La poliedricità dell’artista di spessore

PerugiaAl Teatro della Filarmonica di Corciano, il nuovo e rivisto Coatto unico senza intervallo di Giorgio Tirabassi porta in scena ritratti di vita quotidiana in chiave ironica e musicata.

Giorgio Tirabassi si cala nei panni del cantastorie e lo fa in maniera talmente convincente da arrivare, nel suo racconto, a materializzare vere e proprie favole urbane. Coatto unico riesce nel compito di tenere inchiodato il pubblico alla poltrona, andando ben al di là della classica rappresentazione catartica di certe situazioni da bar e da borgata, dove dalla mancanza di un comune rispetto della legge non può derivare alcuna redenzione.

In Coatto unico, Tirabassi mette in mostra la propria destrezza nell’interpretare più personaggi e nell’assumere diverse espressioni e sfaccettature, riuscendo a connotare anche la più piccola macchietta e a renderla visibile al pubblico in pochi istanti. Assieme a Giorgio Tirabassi, suonano Daniele Ercoli al contrabasso e Giovanni Lo Cascio alle percussioni, e sul palco sono presenti, oltre ai musicisti, un lampadario e una barile, quest’ultimo usato anche come vero e proprio strumento sonoro. Tirabassi cala da subito lo spettacolo per cadenza dialettale e per i testi usati a Roma: «ora vivo a Spinaceto, casetta all’Alberone io ‘un te vedo più».

Se lo spettacolo si configura come un susseguirsi di stornelli musicati e di monologhi ironici che rappresentano con delicatezza ed eleganza le persone che abitano i quartieri periferici di Roma e i loro escamotage per sopravvivere, proprio la musica gioca un (riuscito) ruolo fondamentale per una pièce giocata sui ritmi e sulle cadenze che le situazioni assumono.

Per lo spettatore appassionarsi a Coatto Unico significa ritrovare un certo tipo di personaggio dei tempi passati, la cui attualità si manifesta sotto forma di immagini leggere e allo stesso tempo grottesche, rendendo difficile credere che si tratti soltanto di comicità. La regia, con realistica obiettività, rappresenta diversi esempi di vita incastonati tra loro in una narrazione da cui emergono la sincerità come valore per l’analisi dei fatti e la comprensione della surrealtà di una drammatica quotidianità.

Coatto Unico senza intervallo è una chiara fotografia di quella Roma che resta uguale a sé stessa nonostante gli anni che passano. Tutto sembra scritto sul Grande Libro del Destino che potrebbe condurre a una rassegnazione, ma, se «alle nove precise l’orologio a cucù, fa cucù» creando lo scompiglio in casa e se il protagonista afferma «sono andato a Lourdes, era chiuso» allora la risata è facile e assicurata.

Lo spettacolo è andato in scena
Teatro della Filarmonica

Corciano (PG)
15 gennaio 2016

Coatto unico senza intervallo
scritto con Daniela Costantini, Stefano Santarelli, Loredana Scaramella e Mattia Torre
diretto e interpretato da Giorgio Tirabassi
contrabasso Daniele Ercoli
percussioni Giovanni Lo Cascio
light designer Carlo Cerri
una produzione RQS Spettacoli