La vita non è che un recinto dove si gioca

teatro-dell-orologio-romaAll’interno della rassegna Exit, è andato in scena presso il Teatro dell’Orologio Buca di sabbia, efficace e suggestiva metafora dell’amore e del rapporto tra uomo e donna.

Raccontare una storia d’amore, ma anche la vita di coppia è come narrare le nevrosi caratteristiche delle relazioni sentimentali, gli stati di coscienza che attraversiamo quando ci innamoriamo, i dubbi e le perplessità sui limiti che vengono imposti alla nostra libertà e poi la scoperta di non poter mai realmente padroneggiare fino in fondo una nostra condizione mentale e interiore. Questa esigenza si prova da tempo immemore, in fin dei conti da quando è sorta la narrazione in tempi antichi. Il come raccontare e narrare tutto ciò è la parte più difficile, in particolar modo oggi, perché oltre al timore di ripetere un modello passato e scadere nel già visto, si rischia di precipitare nel retorico e nel patetico. Sullo sfondo resta sempre una questione, che segna l’orizzonte dell’arte drammaturgica come, probabilmente, di ogni altra modalità espressiva: come dire l’amore? Come raccontarlo, rappresentarlo, senza normalizzarlo e mortificarlo? Non stiamo facendo riferimento alla dichiarazione di amore a qualcuno, che già implica infiniti problemi, ma al racconto di una storia d’amore: come mettere in comunicazione l’esterno degli eventi con la spiritualità interna di chi sta vivendo quella cosa indefinibile meglio nota come “amore”?

Si tratta di un lungo incipit che ambisce a indicare esaustivamente la qualità dello spettacolo andato in scena l’11 e il 12 dicembre presso il Teatro dell’Orologio, dal titolo Buca di sabbia. Lo spettacolo, parte della rassegna Exit dedicata alla promozione culturale e teatrale delle realtà indipendenti della scena artistica, si inserisce all’interno di un progetto di grande prestigio. Perché Exit, nato nel 2009, ha rappresentato e continua a rappresentare un’opportunità unica per la città di Roma per sdoganare e promuovere realtà troppo spesso messe al margine, e che soffocano senza il supporto di istituzioni sempre più latitanti.

Un progetto autofinanziato e autoprodotto che paradossalmente (ma forse neanche troppo) riesce a offrire, come in questo caso, spettacoli ben più degni e significativi rispetto al circuito ufficiale dei teatri. Ma ci siamo dilungati fin troppo sulla rassegna, torniamo all’amore e a Buca di sabbia, portato in scena dal regista Gabriele Linari con gli ottimi Sabrina Dodaro e Tony Allotta, tratto dall’opera del giovane autore polacco Michal Walczak. Alla domanda sul come narrare una storia d’amore, apparentemente la più banale, la più ovvia, quella in cui chiunque di noi potrebbe ritrovarcisi, gli autori rispondono così: basta raccontare la storia di due bambini, che ripetono sempre gli stessi gesti e che sono gelosi della loro libertà e dei loro spazi, ma che poi, contro la propria volontà, si ritrovano a scoprire di essere capaci di pensare ad altri che a sé. Allora ecco che emerge il sentimento, ma il mondo dei bambini così come l’amore sono ambiti sfaccettati, contraddittori, perversi e inquietanti: l’universo fatato dell’ingenuità cela sempre un orizzonte fatto di pulsioni libidiche, per non parlare poi del senso di possessione che caratterizza soprattutto l’animale maschio rispetto alla femmina.

La buca di sabbia diventa palese ma efficace metafora della libertà personale, che si tenta sempre di mantenere rispetto a invasioni esterne condotte dalla partner di turno, prima di giungere alla fine quando diventa evidente che indietro non si torna mai, e che passare attraverso un grande amore fino al suo esaurimento è un’esperienza lancinante che sconvolge nel profondo. Incredibile come tutto ciò possa venire restituito in una storia dove i piani dell’infanzia e dell’età adulta continuano incessantemente a scambiarsi di posto, fino a rendere evidente come noi adulti restiamo sempre un po’ bambini, ma che anche i bambini nella loro apparente innocenza sono già adulti. La sabbia sulla scena avrebbe reso l’allestimento più incisivo e sicuramente più accattivante, mentre la scelta è stata quella di lasciare tutto all’immaginazione dello spettatore.

A parte ciò Buca di sabbia è una splendida occasione di riflettere sull’amore e sull’andamento che spesso la vita di ciascuno di noi prende a partire da esso.

Lo spettacolo è andato in scena:
Teatro dell’Orologio

Via De’ Filippini 17/a – Roma
11-12 dicembre, ore 21.00

LABit/La scaletta presenta
Buca di sabbia
di Michal Walczak
regia di Gabriele Linari
con Sabrina Dodaro, Tony Allotta