Effetto Mahler: la Scala ammutolisce

Dopo i virtuosismi dell’ottimo Lang Lang, Semyon Bychkov dirige la Sinfonia n° 6 in la minore di Gustav Mahler e la sala è rapita da un senso tragico.

Un dittico originale per il secondo appuntamento con il giovane e talentuoso pianista cinese Lang Lang, che lo vede cimentarsi nel Concerto n° 1 in mi min. op. 11 per pianoforte e orchestra, di Fryderyk Chopin – eseguito per la prima volta a Varsavia, l’11 ottobre 1830. Pur non essendo un’esecuzione durante la quale l’orchestra e il pianista duettano tra loro, la simbiosi tra Lang Lang e gli altri solisti aumenta con il procedere dello spartito, voluto dall’autore al servizio del piano solo – dato che in quest’opera giovanile di Chopin, la parte orchestrale è di contorno alle melodie del pianoforte, che passa da toni morbidi e delicati a improvvisi crescendo, molto bene assecondati dalla direzione. Non a caso, il concerto – che inizia in modo molto tecnico e quasi manieristico – riesce nel proseguo a coinvolgere il pubblico, sia perché il rondò finale richiama i temi del folklore dell’amatissima Polonia – toccando corde ormai parte del bagaglio culturale di ognuno – sia perché aumentano i momenti nei quali orchestra e pianista si scambiano le parti, in un crescendo sempre più coinvolgente, per arrivare all’unisono finale.

Nella seconda parte, protagonista assoluto è Mahler – con una delle opere più impegnative della sua produzione sinfonica strumentale. Come usuale, il richiamo alla natura è forte, ma qui il clima è tragico e con un inizio da brivido: un motivo tetro, che a intervalli verrà ripreso in tutto il primo movimento, per poi tornare, anche se solo accennato, nell’ultimo. Sul palcoscenico, oltre 100 orchestrali – archi, cetre, strumenti a fiato di ogni genere e percussioni varie, ivi compresa una mazza di legno – riescono a trasmettere un senso di angoscia che si alleggerisce con il secondo movimento, quando la sinfonia entra in una fase in cui i pianissimo si alternano a imponenti momenti orchestrali, passando da assoli e dolci melodie al concitato delle percussioni che dettano quasi ritmi di marcia. Ma è solo una parentesi perché la musica torna a tessere allucinanti sonorità quasi espressioniste, per poi arrivare all’imponente desolazione finale, che conclude quella che può essere considerata l’opera più tragica di Mahler.

Gli applausi convinti stemperano il clima grave che l’esecuzione regala a un pubblico partecipe di quell’ansia che certamente deve avere attanagliato l’autore durante la composizione. Una direzione orchestrale molto sentita, con il Maestro Semyon Bychkov che mostra sul volto i segni dell’angoscia e della fatica per una performance curata in ogni minimo dettaglio.

Tra i prossimi appuntamenti con Lang Lang, da non perdere lunedì 23 maggio, Cuban Overture e Rhapsody in Blue di George Gershwin e, dopo l’estate, lunedì 12 settembre, un’esecuzione per piano solo su musiche di Bach, Schubert e Chopin.

Lo spettacolo è andato in scena:
Teatro alla Scala
piazza della Scala – Milano
(Biglietteria: via dei Filodrammatici 2)
mercoledì 4 maggio, ore 20.00
(biglietti da 5 a 55 Euro)
www.teatroallascala.org

Ciclo Lang Lang 2010 – 2011
Filarmonica della Scala
Direttore Semyon Bychkov
Pianoforte Lang Lang

Programma:
Frédéric Chopin
Concerto n° 1 in mi min. op. 11
per pianoforte e orchestra
Allegro Maestoso
Allegretto
Rondò Vivace
Gustav Mahler
Sinfonia n° 6 in la min
Allegro energico, ma non troppo. Heftig, aber markig.
Scherzo: Wuchtig
Andante moderato
Finale: Sostenuto – Allegro moderato – Allegro energico