Seguendo una rana di pezza sulle tracce della famosa bambina con la mantella rossa: grandi e piccoli saltellano felici tra risate, travestimenti, coinvolgimento e qualche inevitabile lentezza macchinosa. Perché al Ventaglio Smeraldo, al posto del foyer, c’è la Casa delle Storie.

Sicuramente vedere il papà vestito da taglialegna con l’immancabile camicia a quadretti fa bene, all’umore e all’orgoglio.

Sicuramente quando le mamme si mettono in testa un imbuto frondoso e diventano gli alberi del bosco, anche i lupi che si aggirano tra le ombre diventano meno spaventosi, e sconfiggerli si trasforma in un gioco possibile. Sicuramente scoprire che le sveglie hanno un nome, i caminetti rispondono alle domande e i ferri da stiro possono anche dormire male è una sorpresa bella, che fa sentire accolti e a casa.Anche solo per questi motivi il lavoro della Casa delle Storie sarebbe lodevole. Se poi si aggiunge la possibilità per dei bambini anche piccolissimi di entrare nello spazio magico del palcoscenico e seguire la protagonista sulla strada per la casa della nonna, accompagnati da personaggi sorridenti e scene in movimento, Cappuccetto Rosso diventa un’esperienza davvero emozionante, insolita e completa.

A partire dall’ingresso, dove sono due attori in costume a togliere i cappotti ai bambini,  tentando così (purtroppo a fatica, tra giacche, giacconi e apprensioni materne) di trasportare da subito i piccoli ospiti nell’atmosfera fiabesca, in una dimensione diversa da quella quotidiana.

La scenografia incanta, per semplicità, equilibrio e fantasia, ed è sufficiente a ricreare i luoghi in cui Cappuccetto si muove, curiosa e attenta, vivace e gentile: l’esterno diventa interno, la strada diventa bosco, il bosco si trasforma in casa e i muri di casa, alla fine, diventano trasparenti. A guidare gli “spettattori” nella storia, una rana di stoffa, molto bella ma purtroppo poco comunicativa nella sua staticità cieca, poco pronta a seguire i bambini nelle loro reazioni nonostante la sua irresistibile simpatia. Tra fiori e foglie Cappuccetto Rosso, e con lei il pubblico, incontra amici e amiche, momenti di gioco più o meno originale –  bello e importante vedere la mamma cimentarsi nel mezzo salto della lepre mettendosi esattamente allo stesso livello del figlio – e consigli.

La necessaria ma davvero troppo lunga introduzione sulle modalità del gioco-spettacolo e le lentezze – a tratti noiose – dei cambi scena si dissolvono con grazia nella musica, ottimamente scelta e ben combinata con gli altri effetti sonori, che con l’aiuto di qualche semplice ma efficace gioco di luce riesce a far correre qualche brivido anche nella schiena dei più grandi.

Molto bravo Giovanni Lucini, regista nonché lupo sulla scena, che dirige con estrema calma il traffico tra platea e palco e spaventa con moderazione, senza cadere nella tentazione della paura fine a se stessa.

Così, tra momenti più coinvolgenti e altri meno intensi, la fiaba arriva al termine: nonna e nipote vengono liberate a colpi di forbice, le piccole cappuccette rosse riempiono esterefatte la pancia del lupo di sassi e anche se non si capisce bene la fine che farà il cattivo e le ultime azioni sembrano lanciate in una corsa contro il tempo, i buoni trionfano e il messaggio («Attenti al lupo!”) passa e il pubblico si alza soddisfatto.Per finire, solo una domanda provocatoria sulla praticità della morale trasmessa: nella vita vera, i lupi come si riconoscono?

Lo spettacolo continua:
Teatro Ventaglio Smeraldo

Bastioni di Porta Nuova, 12 – Milano
sabato 27 Novembre, domenica 16 Gennaio, sabato 19 Febbraio,
domenica 6 Marzo, sabato 2 Aprile, sabato 14 Maggio
orari: il sabato ore 15.30, la domenica ore 11.00

Cappuccetto Rosso
di Elisabetta Milani e Giovanni Lucini
adattamento e regia di Giovanni Lucini
con Selene Gallo, Giovanni Lucini, Anna Panzone, Andrea Rutta