Il potpourri delle arti di strada

Per la rassegna Cirk Fantastik è andato in scena, al Teatro Puccini di Firenze, lo spettacolo Clown in libertà della compagnia Teatro Necessario.

Sul palcoscenico compaiono tre clown diversi tra loro: c’è il clown grasso, poi quello alto e quello un po’ più basso; uno riccio, uno moro, l’altro biondo con i capelli scompigliati; uno con il papillon, l’altro con la cravatta, il terzo con le bretelle. Non basta: uno ha il clarinetto, l’altro il trombone, e l’ultimo è alle percussioni. Questa è la differenza più importante perché gli strumenti, tutti insieme, generano la musica. E la musica è l’elemento portante dello spettacolo del quale è, al tempo stesso, protagonista e voce fuori campo.

Gli strumenti, infatti, dipanano il filo della narrazione, ne enfatizzano alcuni aspetti e ne ridicolizzano altri. Il plot narrativo, come in ogni spettacolo di clownerie che si rispetti, sembra preda dell’improvvisazione e non irrigidito entro gli schematismi tipici delle altre rappresentazioni teatrali: i tre pagliacci si ritrovano, quasi per caso, sulla scena – di fronte a una platea che li guarda piena di aspettative – e loro, all’inizio un po’ sorpresi e un po’ sbigottiti, allentano la tensione degli attimi iniziali, suscitando dapprima un sorriso negli spettatori, poi una risata piena e, alla fine, qualcuno non si trattiene dallo sbellicarsi. Dopo avere rotto il ghiaccio, i clown danno vita a sketch che si susseguono in modo rocambolesco fra acrobazie dagli equilibri (apparentemente) instabili, rapidissime sequenze di mano, passaggi di giocoleria dalle dinamiche inestricabili nei quali ciascuno ruba all’altro birillli o palline, poi evoluzioni e piramidi sempre più ardue, e infine impeccabili duelli al rallentatore.

Uno spettacolo complesso dove si intrecciano, a ritmi concitati, un gran numero di arti, dalla pantomima alla giocoleria, dall’acrobatica alla musica, tutte organizzate dalla voce degli strumenti in un disordine coerente. Il carattere eterogeneo dello spettacolo è in grado di accaparrarsi l’attenzione e l’apprezzamento di un pubblico altrettanto disparato, soprattutto per età.

La figura di clown scelta dagli attori è della specie schietta e senza tante implicazioni che sarebbe bene utilizzare più spesso: imbranato ma non goffo, divertente ma non ridicolo. Un clown senza quel sorriso distorto dalla vena di mestizia, come Charlot; ma che ha il solo scopo di strappare un sorriso e un applauso a bambini e adulti. I piccoli sono infatti coinvolti e hanno la possibilità di interagire con la performance attraverso una partecipazione attiva, mentre gli adulti sono coccolati e trastullati, trasportati di nuovo in quella dimensione fanciullesca dove sono lecite spensieratezza e meraviglia.

Lo spettacolo è andato in scena:
Teatro Puccini
via delle Cascine 41- 50144 Firenze
domenica 10 aprile ore 17.00 e lunedì 11 aprile ore 21.30

Il Teatro Necessario presenta:
Clown in libertà
di e con Leonardo Adorni, Jacopo Maria Bianchini e Alessandro Mori
(durata un’ora circa)