Due giovani e brillanti pianisti si dividono il palco per un omaggio a Chopin, alla Polonia e all’Italia.

C’è aria di festa nella Sala Verdi del Conservatorio: per la celebrazione del 93° anno dall’Indipendenza Polacca viene offerto un concerto particolare, in cui si coglie l’occasione per rinnovare l’omaggio al 150° d’Italia e per valorizzare l’amicizia tra i due Stati.
Simbolicamente la serata si divide tra due talentuosi pianisti reduci dall’edizione 2010 del prestigiosissimo Concorso Chopin di Varsavia: Marcin Koziak e Leonora Armellini.
Apre le danze il ventiduenne di Cracovia con la Fantasia in fa minore op. 49, composta nel 1841. Brano con momenti molto diversi tra loro, dall’incipit quasi funebre a uno sviluppo pieno di fremiti romantici che, nell’interpretazione di Koziak, assume una compostezza straordinaria, quasi eccessiva se non fosse che, nell’insieme, si rivela una lettura estremamente interessante – che fa quasi tornare alla memoria le esecuzioni storiche di Arturo Benedetti Michelangeli.
A seguire, lo Scherzo n. 4 in mi maggiore op. 54 – forse il meno noto tra gli Scherzi chopiniani – in cui il solista fa sfoggio di una mano davvero infallibile per velocità, pulizia e precisione: i movimenti sono netti e decisi, mai un’esitazione; così come l’atmosfera di intimità del Notturno in fa diesis maggiore op. 15 n. 2, dal lirismo raffinato, risulta particolarmente congeniale a Koziak che, dopo questo momento raccolto, torna a un altro Scherzo, questa volta decisamente conosciuto: il n. 2 in si bemolle minore op. 31, apprezzato entusiasticamente dal pubblico. Ma è con la Polacca in la bemolle maggiore op. 53, detta Eroica, che avviene la conquista totale della sala: grazie a un’esecuzione essenziale e rigorosa, elegantissima nello sfoggio del tipico ritmo popolare. Tutto ciò che porterebbe ad atteggiamenti di “bravura” – tanto facili quanto vacui – è bandito a favore di una lettura intelligente che fa pulizia di anni – secoli, persino – di esecuzioni.

La seconda prova di stile è regalata da Leonora Armellini che sceglie un programma diverso, aprendo con l’Andante spianato e Grande polacca brillante in mi bemolle maggiore op. 22, per proseguire con le 4 Mazurke op. 33 e finire in gloria con la Sonata in si minore op. 58.
Apparentemente meno articolata, ma in realtà molto più complessa anche da un punto di vista filosofico-musicale, è la prova alla quale Armellini – a soli 18 anni – si sottopone, con una consapevolezza decisamente notevole se si pensa alla sua giovane età. Mentre Armellini suona si percepiscono: lo spessore, l’approfondimento, la ricerca del suono e la maturità raggiunta e che – non a caso – le sono valsi il premio Janina Nawrocka, all’ultima edizione dello Chopin.
Forse, in questo senso, le Mazurke perdono un po’ in spontaneità, mentre – se già l’Andante spianato sembra ritagliato su misura per le qualità di Leonora – la Sonata ha modo di risaltare in tutta la sua bellezza. L’opera 58 si trasforma così in un lungo viaggio meraviglioso, ma straordinariamente compatto, con i suoi momenti di brio – come lo Scherzo – e quelli di altissima poesia – nel Largo. La serata si chiude nel turbinio del Finale (presto ma non tanto), in cui Armellini si lancia a briglia sciolta, scegliendo un tempo più vivace del previsto che le permette di regalare veri e propri fuochi d’artificio nella conclusione.
Un ottimo modo per chiudere in bellezza una sorta di maratona chopiniana, ricca di bella musica eseguita da bravi musicisti.

Lo spettacolo è andato in scena:
Conservatorio – Sala Verdi
via Conservatorio, 12 – Milano
lunedì 14 novembre, ore 21.00
F. Chopin: Fantasia in fa minore op. 49
Scherzo in mi maggiore op. 54
Notturno in fa diesis maggiore op. 15 n. 2
Scherzo in si bemolle minore op. 31
Polacca in la bemolle maggiore op. 53
Pianoforte Marcin Koziak
F. Chopin: Andante spianato e Grande Polacca brillante in mi bemolle maggiore op. 22
4 Mazurke op. 33
Sonata in si minore op. 58
Pianoforte Leonora Armellini