Povera Italia

Evidenziando le differenze, i costumi e la mentalità delle altre popolazioni europee rispetto al nostro paese, Antonio Giuliani torna al Teatro Olimpico di Roma con un nuovo dirompente show dal titolo Chi non muore… si rivede, in scena fino al 4 novembre.

Una gigantografia del mondo che sembra lo studio di un telegiornale con uno schermo al centro, sul quale s’alternano slide e filmati, è la scenografia in cui si muove Antonio Giuliani, che ha deciso di sparare a zero sull’Italia che stiamo vivendo, facendo i nomi e soprattutto i cognomi di coloro che ultimamente hanno affondato il nostro paese, visto che il comico stesso dirà: «È stato rovinato da due manovre: quella di Mario Monti e quella di Schettino». Tutto ciò dopo aver salutato il suo pubblico in varie lingue, credendo ormai l’italiano morto, sepolto dall’extracomunitario nelle vesti di badante e pizzaiolo, ma Chi non muore… si rivede e il suo pubblico è tutto per lui, entusiasta e pronto per ascoltare il suo umorismo sfrenato.
Il monologo continua elencando tutti coloro che hanno contribuito a dare una brutta immagine dell’Italia e cita – tra una serie incontenibile di battute – Alex Schwazer, trovato positivo a un controllo antidoping in occasione delle Olimpiadi dello scorso luglio. Un filmato che lo mostra in lacrime lo contrappone alle risate del pubblico che successivamente applaudirà quando vedrà proiettata sullo schermo l’immagine di Zanardi: un vero simbolo stavolta.
Federica Pellegrini e di nuovo il Presidente Monti saranno presi di mira quando lo sport ancora sarà protagonista nelle parole del comico, prima di passare a elencare tutte le professioni che ormai stanno scomparendo, come quella del macellaio e del “pizzicarolo”.
La crisi dunque al centro dello spettacolo, che attraverso la spontaneità di Giuliani permette a tutti di riderci sopra, e di annuire, avendo in molti pensato a quanto l’attore sappia ben proclamare in scena.
«Di tre persone, solo una di queste lavora, gli altri due fanno i politici» afferma, e il tema della disoccupazione prende campo prima di un simpatico confronto con gli altri paesi europei, oggetto di buona parte dell’ora e mezza che trascorre allegramente.
I garçon francesi con l’ipad per scrivere il menù, gli svizzeri così precisi e così amanti della cioccolata, che secondo Giuliani fa venire la colica: «centodiciotto fa rima con cagotto» motivo per cui sulla loro bandiera c’è la croce; le regole tedesche, la cultura della bicicletta in Olanda, l’efficienza degli svedesi – tra loro «non c’è un moroso, so’ tutti biondi!» dice – e ancora il nudismo praticato nelle Salinas spagnole contrapposto a quello di Capocotta in cui ci sono «solo persone anziane coi gioielli di famiglia appoggiati a terra».
«Un popolo particolare sono i cinesi, stanno da tutte le parti tranne che al paese loro» continua, fino a elencare varie caratteristiche che distinguono il cittadino romano dagli altri connazionali, quelli che parlano durante una rappresentazione teatrale e coloro che non sanno pronunciare il nome dei panini davanti alla cassa di un Mc Donald’s.
È uno spettacolo graffiante sui vizi e le virtù del popolo italiano, dunque, quello che il noto mattatore presenta al Teatro Olimpico di Roma, e il buon esordio promette bene fino al prossimo 4 novembre. Solo nel finale abbandona la linea comica per una più drammatica, scivolando nel patetico; recuperato un leggio infatti interpreta un’ipotetica lettera di un padre al figlio, calcando la mano sulla situazione delicata che sta vivendo il paese, fatta di rinunce e sacrifici, ma a Giuliani può essere concesso, una serata così non capita spesso.

Lo spettacolo continua:
Teatro Olimpico
piazza Gentile da Fabriano, 17 – Roma
fino a domenica 4 novembre
orari: da martedì a sabato ore 21.00, 27 ottobre ore 17.30 e ore 21.00, domenica 28 ottobre, giovedì 1 e domenica 4 novembre ore 17.30 (lunedì 29 ottobre riposo)
(durata 1 ora e mezza senza intervallo)

Chi non muore… si rivede
di Antonio Giuliani
con Antonio Giuliani