Ars in itinere

Sul modello di una consuetudine in Germania, la prima edizione di Casa con vista.

Metti, una sera di maggio, uno dei quartieri più pittoreschi al mondo, Trastevere, nel cuore di Roma. I vicoli raggomitolati su piazze frenetiche di voci e passi, gli scorci che allettano lascivi la caterva di obiettivi fotografici collocati a ogni angolazione, la dolce sorpresa di rampicanti agili lanciati da un cornicione all’altro, appesi a non si comprende cosa, forse al concetto stesso di bellezza. Metti una passeggiata nel flusso popolare che scorre costante in un fine settimana assolato, prende e perde tempo a oltranza, in un bar a piazza San Calisto o vagabondando lungo via della Pelliccia, a zonzo, cogliendo ispirazione dall’architettura ingolfata tipica dei quartieri edificati per contenere stranieri e indigenti, per l’appunto siriani ed ebrei di secoli fa, stanziati al di fuori delle mura imperiali. Mettiamo pure che, camminando per i vicoli, non si possa fare a meno di sbirciare alle finestre, cogliere uno spicchio di salotto di qua, un brano di libreria di là, una fetta di camera da letto giù in fondo e ci si domandi come sarebbe vivere in quella casa, quale i quadri che si appenderebbero alle pareti. Allora, alle prime avvisaglie di una montante sindrome di Stendhal, non poter evitare di suonare il citofono ed essere accolti dai proprietari di quegli appartamenti, fare due chiacchiere e scambiare le diverse opinioni riguardo allo stato dell’arte, insieme agli artisti, le loro opere, collezionisti e appassionati. Non è un’idea così audace, come dimostra uno dei progetti più innovativi degli ultimi anni, Casa con vista.

Quindici sono i proprietari che hanno aperto la propria casa trasteverina agli artisti, i quali hanno condiviso opere già realizzate o hanno lavorato sull’ambiente a loro disposizione in un’esibizione di soli due giorni, il 12 e 13 marzo. Sulla scia di una rassegna ormai annuale a Berlino, Roma si adegua al nuovo corso. Una grande iniziativa, sintomatica di un comune senso di insoddisfazione riguardo alla gestione culturale in atto. Sdoganata dalla tirannia dei soliti patroni, distante dai templi canonici di gallerie e palazzi delle esposizioni, l’arte ritrova il contatto diretto con il pubblico, il gusto antico dei mecenati, offrendo l’opportunità di immergersi in un mondo ormai fin troppo elitario, demandando all’arte stessa il compito di creare una nicchia di fruitori (notoriamente il concettuale effettua una selezione all’ingresso), non più osservatori passivi che reclamano emozioni pari al costo di un biglietto, ma partecipanti attivi, chiamati a pianificare un percorso, ricercare indirizzi, salire e scendere scale per il piacere della scoperta, della condivisione. L’estetica interamente mirata al pubblico entra in sinergia con lo spazio privato e lo sfida, se ne appropria, lo subisce. Così si confrontano le diverse soluzioni, le idee più fresche e stimolante, libere da coercizione pilotate.

E sono nomi importanti quelli che hanno aderito al progetto, contribuendo con opere d’arte figurativa – Peter Flaccus, Jonathan Hynd, Edith Urban, Giuseppe Salvatori, Pietro Mottola, sonora – Mauro Vitturini, Francesco Impellizzeri, i video di Daniela Perego e con le diverse installazioni – in scatola di Heather Allen, la dissociazione semantica tra elemento referente, il latte, e significato nello studio di Anita Calà, il contrasto cromatico e la verticalità aerea di Daniela Monaci, gli ambienti concepiti da Carolyn Angus, la riflessione sull’ispirazione delle idee di Elena Arzuffi, l’interessante focus percettivo di Diego M. Mirabella. Una mostra che è una passeggiata, un museo che è una casa, un artista che è un ospite.

La zona dove ora sorge Santa Maria in Trastevere contiene probabilmente petrolio nel sottosuolo, come suggeriscono emanazioni di gas rilevate nel corso dei secoli. Ma prima di scavare in cerca di ricchezza è bene riflettere su ciò che dà valore al centro storico romano e laddove possibile custodirlo, come in questo caso, conservarlo da un nefasto corso degli eventi che rischia di logorare anche il marmo più resistente.

L’evento ha avuto luogo:
quartiere Trastevere – Roma
sabato 12 e domenica 13 maggio, dalle ore 17.00 alle ore 21.00

Casa con vista
http://casaconvista.tumblr.com/