E all’ottavo giorno fu concesso il bis

Dopo L’ottavo giorno, torna con Bis la coppia Ambra Senatore e Antonio Tagliarini, in una performance gestuale alienante e raffinata.

Partono dalla fine Ambra Senatore e Antonio Tagliarini, in procinto del bis che dà il titolo allo spettacolo, in prima milanese al Pim Off.

Lo spazio è bianco e vuoto e di musica, per adesso, non ce n’è; i due performer entrano ed escono di scena, tra attesa e imbarazzo, reiterando decine di volte quelli che dovrebbero essere gli applausi finali.

Salvo che il pubblico rimane immobile, frustrando ogni aspettativa. E il pubblico stesso attende che qualcosa accada, mentre l’unica cosa che si trova di fronte è il sorriso strampalato dei due performer che a loro volta attendono. Imbarazzo generale.

Inizia il gioco beffardo che confonde realtà e finzione, attesa e delusione, desiderio e insoddisfazione, in una trama gestuale perfetta al millimetro.

I due cadono, inciampano, sbagliano, si rialzano, si piazzano sul proscenio di fronte al pubblico divertito, tornano sui loro passi con ostinazione, se non con accanimento.

Provano e riprovano gli stessi gesti, con l’ansia e la tensione di un risultato che mai li soddisfa. Giocano con due sparute piante, unici e sbiaditi baluardi di una naturalità dimenticata nell’artificio della situazione.

Quello a cui stiamo assistendo è verosimilmente il percorso creativo che ha generato la messinscena: l’atto spettacolare svela i suoi artifici e la coreografia stessa diventa un viaggio metalinguistico all’interno della creazione artistica.

Finchè l’ultimo quadro non ci mostra la quintessenza della perfezione artificiale: un eden con tanto di prato plastificato, dove persino i rumori degli insetti escono da un amplificatore e le luci algide e ben orchestrate da Leonardo Bucalossi sono quanto di più lontano dal calore del sole si possa immaginare.

Le citazioni sofisticate (i cappucci verdi che avvolgono i volti dei danzatori nei passi a due ricordano il bacio paradossale de Gli amanti di Magritte e la loro incomunicabilità) convivono ironicamente con le trovate più bizzarre (i due attributi sessuali posticci applicati sugli slip che già omettevano la nudità dei sedicenti Adamo ed Eva) e lo sguardo è sempre ironico, più lucido di quanto vorrebbero far passare i sorrisi sornioni dei protagonisti.

Lo spazio vuoto converge lo sguardo su ogni dettaglio scenografico e gestuale ed è ciò che consente ai danzatori di permettersi tempi dilatati in cui vige la regola dell’omissione: gesti minimi e significativi, dove un battere di ciglia nel tempo giusto basta a far scaturire la risata.

La rappresentazione, grazie al Pim Off, si conclude con un incontro con la direttrice del teatro Barbara Toma e con la compagnia. Un dibattito piacevole, ma non necessario se non a ribadire il concetto espresso proprio da Ambra Senatore già sullo spettacolo l’Ottavo giorno: “Partiamo da qualcosa di semplice, di fragile, di aperto per cercare zone di dubbio, in cui la percezione del senso degli eventi slitti continuamente in direzioni inattese. Vogliamo creare una sottile con-fusione tra varie possibili interpretazioni della realtà, tra finzione, realtà, messinscena e autenticità. Cerchiamo uno spaesamento rispetto a ciò che ci si aspetta che accada”.

Lo spettacolo è andato in scena:
Pim Off
via Selvanesco, 75 – Milano
domenica 25 e lunedì 26 novembre
ore 20.45

Bis
Prima milanese
di e con Ambra Senatore e Antonio Tagliarini
musiche David Bowie, Domenico Scarlatti
luci Leonardo Bucalossi
un ringraziamento per la collaborazione a Filipe Viegas
produzione ALDES / PLANET 3