Io e te da sole

In occasione dell’evento La nuit de la chatte – rock e teatro contro la violenza sulle donne, Francesca Romana Miceli Picardi ha presentato, all’Angelo Mai, una preview teatrale che ha commosso ed esaltato il pubblico.

Renata e Irma non si conoscono. Abitano in due città diverse – Roma una, Napoli l’altra – e conducono vite diverse. Eppure una terribile somiglianza le lega, al di là delle distanze geografiche e sociali: l’esperienza del dolore, del degrado, di forme ignobili di violenza. Entrambe vivono di questo, ogni giorno, perseguendo la conquista di una dignità riconosciuta e definitiva, oltre la vergogna di sé, la solitudine, la rinuncia.

Renata fa la prostituta. Batte la strada da una vita, conosce gli uomini e le loro turpi voglie, le loro fragilità, i bisogni. Irma invece è una casalinga. Il suo tempo è scandito dai panni stesi, i colpi di straccio, le botte del marito.

Donne invisibili, sintomi di un tessuto sociale disgregato e di rapporti umani lacerati. Vittime della paura e del silenzio, Renata e Irma impongono la loro forza d’animo sopra ogni altra pulsione, accettano con stoica pazienza il disprezzo e lo scherno che vengono rivolti loro, dissimulando un malcelato odio verso se stesse, per l’inspiegabile permanenza in una vita di orrori, senza il coraggio di tramare una fuga, una distruzione di tutto quanto, per poi rinascere, pezzo a pezzo, altrove.

Gradualmente, in un crescendo discreto ma implacabile, emerge la verità intima – anch’essa comune – delle protagoniste: Renata e Irma restano perché credono profondamente di non meritare una vita migliore, perché nel quotidiano reiterarsi della sottomissione si sono persuase di essere predestinate a questo e di non poter cambiare il corso degli eventi.

Il dolore, inteso come assoluta negazione di benessere, emana da ogni singola parola pronunciata in scena. Francesca Romana Miceli Picardi regala al pubblico un’interpretazione viva e appassionata delle donne da lei create: il trasformismo linguistico di cui è capace le consente di passare dal romanesco al napoletano come fossero entrambi suoi dialetti d’appartenenza, e contribuisce a creare l’illusione che di volta in volta sia davvero una donna diversa a parlare sul palco.

Ma a determinare la potenza di questa rappresentazione è soprattutto la rara dote di far ridere nella tragedia: la Miceli Picardi alterna con destrezza i registri comici a quelli drammatici, misurandone i tempi con precisione millimetrica, e al termine dello spettacolo – che prevede in realtà quattro storie di donne, ma è qui proposto in formato preview – lascia nel pubblico il profondo rammarico di non aver assistito alla rappresentazione integrale.

Lo spettacolo è andato in scena:
Angelo Mai
via delle Terme di Caracalla, 55a – Roma
martedì 8 marzo
orari: ore 21.00
(durata 45 minuti circa senza intervallo)

Chi è senza paura scagli la prima pinzetta
di Francesca Romana Miceli Picardi
con Francesca Romana Miceli Picardi