Allo Zelig di Milano i due comici, reduci dal travolgente successo del programma televisivo, mostrano al pubblico i personaggi che li hanno resi celebri, per due ore di spettacolo davvero esilaranti.

Per chi non la conoscesse a fondo Claudia Penoni è nota al grande pubblico più con il nome di Krypstak, la mogliettina della coppia polacca la cui anima gemella, Petrektek, è interpretata da Leonardo Manera; il particolare non è irrilevante perché è proprio da qui che la comica di Torino prende spunto per introdurre la prima parte dello show, andato in scena allo Zelig mercoledì 28 e giovedì 29 aprile.

La puntualizzazione doverosa e ridotta sotto forma di gag, nasce probabilmente dall’esigenza di presentare non solo il “carattere” che le ha aperto le porte del successo, ma anche di spingere i presenti a considerare l’intero bagaglio comico di Claudia Penoni. Una valigia ricca di battute argute e dissacranti rivolte soprattutto agli uomini e ai difetti che li rendono tanto goffi e scoordinati agli occhi delle rispettive compagne. Un tipo di comicità che appartiene sì ad altre colleghe ma che, nella cabarettista torinese, non risulta mai essere banale e scontata e che, indagando nell’esperienza personale, conquista la platea per l’universalità dei risultati.

Non soltanto uomini però nel mirino della Penoni, ma anche le donne, specialmente quelle che hanno deciso di nascondere la propria sensualità in cantina e di buttare via la chiave. È da questa esperienza che nasce la Signora Varagnolo, una “despereit ausvuaif” all’italiana che, in vestaglia e ciabatte, racconta se stessa e la piattezza del rapporto di coppia. La sorella italiana di Krypstak, insomma, riesce a far ridere nella semplicità e senza mai andare sopra le righe, rimanendo anzi visibilmente vicina all’esperienza reale di molte donne, senza per questo mancare di trascinare con il suo humour anche gli uomini presenti in platea.

Diversa la seconda parte di spettacolo, quando sul palco del celebre cabaret milanese sale Paolo Cevoli, noto per la sua interpretazione del bizzarro assessore romagnolo Palmiro Cangini.

Il comico di Riccione, durante l’esibizione, non è riuscito a catturare il numero di applausi sperato perché il pubblico era troppo impegnato ad asciugarsi le lacrime delle risa. Cevoli è un fenomeno, ma la sua comicità non si può schematizzare: nessun piano studiato a tavolino, ma veracità propria della sua regione di origine e dalla naturalezza nella rappresentazione dei suoi personaggi, che sembrano usciti da Amarcord di Fellini.

Assistere a un suo spettacolo è come sedersi con il più simpatico degli albergatori della riviera romagnola davanti a un piatto di tagliatelle al ragù o a una piadina, e l’empatia che si crea con il pubblico nasce proprio da questo approccio casereccio. In questo momento nessun comico racconta la regione di provenienza meglio di lui, che rivela: «Io sono un uomo molto fortunato, perché ero un gestore di locali a Bologna e in uno di questi ho incontrato alcuni comici di Zelig. Con loro mi sono semplicemente limitato a parlare come sto facendo con voi, e ora eccomi qui».

La comicità di Cevoli è spontanea, non volgare e parte, dalla semplice comparsa sulla scena, da una fisicità bizzarra che fa sorridere al primo sguardo, e che si impone con racconti autobiografici intrecciati a esperienze di vita della Romagna di venti anni fa. “Palmiro” Cevoli è la dimostrazione che saper far ridere è un dono, per lui, ma anche per noi che assistiamo alle sue serate.

Lo spettacolo è andato in scena:
Zelig
viale Monza 140 – Milano
mercoledì 28 e giovedì 29 aprile
Paolo Cevoli e Caludia Penoni