Campi magnetici e deflagrazioni sonore

nuits-de-fourviere2014Il Festival Les Nuits des Fourvière ha accolto i Mogwai, la straordinaria band scozzese che, oramai da venti anni, propone un’importante ricerca musicale intorno al post-rock. Una serata di altissimo livello, che ha visto esibirsi anche i canadesi Timber Timbre.

Compagna insistente dei festival estivi, la pioggia non si fa attendere nemmeno questa sera. I canadesi Timber Timbre aprono le danze di questa fredda ed umida serata, proponendo una buon’ora di concerto che mostra tutte le sfaccettature della loro musica. Pezzi rock che si avventurano verso le lande della sperimentazione per ritornare su territori più conosciuti come il folk o il blues. Uno stile che affonda le proprie mani in una tradizione musicale prettamente d’oltreoceano ma, con la voce calda e avvolgente del suo leader, Taylor Kirk, parla ad ogni bravo cultore di musica. Una strizzatina d’occhio ad un certo psichedelismo inglese degli anni Settanta si alterna alla creazione di ballate venate di blues, dove le chitarre decadenti stillano note intense, come gocce di whisky da degustare (come in Low Commotion).

La pioggia continua a scendere fitta ed abbondante quando sul palco arrivano loro, i paladini del post-rock scozzese. Senza troppe cerimonie, il gruppo attacca subito con Heard About You Last Night, incipit del loro ultimo e necessario album, Rave Tapes. Il brano serve per acclimatare il pubblico all’esperienza sonora e visiva che avrà luogo poco dopo. Il violino e le tastiere marcano il tempo e indicano il battito che il cuore deve seguire per accedere a quest’esperienza. Friend of the Night prosegue in questa linea come la successiva Take Me Somewhere Nice. I primi pezzi mostrano una dolcezza notturna: sono delicate ballate post-rock che non necessitano di parole per accedere alla comprensibilità. Giunge poi l’ora di Master Card, un’altra canzone tratta dall’ultimo album. Accordi power rock inaugurano la parte di concerto più energico dove il suono inizia a caricarsi e ad ottenere un corpo che la profusione di amplificatori e di casse suggeriva fin dall’inizio.

I Mogwai propongono un set che pesca accuratamente nel proprio (ricco) repertorio, fino a pezzi rari come Ithica 27ø9 che, in perfetto stile post-rock, apre su note dolci e malinconiche, per poi esplodere in una carica sonora pervasiva. Tanto l’uditivo quanto il visivo sono chiamati a partecipare di un’esperienza estetica di grande livello. I Mogwai hanno scelto di proporre una scena ricca di effetti e di luci che si rivolgono principalmente al pubblico, mentre la band rimane, fondamentalmente, immersa in una densa oscurità.

Durante Mexican Grand Prix emerge l’aspetto vocale, ma esso rimane sempre soffocato, tra l’effettato e il sospirato, e si avvicina ai giri vorticosi degli Archive. Auto Rock è una cavalcata, che potrebbe non terminare mai, verso un apogeo musicale disperatamente cercato. Ecco che una delle caratteristiche della ricerca musicale di gruppi come Mogwai, Godspeed You! Black Emperor, Thee Silver Mt. Zion Memorial Orchestra, Tortoise (ovviamente, tutti quanti imbevuti delle poche e rivoluzionarie composizioni degli Slint) emerge con chiarezza. Brani perlopiù strumentali, costruiti su di una paratassi che sposta sempre più in là il compimento del desiderio. Uno slittamento che sospende il compiersi per mostrare il lato inquieto e sensuale dell’attesa infinita. Il ritmo di How to Be a Werewolf e di Deesh promette una realizzazione che non si compie mai.

Prima degli encore, i sei scozzesi regalano ancora una perla dall’ultimo album, Remurdered, e un brano più datato, We’re No Here. Remurdered è una bomba sganciata sul Grand Théâtre, dove l’elettronica e il grumo pesantemente rock si scontrano creando un suono potente e distorto e le linee melodiche si moltiplicano, lasciando l’ascoltatore in un’immersione panica, mentre We’re No Here è l’accompagnamento ideale, e distorto, verso la chiusura del cerchio. Hunted by a Freak e Mogwai Fear Satan chiudono un grande concerto che, tanto a livello musicale quanto a livello visivo, ha mostrato una cura di rara ricchezza ed intensità.

 

Les Nuits de Fourvière ont accueilli Mogwai, le groupe post-rock écossais qui bâtit, depuis vingt ans, un imaginaire post-cinématographique pourvu d’un son riche et puissant. Un concert-spectacle qui a été enrichi par un visuel magnifique et envoutant. Les canadiens Timber Timbre ont assuré la première partie en montrant un mélange de rock, de psychédélie et de blues.

 

Set Mogwai
Heard About You Last Night
Friend of the Night
Take Me Somewhere Nice
Master Card
Ithica 27ø9
White Noise
Mexican Grand Prix
Auto Rock
How to Be a Werewolf
Deesh
Remurdered
We’re No Here

Encore
Hunted by a Freak
Mogwai Fear Satan

 

Lo spettacolo è andato in scena:
Grand Théâtre – Parc archéologique de Fourvière
6 rue de l’antiquaille – Lione (Francia)
domenica 6 luglio, ore 21.00

 

Il Festival Les Nuits de Fourvière presenta
Mogwai (+ Timber Timbre) en concert

Stuart Braithwaite – chitarra, voce
Dominic Aitchison – basso, chitarra
Martin Bulloch – batteria
John Cummings – chitarra, programmazioni
Barry Burns – tastiera, chitarra, synth, flauto, cori
Luke Sutherland – violino, chitarra, cori

www.nuitsdefourviere.com