Della materia senza fine di Napoli

Una serata magica all’Odéon del parco archeologico di Lione. Dopo aver seguito l’edizione del 2013, torniamo con piacere ad occuparci del Festival Les Nuits des Fourvière e della sua ricchissima programmazione. Iniziamo con Cantami una poesia, il canto di amore per Napoli dei fratelli Servillo.

L’appuntamento con il nostro Paese sta diventando una piacevole consuetudine del Festival Nuits de Fourvière di Lione. Dopo la Nuit Italienne del 2013 (https://teatro.persinsala.it/nuit-italienne/8322), che vide esibirsi sul palco dell’Odéon Piers Faccini accompagnato da Vincent Segal, il Gianmaria Testa Quartet e il Canzoniere Grecanico Salentino, quest’anno la scelta è caduta sui fratelli Servillo, Toni e Peppe, autori di Cantami una poesia, uno splendido spettacolo dedicato a quella città di terribile bellezza che è Napoli.

Due generose ore di canzoni, poesie, riflessioni intorno e all’interno di Napoli, luogo che non può che stupire, in continuazione, e che provoca sensazioni e reazioni contrastanti. L’incipit è affidato alla sciamanica interpretazione che Toni adotta declamando Napule, un testo di Mimmo Borrelli che affonda le mani nella materia in ebollizione della città campana. Tra blasfemia e dolci carezze, Borelli mostra uno sguardo tanto lucido quanto impegnato. Una città che è molto più che un insieme di anime. Un luogo concepito come un corpo vivo, in continuo movimento, contemporaneamente malattia e medicina.

Si continua con Tarantella del Vesuvio di Antonio di Francia, Canzone appassiunata di E. A. Mario, Fravecature e ‘O guappo ‘nnamurato di Raffaele Viviani. Tra composizioni originali e titoli che provengono dalla grande tradizione napoletana, i fratelli Servillo si danno il cambio sul palco e le loro apparizioni sono scandite dalla musica del Solis String Quartet. Dall’Odéon di Lione si alza un grido sublime, capace di mettere in cortocircuito gli stereotipi che si sono incancreniti nelle nostre menti. Napoli profonda, viva, sporca: Napoli non può essere semplicemente cantata ma gridata, scandita. E la schizofrenica interpretazione di Toni e Peppe disegna questo progetto eccessivo. Come, d’altro canto, il luogo nel quale questi brani sono nati e al quale sono dedicati. Toni dimostra una grande prova attoriale, sincera, piena e Peppe, danzatore, marionetta, sembra condensare nelle sue movenze molta della cultura napoletana: le mimiche e i gesti di Totò, l’ebbrezza della tarantella, le braccia che dirigono melodie sentimentali.

Non mancano dei brani dalle pièce di Eduardo come, per esempio, quella vicenda di Vincenzo De Pretore, in grado di terremotare le più profonde certezze divine, creando panico e confusione addirittura in Paradiso. Un dialogo con San Pietro, Gesù Cristo e Dio stesso che, radicalizzando tutto il surreale di una situazione particolare, dimostra la superiorità dell’intelligenza di un semplice mariuolo rispetto alla perfezione celeste.

Alcune canzoni recenti, tratte anche dal repertorio di quell’elegantissimo gruppo che sono gli Avion Travel, di cui Peppe è il leader, si alternano a brani che oramai fanno parte del patrimonio musicale mondiale, come Maruzzella e Dove sta Zazà?. E il pubblico, in gran parte composto da nostri connazionali, apprezza e si emoziona.

Toni e Peppe Servillo sublimano Napoli sguazzando nella melma, nei bassifondi, negli umori più terreni, nella spazzatura, tra piccoli criminali e suicidi. Napoli risorge dai fatti di cronaca perché li trascende senza negarli. I fatti sono fatti, certo, ma il modo con il quale si raccontano permette l’installarsi di un tremolio che diviene terremoto, spasmo articolato. È realistico disincanto, così radicale da divenire atto d’amore. Poesia che stilla dalla sofferenza e dalla normalità degli uomini.

Napoli marinara, Napoli cantante con voci ondulate che fanno riecheggiare tutto il bacino del Mediterraneo, tutta la ricchezza e la varietà degli umori marini di innumerevoli Paesi. Uno spettacolo che non può lasciare indifferenti, proprio come la città che dipingono. Napoli, non si può che amare.

Cantami una poesia est l’acte d’amour que Toni et Peppe Servillo ont conçu pour la ville qui, par sa terrible beauté, fascine le monde: Naples. Accompagnés par le Solis String Quartett, les frères Servillo ont fait vibrer les sonorités des poésies et des chansons napolitaines, dans un spectacle qui a montré les milles âme de cette incroyable ville. Les rendez-vous avec l’Italie sont devenus une agréable habitude du Festival Les Nuits des Fourvière. Après la Nuit italienne de l’édition de l’année passée (avec Piers Faccini et Vincent Segal, le Gianmaria Testa Quartet et Canzoniere Grecanico Salentino), voici une nouvelle proposition réussie du plus grand festival estival lyonnais.

Lo spettacolo è andato in scena:
Odéon – Parc archéologique de Fourvière
6 rue de l’antiquaille – Lione (Francia)
venerdì 13 giugno, ore 22.00

Il Festival Les Nuits de Fourvière presenta
Cantami una poesia
con Toni Servillo, Peppe Servillo
e il Solis String Quartet: Vincenzo Di Donna e Luigi De Maio (violino), Gerardo Morrone (viola), Antonio Di Francia (violoncello e chitarra)
www.nuitsdefourviere.com