Una risata vi seppellirà

testata[1]Nello storico teatro di Napoli Sannazaro va in scena uno spettacolo di sicura presa sul pubblico: la commedia Come sopravvivere ai lavori in casa scritta e interpretata dal comico Michele Caputo.

Come lo stesso Peppino De Filippo ebbe a dichiarare, «fare piangere è meno difficile che far ridere» e d’altronde non è l’unico a sostenere quanto possa essere complicato suscitare il riso, a meno che non si voglia far leva sugli istinti più bassi o seguire la via della banalità. Ciò detto, è indubbio che si assista da anni a un fiorire di comici e programmi di genere che sembrano riscuotere notevole gradimento di pubblico. Non tutti i nomi resteranno nel firmamento ed è certo che molti saranno solo meteore pronte a scomparire col programma che gli ha dato i natali.

Il discorso fatto non è invece applicabile a Michele Caputo, comico napoletano che ha alle spalle una buona gavetta e che è riuscito a ritagliarsi uno spazio tra i signori della risata più apprezzati, pronto a divertire senza volgari cadute di stile. Una comicità, la sua, genuina, semplice ed efficace che fa leva sul sentire comune, sulle situazioni e le emozioni che accomunano l’uomo guardate e presentate con ironia. Questa stessa comicità è alla base della commedia da lui scritta e interpretata, Come sopravvivere ai lavori in casa, che racconta delle beghe di una coppia alle prese con la ristrutturazione della casa in cui abita. Più che altro, ciò che Caputo fa venire fuori, è una situazione sentimentale già un po’ precaria, provata da abitudine, incomprensione e incomunicabilità, che viene poi certo esasperata da un evento così invadente e scomodo come la decisione (non condivisa) di dare un nuovo aspetto all’appartamento.

Ciò che si mette in scena è il classico, abusato, cliché secondo cui in coppia la donna decide puntando i piedi e recriminando, mentre l’uomo subisce passivo senza realmente comprendere la compagna (fioccano i «tu non mi ascolti», «dopo tutto quello che faccio per te» e simili). E così, la donna sembra un’isterica fuori di senno e l’uomo una vittima impotente. Una visione insomma un po’ stereotipata e poco originale, ma sulla quale è imperniata la comicità di questo spettacolo che si avvale anche dell’ausilio di altri personaggi, tra cui un bizzarro architetto (un Vincenzo De Lucia bravo nel calarsi anche in abiti femminili) e il maldestro responsabile dei lavori in casa che sembra provare gusto nel tirare per le lunghe la mansione che gli è stata affidata. I momenti che riguardano quest’ultimo sono affetti da uno strano dualismo. Inizialmente il suo è un personaggio molto divertente: napoletano verace, furbo e al tempo stesso bonaccione sforna una battuta dietro l’altra (alcune basate anche sulla sua incerta dimestichezza con la lingua italiana). Tuttavia, la sua presenza prolungata sulla scena viene un po’ penalizzata dalla reiterazione di gag (verbali, come quelle dell’intera commedia) e situazioni che finiscono col risultare ridondanti e non più coinvolgenti. A un certo punto, la stessa commedia sembra dilungarsi senza nulla aggiungere a quanto già detto. Insomma, Come sopravvivere ai lavori in casa si avvale degli stereotipi più noti per suscitare il riso, riuscendo a farlo come testimonia il pubblico sinceramente divertito.

Il testo di base manca di sostanza, non vi è reale evoluzione o azione, ma va considerato più che altro come un canovaccio utile a inserire i numerosissimi momenti comici che, sebbene non tutti efficaci, sono il punto di forza dello spettacolo e si avvalgono di interpreti decisamente bravi a metterli in atto. Caputo diverte, lo fa con garbo e semplicità e la platea ringrazia.

Lo spettacolo continua
Teatro Sannazaro

via Chiaia 157, Napoli
dal 5 all’8 Dicembre 2014
5, 6 e 8 dicembre ore 21.00 – 7 dicembre ore 18

Come sopravvivere ai lavori in casa
di Michele Caputo
regia Paolo Migone
con Michele Caputo, Benedetta Valanzano, Jury Monaco, Vincenzo De Lucia
produzione Diana Or.i.s