Giocare seriamente

64410329 2261798673866079 1687446071678074880 NGiunto alla ventunesima edizione, torna Collinarea: il Festival di Lari – piccolo borgo, gioiello della campagna che si distende fra Pisa e Livorno

Connessioni, parola dai tanti significati oggigiorno, insieme ciò che ci divide e ci unisce: da un lato l’immersione di ognuno nel proprio dispositivo connesso e in rete, dall’altro il legame da recuperare, il pensiero da sviluppare, la relazione da coltivare, possibilmente dal vivo, in un luogo fisico, come Lari, che torna ogni estate a essere il punto di incontro fra persone – per ritrovarsi e conoscersi sempre un po’ di più.

E così, nella splendida cornice della terrazza del Castello dei Vicari, ecco alle 20.00 La morte del resuscitatore di Teatrovando, piccolo show a metà strada fra circo e teatro di figura. Gradevole e leggero incontro con un mondo che viene da lontano. Giocando su e con le proprie origini (con apparizioni suggestive, flauti tipici dal suono esotico, sostanze e procedure magiche) l’improbabile santone balza come un supereroe da un luogo all’altro della scena, preparando il rituale: resuscitare un essere amato. Poi l’apparizione, l’essere amato resuscitato, un saluto, un abbraccio e un ultimo momento di piacere della vita: ballare al tramonto. Solo pochi minuti e come Cenerentola è ora di lasciare la festa, è l’ora di tornare all’Ombra, perché l’incantesimo ha effetti ben nefasti. La vita deve seguire il proprio corso, per non correre il rischio di succhiare la linfa dei vivi concedendola ai morti. Così il saggio anziano torna alla morte, lascia l’esistenza al più giovane, si riafferma l’ordine naturale delle cose.

Alle 21.00, in un gremito Teatro Comunale, ecco un esito delle connessioni cui si accennava: un lavoro che vede impegnati alcuni “personaggi tipici” di Lari: il direttore artistico del Festival, Loris Seghizzi, in veste di regista, Andrea Cavarra, Roberto Kirtan Romagnoli, Eros Carpita, e poi Sara Bellodi e Marco Giacomini.
Un bel coro a cappella, cupo e rock. Questa la sfida di Iago – A rock tragicomedy: mescolare i linguaggi, il classico del teatro, la commedia dell’arte, i diversi registri, l’esecuzione dal vivo della musica (con le difficoltà e la perizia che ciò comporta), per una rappresentazione molto simile a quella della sgangherata Compagnia che nel Sogno shakespeariano dona al Duca di Atene la “lamentevole” storia di Piramo e Tisbe.
Entrate e uscite di ruolo, in una galassia ordinata in cui ognuno ha il suo posto, in cui i diversi pianeti si muovono secondo leggi proprie ma sempre in relazione agli altri. Il centrifugo Kirtan Romagnoli, in qualche modo vagamente estraneo, sempre marginale e sempre al centro. Cassio – Carpita – splendido luogotenente (per quanto la caratterizzazione del personaggio calzi a pennello all’attore, ci chiediamo in che modo si concili con la storia originale: Otello all’inizio sembra avere una relazione molto stretta e particolare con lui, ma come può davvero ritenerlo un rivale nei confronti di Desdemona?). Giacomini, uno Iago cupo, tenebroso, silenzioso, pochissime battute in tutto il suo potere, defilato buco nero dentro al quale è risucchiata la luce della storia. Otello, l’insicuro, che rimane un po’ fuori dal gioco, sempre leggermente sperduto e svagato (intrigante questa caratterizzazione del Moro). Per finire con Desdemona, strepitosa, che dimostra la sua preparazione tecnica da attrice, insieme a Cassio e Iago, collante magmatico: portatore ciascuno di un diverso tipo di energia – ognuna funzionale e ben equilibrata rispetto alle altre. Molto interessante proprio questa mezcla di energie ai fini di un risultato spassoso, in cui i momenti drammatici si adagiano sul corso della storia scivolando via.
Si vive tutto il gusto dell’opportunità di rileggere un classico (rimaneggiandolo) senza complessi, dando voce alle sue bellezze per sperimentare, divertirsi e divertire. Esplorando così a vari livelli il gioco serio del teatro.
La musica si fonde bene nel resto – bella la scena della festa, con una versione di Don’t want non short d* man trascinante e sfiziosa – anche se a volte come nel Give me a reason to love you di Desdemona il significato del testo si fa esso stesso drammaturgia che si innesta su quella originale mescolando i significati.

Gli spettacoli sono andati in scena nell’ambito di Collinarea Festival 2019:
Lari (PI), varie location

domenica 28 luglio 2019
ore 20.00
Castello dei Vicari
Teatrovando presenta:
La morte del resuscitatore
regia Black Shungo Procceesss
produzione Black Shungo Procceesss, Teatrovando

ore 21.15
Teatro Comunale
Bamsemble presenta:
Iago – A rock tragicomedy
con ouverture di 16 Cosciotti non depilati 16
con Sara Bellodi, Andrea Cavarra, Marco Giacomini, Eros Carpita e Roberto Kirtan Romagnoli
regia Loris Seghizzi
maschere e costumi di Zorba Officine Creative
(prima nazionale)

www.collinarea.it

Iago A Rock Tragicomedy
Ph: Andrea Casini