Basta che la smettiate

Al Teatro Cantiere Florida di Firenze va in scena Come un granello di sabbia, le vicissitudini giudiziarie di un uomo qualunque.

Come molte cose al mondo, il teatro offre infinite sfaccettature di sé. Ci sono spettacoli che non puntano sul contenuto, e dicono ancora meno di quello che vorrebbero dire, ma riescono a catturare l’attenzione affascinando lo spettatore. Altri, invece, dicono molto, ma lo dicono in modo poco efficace a livello di scrittura drammaturgica; e altri ancora, riescono a trovare un giusto equilibrio.
Questa considerazione nasce spontanea dopo la visione di Come un granello di sabbia, di Salvatore Arena (anche attore protagonista) e Massimiliano Barilla. Lo spettacolo tratta la storia di Giuseppe Gulotta, involontariamente protagonista della strage di Alcamo Marina, nel gennaio del 1976, dove ci rimisero la vita due carabinieri. Nella ossessiva ricerca di un colpevole e non della verità, Giuseppe Gulotta fu coinvolto nelle indagini fino a essere considerato il colpevole. E a soli 18 anni fu incarcerato e condannato all’ergastolo, fino a quando – quasi trent’anni dopo – è stato riconosciuto innocente. La sua storia è emblematica della gravità dell’errore giudiziario. Allo spettacolo è seguito anche un incontro con i registi e Giuseppe Gulotta in persona, che ci è parso un gentile nobiluomo siculo che ha ripreso in mano la sua vita senza rancore ma, al contrario, con tanto amore per la vita, nonostante il passato.
E proprio la sua storia, la sua sofferenza sono rappresentate nello spettacolo. Su di un palco al semi-buio, Salvatore Arena porta avanti la storia di Giuseppe, non in un monologo, ma in una vera e propria rappresentazione. Si mettono in risalto, soprattutto, la nobiltà e la dignità con le quali si è battuto, senza fuggire, senza lasciarsi imbruttire dal carcere, rimanendo – per quanto possibile – fedele a se stesso e alla sua coscienza, aggrappandosi alla sua verità.
In Come un granello di sabbia si puntualizzano i momenti salienti della sua vita, e delle dinamiche giudiziarie che lo hanno coinvolto, con sufficiente chiarezza (ciò che non è detto o mostrato, è sottinteso, ma c’è). Si mette giustamente in risalto la potenza della tortura, la tortura più infima e agghiacciante che fa dire anche ciò che non si è fatto e non si è, fino a confessare: «Ve lo giuro, ve lo giuro sulla merda, che sono stato io, basta che la smettiate». Questa, anche la parte meglio riuscita dello spettacolo.
Vi è un tentativo di rappresentare sulla scena piccole sfaccettature della vita quotidiana in carcere. Ad esempio, il cominciare a bere vino da parte di Gulotta, che prima delle traversie giudiziarie era astemio. Ma talvolta si tenta una spettacolizzazione eccessiva, con rovesciamenti di vino rosso sul palco (a tratti, inutilmente fastidioso all’olfatto), facendolo passare come un momento quasi fondamentale dello spettacolo quando, al contrario, risulta strabordante rispetto al contenitore spettacolo, soprattutto alla luce delle vere considerazioni di Giuseppe Gulotta a proposito del vino, alquanto superficiali. Uno spettacolo che funziona, ma funzionerebbe meglio se ridotto all’osso – o aggiungendo un attore o una voce fuori campo. Anche se va detto che funziona comunque, perché appartiene a quegli spettacoli dove è la vicenda narrata a fare colpo. Eppure, quest’ultima, da sola, anche senza il linguaggio teatrale, che a nostro avviso risulta barocco in alcuni momenti, già basterebbe a rapire il cuore e la coscienza degli spettatori.

Lo spettacolo è andato in scena:
Teatro Cantiere Florida

via pisana 111, r – Firenze

Come un granello di sabbia
Giuseppe Gulotta, storia di un innocente
testo e regia Salvatore Arena e Massimo Barilla
con Salvatore Arena
scene Aldo Zucco
musiche originali Luigi Polimeni
disegno luci Stefano Barbagallo
équipe tecnica di scenografia Antonino Alessi, Grazia Bono e Caterina Morano
assistente alla regia Ylenia Zindato
consulenza storica Giuseppe Gulotta e Nicola Biondo – autori del libro Alkamar – La mia vita in carcere da innocente
co-produzione Mana Chuma Teatro Fondazione Horcynus Orca Horcynus Festival ’15
in collaborazione con La P.E.C Giusto Processo
con il sostegno di Provincia di Reggio Calabria, Comune di Reggio Calabria, Comune di Bova