale nel senso della contaminazione e delle pari opportunità tra le arti.

Nonostante sia impossibile non citare i fantastici Madame Rebiné, la nostra selezione va alla rielaborazione al chiuso della performance Look me – inside, di Giovanna Velardi. La sala nera del Centrale Preneste Teatro, spaccata da un violento fascio di luce, accoglie i pochi presenti, questa volta di età ben maggiore rispetto al pubblico che ha preso parte alla prima di venerdì 2 ottobre. La porta si chiude e l’intimità viene avvolta dalla prima parte della performance. Il vestito luminosi della costumista Concetta Guercio brilla più che mai (più che all’esterno) e le parole della performer acquistano tutto un altro senso. La luce, e in definitiva l’amore, è una qualità intrinseca dell’essere umano che vi abita all’interno. Esternando questa interiorità, esprimendosi (attraverso la danza, perché no), scacciamo la paura e diventiamo noi stessi. «L’amour vers moi, l’amour vers toi, l’amour vers tous», il mantra dell’espressione secondo Velardi, accessibile a chiunque, come dimostra nella seconda parte della performance, questa volta di più difficile esecuzione data la riluttanza degli astanti a farsi coinvolgere in questa spirale espressiva.

Lungi dal rovinare l’esito positivo del suo lavoro, il variegato pubblico gioca a favore della performer, che ha più tempo, più gusto, per la molestia, l’esortazione e la provocazione. L’arte riesce a veicolare il messaggio, la performance funziona. Applausi vers tous.

Lo spettacolo è andato in scena:
domenica 4 ottobre
Centrale Preneste Teatro – sala nera
via Alberto da Giussano 58, Roma
20:00 e 22
Look me – inside
coreografia e interpretazione 
Giovanna Velardi
costumi Concetta Guercio
produzione FC@PIN.D’OC
con il contributo di MIBACT, Regione Sicilia assessorato al turismo sport e spettacolo
danza contemporanea
durata ’15