Cieli rossi e fragole verdi: la fabbrica delle occasioni perdute

Non convincono i Ciclopi delle Carrozzerie n.o.t., a Porta Portese: temi sociali, ambientali e familiari accennati ma non sviluppati appieno, in un interno di famiglia surreale e bizzarro che non riesce a sviluppare tutte le sue potenzialità.

Occasione persa nell’interessante spazio scenico delle Carrozzerie n.o.t., a Porta Portese. Ciclopi – Terra di nessuno è una pièce originale e con vari livelli di lettura che, partendo da una situazione familiare molto difficile, inserisce temi a forte valenza sociale come la drammatica contrapposizione tra il lavoro in fabbrica per quasi tutti i giovani del paese e la tutela della salute della popolazione, efficacemente rappresentata da funghi rosa, fragole verde smeraldo ed altre stranezze che una madre molto concentrata su se stessa ed inetta anche sul lavoro propina ai suoi figli.
Per quanto giovane e apparentemente svampito, è infatti Tommaso, il primogenito, il vero pilastro su cui poggia tutta la sgangherata famigliola. È lui a fornire i mezzi di sostentamento tramite il suo bizzarro lavoro in fabbrica, è lui ad occuparsi delle bollette ed è sempre lui ad avere un vero rapporto con la sorella Gilda, affetta da una grave forma di autismo e sulla quale la madre, ex starlette televisiva che continua a tenersi in forma forsennatamente a suon di step, rovescia inutilmente tutte le sue ambizioni giovanili, frustrate da un matrimonio precoce con il padre dei ragazzi, un musicista di successo, a cui però ben presto «queste quattro pareti sono andate strette».
Anche Tommaso lenisce con la musica il suo alienante incarico di «addetto al controllo della lampadina rossa», dando vita a un gruppo musicale con cui sogna di andarsene lontano portando con sé anche la sorella, che si diverte nel ruolo di vocalist e performer part-time, ma a cui manca invece il coraggio di abbandonare per sempre la sua cameretta-prigione, in cui passa il tempo scrivendo col rossetto su braccia e gambe e giocando con un topolino di pezza che funge da amico immaginario.
L’arrivo a cena di un amico di Tommaso, da poco entrato in politica e che ha bisogno di una talpa nella fabbrica per attuare un suo piano segreto, spinge la narrazione degli eventi verso un piano inclinato, che condurrà in breve al finale dello spettacolo, da cui ci si rialza con un vago senso di incompiutezza.
Nel complesso ci sono alcune buone idee, in particolare il complesso rapporto fra i tre personaggi principali (dove, come spesso accade anche nella realtà, si realizza un’inversione di responsabilità tra le generazioni) ed il tema sociale/ambientale sullo sfondo, con la drammatica dicotomia lavoro/salute, accennata più volte a causa degli strani prodotti coltivati dal contadino dietro casa e poi di una misteriosa epidemia che sta colpendo i giovani operai del paese, ma che la madre di Tommaso e Gilda si ostina ogni volta a minimizzare come «influenza». Peccato però che lo spettacolo non mantenga quanto promesso all’inizio e smarrisca ben presto lungo la via la sua vena creativa e interpretativa, da cui salviamo la non facile prova dei due ragazzi, Massimiliano Frateschi e Carolina Cametti.
Consigliato solo a chi ama davvero la sperimentazione radicale.

Lo spettacolo è andato in scena:
Carrozzerie n.o.t.
via Panfilo Castaldi 28/a, Roma
fino a domenica 19 gennaio, ore 21.00

Ciclopi – Terra di nessuno
tratto da uno studio sul testo Lo zoo di Vetro di Tennessee Williams
adattamento e regia Paola Tarantino
drammaturgia Daniela Dellavalle
con Carolina Cametti, Massimiliano Frateschi, Emanuela Valiante, Fausto Morciano
aiuto regia Elena Fazio
musiche Fabio Lombardi
luci Astrid Jatosti