Diventare adulti

spazio-tertullianoSandro Mabellini porta in scena un grande classico materializzando sogni e tensioni dell’infanzia.

Allo Spazio Tertulliano di Milano si riconferma il felice connubio tra lo scrittore Joël Pommerat, famoso in tutta Europa per la sua rilettura dei classici delle fiabe in chiave contemporanea, e Sandro Mabellini, che riprende nuovamente il commediografo francese dopo la Cenerentola portata in scena nel 2013.
Quella di Pommerat è una Cappuccetto Rosso reinterpretata in chiave psicanalitica e iniziatica, è la storia di una bambina con una difficile situazione famigliare che dovrà superare una serie di prove per riuscire a entrare nella vita adulta e ottenere la serenità emotiva.
La trama è semplice, lineare e composta da tre soli attori: un padre-narratore, una figlia e una madre che lo ascoltano e che divengono, man mano, le protagoniste del racconto.
In uno spazio scenico composto da un semplice fondale nero e pochissimi altri oggetti, la voce trainante dell’intero spettacolo è quella del bravissimo Riccardo Festa, narratore e commentatore dell’intera vicenda che riesce, grazie a un linguaggio semplice e scarno, a coinvolgere emotivamente sia adulti che bambini; alle attrici Caroline Baglioni e Cecilia Elda Campani spetta invece il compito di dare corpo a tale racconto, dapprima mimando le parole del padre, per poi diventare sempre più protagoniste della vicenda.
Caroline Baglioni è sia una Cappuccetto Rosso ansiosa di crescere e di essere considerata grande, sia la dolce nonna sempre più affaticata dalla vecchiaia; Cecilia Elda Campani presta invece il volto alla bellissima madre della bambina, troppo indaffarata per occuparsi di lei (se non per giocare a impersonare delle tremende creature), e al feroce lupo, incarnazione di timori e inquietudini della protagonista.
L’utilizzo di grandi maschere bianche indossate dalle attrici permette di cogliere un certo parallelismo tra la bimba-nonna e tra la madre-lupo, rappresentanti rispettivamente l’innocenza e la tensione.
Il successo dello spettacolo è indubbiamente reso dalla riuscita manipolazione sia dei codici sonori e visivi, che creano un’atmosfera ipnotica e onirica, sia dal ritmo del racconto che non prevede mai un tempo morto, ma si sussegue invece in maniera frenetica e angosciante, terminando con l’assalto a Cappuccetto Rosso (marcando l’allusione alla violenza sessuale implicita in tale atto), per poi congelare questa tensione con il ritorno al salotto famigliare da cui era cominciata la narrazione.
Lo spettacolo ha senza ombra di dubbio reso giustizia alla reinterpretazione di Pommerat, portando a teatro una Cappuccetto Rosso assolutamente contemporanea, le cui insicurezze nascono da una madre distante e che, in mancanza di una guida sicura, finisce per cadere vittima dei pericoli del mondo nel difficile percorso di iniziazione alla vita adulta. Lo spettacolo, tuttavia, non scorda mai le sue radici fiabesche e risulta nel suo insieme piacevole e godibile per tutte le età.

Lo spettacolo è andato in scena
Spazio Tertulliano
via Tertulliano 68, Milano
dal 25 febbraio all’8 marzo 2015

Cappuccetto rosso
di Joël Pommerat
regia Sandro Mabellini
con Riccardo Festa, Caroline Baglioni, Cecilia Elda Campani
traduzione di Federica lacobelli
costumi di Chiara Amaltea Ciarelli
organizzazione di Lisa Momentè
collaborazione con Fondazione sipario Toscana onlus, Beat72, Centro di Palmetta