Al Teatro Ventaglio Smeraldo continua la rassegna per bambini La Casa delle Storie: una fiaba per scoprire che diventare grandi è difficile ma bello, e che tutte le streghe, alla fine, muoiono.

L’ingrediente principale dello spettacolo, il più efficace, è quello che caratterizza anche le altre produzioni de La Casa delle Storie: la possibilità di essere, tutti, genitori e bambini, spettattori, cioè di avere accesso, a turno,a quello spazio magico che è la scena, e non solo da visitatori, ma da attivi personaggi, diventando così parte integrante e fondamentale della storia che la rana di pezza decide di volta in volta di raccontare.

Anche il narratore – la rana – resta quindi invariato; invariata l’accoglienza all’ingresso, invariati i giovani interpreti, invariata parte della scenografia (i bei pannelli ruotabili capaci di rivelare, ad ogni movimento, una scena diversa, già visti in Cappuccetto Rosso, dove le loro potenzialità vengono più ampliamente sfruttate). Tanto meglio: se degli elementi funzionano, se sono vincenti, perchè sostituirli?

Di diverso, invece, c’è la cura con cui questa fiaba, già di per sé ricca di simbologie e significati, viene rappresentata. Una cura che investe ogni ambito, a partire dall’ottimo adattamento del testo al palcoscenico tenendo come riferimento l’interpretazione pedagogica di Bruno Bettelheim (cfr. Il mondo incantato. Uso, importanza e significati psicanalitici delle fiabe), o dalla lentezza con cui scende il primo buio in platea, così dolce e graduale che i bambini, persino i più piccoli, questa volta non hanno paura.

Bello l’uso dello spazio, sfruttato nella sua completezza nel tentativo di trasformare ogni limite in potenzialità (la rassegna viene infatti rappresentata nel piccolo foyer del Teatro Ventaglio Smeraldo), e belle le luci, capaci di ricreare, con l’aiuto della musica sempre ottimamente scelta, magiche atmosfere lunari o assolati pomeriggi in piazza. Belli gli elementi tridimensionali della scena, funzionali, comunicativi e originali (il letto verticale, la gabbia col trucco, il forno con gli occhi), belli i giochi proposti ai bambini, coinvolgenti e pertinenti sia con la storia che con l’ambito recitativo (uno per tutti quello del cuoco pasticcione, in cui i bambini, per non pensare alla fame, inventano ricette più o meno fantasiose e mimano la preparazione e la degustazione dei manicaretti); bella l’interazione della rana coi bambini, che tenta, a differenza degli altri personaggi, di instaurare con loro un rapporto, uno scambio, un dialogo in cui essi si sentano veramente necessari e presenti.

Bella, infine, la cura nel linguaggio. È difficile parlare di fame, della fame che costringe dei genitori ad abbandonare i figli nel bosco, e il rischio di essere fraintesi o poco comprensibili è alto; questa volta La Casa delle Storie centra pienamente l’obiettivo, trovando le parole e lo stile giusti per trasmettere davvero i messaggi al suo giovane pubblico. Forse, purtroppo, il finale è ancora una volta troppo veloce, così che l’uccisione della strega e il ritorno a casa ricchi e, soprattutto, cresciuti, passano un po’ inosservati, la scena non riesce a raggiungere il tono trionfale che avrebbe potuto avere, e la gioia per la vittoria, invece che essere condivisa in un bel momento di festeggiamento corale e sincero, resta quieta negli animi. Forse, ma Hansel e Gretel resta uno spettacolo piacevole e ben riuscito.

La scena migliore? Sicuramente quella degli uccellini che mangiano le briciole lasciate cadere da Hansel per non perdere il sentiero, quando, nella luce dell’alba e sulle note di una musica perfetta, le sorridenti mamme diventate per qualche attimo volatili, saltellano rassicuranti e allo stesso tempo minacciose sotto gli occhi sgranati dei piccoli.

Lo spettacolo continua:
Teatro Ventaglio Smeraldo
Bastioni di Porta Nuova, 12 – Milano
Domenica 6 Febbraio, sabato 26 Febbraio, domenica 20 Marzo, domenica 10 Aprile, sabato 30 Aprile.
Sabati ore 15.30, domeniche ore 11.

Hansel e Gretel
di Elisabetta Milani e Giovanni Lucini
con Jacopo Fracasso, Giovanni Lucini, Anna Panzone, Paola Passarello
adattamento e regia di Giovanni Lucini