Un Pierrot in riva al mare

Fuori soffia un vento fortissimo, ma tra le poltrone del Teatro del Lido di Ostia sono le palline colorate a volare a destra e a manca, in un turbinio di risate e danze da vaudeville.

Clown. Clownesco. Clownerie. Clowney, George Clowney. No, l’ultimo non c’entra. O forse sì. Le coreografie di Giovanna Velardi, affiancata da Giuseppe Muscarello, parlano di nasi rossi e vestiti ridicoli. Di palloncini, fiori, linguacce e bacetti. «Una marionetta sfrontata e grottesca che d’improvviso, indossato un tutù e un naso rosso, si trasforma in un clown danzante». Lo spettacolo Clown, andato in scena presso il Teatro del Lido di Ostia, è di difficile categorizzazione. A metà tra il teatro per bambini e la danza “per adulti”, le tematiche affrontate dal duo di scalmanati senza peli sulla lingua spaziano dalle moine tra innamorati alle sfuriate di coppia, dalla scoperta dell’altro alla sensualità senza veli. Un triste burattino risulta difficile da seguire nella prima parte dello spettacolo, andando a ritmo di canzoni che saltano (problemi tecnici o intento artistico?) e che non sembrano avere un continuum logico. Quando subentra un piccolo Chucky, però, i toni si alleggeriscono e i clown iniziano a fare il loro duro lavoro.

Spesso è il caso, la coincidenza, il fiore che non si stacca dal capello e costringe la danzatrice a sostenere una sessione prolungata di headbanging, a far ridere. I due interpreti, impegnati ciascuno nella propria parte, non sembrano riuscire a fondersi, a utilizzare la danza per diventare un tutt’uno, rimanendo quindi inesorabilmente separati nei singoli corpi in movimento. L’interpretazione sui generis di Velardi, poi, con la criptica scelta di francesizzarsi al momento di rivolgersi al pubblico, non aiuta a decifrare le poche parole pronunciate dai Pierrot, che si perdono nel vento e nello spazio, ahinoi, vuoto del teatro ostiense. La comunicazione, certo, è sempre difficile, e se lo è per noi uomini in carne e ossa, figurarsi per una marionetta. E che dire di due marionette, allora?

Tralasciando queste piccole sbavature, i clown non deludono e, dopo un inizio un po’ confusionario, regalano un finale coi botti (e le palline, e i capelli tirati, e gli schiaffi in faccia) che risolleva anche gli spiriti più critici. Se fossi un bambino di cinque anni, avrei forse pianto a metà spettacolo, ma dopo essermi preso la mia vendetta sugli interpreti, sarei sicuramente uscito raggiante

Lo spettacolo è andato in scena presso
Teatro del Lido di Roma
Via delle Sirene 22 – Ostia
sabato 21 novembre e domenica 22 novembre
feriali ore 21:00 domenica ore 18:00

Clown
coreografia Giovanna Velardi
interpreti Giuseppe Muscarello e Giovanna Velardi
disegno luci Danila Blasi
con il sostegno del Mibac, Regione Siciliana, La Piattaforma, Core Lazio