Morti mai

orologio-romaI Maniaci d’Amore tornano al Teatro dell’Orologio con il secondo spettacolo della Trilogia del gioco, Biografia della peste, anche questa volta diretti da Roberto Tarasco. La storia di una ricerca di sé che inizia con una separazione e finisce (per continuare) con un ricongiungimento.

Biografia della peste è la storia un ragazzo problematico ma allegro che, investito da un tram, o forse una macchina, si risveglia in casa propria e deve scontrarsi anche con l’incredulità della madre che non crede nemmeno a una parola di quello che dice. «Nella nostra famiglia, di morti, non ce ne sono stati mai!» grida convintissima. «E zio Enrico, morto di cancro?»; «Era una testa calda quello!».Niente, non c’è verso di farle capire che suo figlio sia morto. Ma andiamo con ordine.

Il ragazzo soffre di un deficit legato all’attaccamento morboso alla madre, un’invadente di prima categoria, apprensiva e chiacchierona. Una soluzione possibile, per sfuggirle e intraprendere un viaggio dentro se stesso e dentro l’amore, sarebbe riuscire a morire.

Il duo soddisfa le attese di un pubblico che, dopo aver visto il primo spettacolo della Trilogia, rimane stregato dall’intelligenza del testo di Biografia della peste. Gli ingredienti vincenti de Il nostro amore schifo, il non-sense, la brillantezza, l’ironia e il divertente cinismo, sono arricchiti, in questa pièce, da note poetiche che si inseriscono in uno spartito molto originale. I tre spettacoli (questa sera a domenica 7 andrà in scena Morsi a vuoto fino) pur non essendo capitoli della stessa storia, sono collegati poiché raccontano di relazioni interpersonali e di ricerca interiore in maniera assolutamente coinvolgente e accessibile a tutti. Gli importanti riferimenti letterari e non solo colpiscono nel segno e si adattano perfettamente alla storia.
La regia di Tarasco, questa volta più elaborata di quella del precedente spettacolo, è giusta nel presentarsi piena di sorprese. Maniaci e d’Amore confermano esperienza e bravura offrendo personaggi più complessi e sfaccettati del precedente capitolo. Lei, in particolare, si mostra più della prima volta, lavorando su più registri attoriali, potente nel dialetto messinese. Lui, Chris, un ragazzo autistico (anche se non si tratta esattamente di autismo, la gente del paese lo cataloga con questa definizione), è dolce e generoso con il suo personaggio e con il suo pubblico.
Con questo secondo spettacolo, i Maniaci d’Amore hanno riconfermato la gradita sorpresa di qualche giorno fa e ci rendono sempre più curiosi di gustare l’ultima parte di questo viaggio.

Lo spettacolo è andato in scena
Teatro dell’Orologio

via de’ filippini 17a, 00186, Roma
da martedì 2 a giovedì 4 febbraio 2016 ore 21

Maniaci d’Amore presenta
Biografia della peste
di e con Francesco d’Amore e Luciana Maniaci
regia Roberto Tarasco