Una, dieci, cento, troppe cose!

/Al Teatro Libero è di scena la declinazione della vita quotidiana nei suoi molteplici aspetti, guidata da una frenesia che non lascia scampo.

Come siamo noi, con le nostre abitudini, le nostre azioni quotidiane, le nostre paure e le nostre gioie, visti da fuori? Si può avere un’idea piuttosto precisa andando a vedere lo spettacolo di Mario Coccetti intitolato – non a caso – Cento cose.

Ormai la vita è fatta di ritmi frenetici e l’importante è riuscire a fare più attività possibili nell’arco di una giornata: lavorare, incontrare gli amici, guardare la televisione, andare in palestra, uscire la sera per divertirsi.
La Compagnia della Quarta offre un’ora di riflessione su tutto ciò, senza tralasciare nessun particolare. Il corpo e le azioni sono il fulcro attorno al quale ruota tutto lo spettacolo: un viaggio di circa ventiquattro ore attraverso le sensazioni fisiche e i movimenti dei tre energici e atletici interpreti – Silvia Magnani, Patrizia Proclivi e Alessandro Migliucci. Una vera e propria combinazione di corpi che riesce a comunicare con il pubblico senza usare la voce, quasi costantemente accompagnata dalla musica elettronica di Aphex Twin – che amplifica il senso e il ritmo delle azioni.

La drammaturgia è piuttosto lineare, salvo qualche punto in cui non è perfettamente intellegibile e ricollegabile al contesto – ma si può ipotizzare un voluto effetto di straniamento.

La coreografia, invece, è efficacie sotto tutti i punti di vista, ha i tempi giusti per reggere lo svolgersi del racconto e, a volte, sembra rimandare a quel retrogusto amaro del Teatro-Danza di Pina Bausch – si veda, ad esempio, la scena in cui Alessandro Migliucci “suona” il violino seduto su una sedia e – come in un fotogramma – cade steso a terra / si rialza / si siede / torna a suonare e ricade per un certo numero di volte, sempre più velocemente: il tutto non appare come una sorta di citazione dal meraviglioso Cafè Muller?
Ottima ideazione, quindi, alla base di uno spettacolo estremamente godibile, supportata anche da tecniche video quali la proiezione – alle spalle degli interpreti – di frasi che scandiscono i momenti della giornata o che raccontano le azioni degli attori – come in un film muto – e di immagini in cui Andrea Rizzi, in giacca e cravatta, pilota i gesti e le reazioni come un marionettista – Deus ex machina della rappresentazione, figura che forse rimanda a un burattinaio che controlla la nostra esistenza?

La somma di tutto ciò produce un’esperienza inusuale e, in certo senso, unica nel suo genere, che vale la pena di provare.

Lo spettacolo continua:
Teatro Libero
via Savona, 10 – Milano
fino a venerdì 25 marzo, ore 21.00

Cento Cose
regia e coreografia Mario Coccetti
con Silvia Magnani, Alessandro Migliucci, Patrizia Proclivi e Andrea Rizzi
costumi Cristina Gamberini
musica Aphex Twin
montaggio video Lorenzo Cimmino