Home Made – Tradizione è tradimento? – Habitat(i) – Nell’armadio di Marza e Pane – Pisci e’ paranza – Giochi di specchi – Blink Circus

Non conosce autunno l’impegno di Officinateatro, compagnia stabile di San Leucio (CE) dove, dal 21 al 27 settembre, è andato in scena e in strada Ouverture, quarta edizione del Festival delle arti(n)contemporanee che ha invaso il borgo, «trasformandolo in un grande paloscenico a cielo aperto».

Ouverture – Festival delle arti(n)contemporanee è una rassegna che si presenta ormai matura nel soddisfare le proprie intenzioni originarie e dare una poderosa impressione di radicamento nel territorio e consapevolezza nell’indagine dei nuovi linguaggi espressivi. Dal supporto materiale dato dalla comunità produttiva di «sostenitori, commercianti, ristoratori, albergatori» alla duratura partecipazione di pubblico (non solo) locale, fino alla disponibilità e alla possibilità di utilizzare gli spazi urbani e privati per performance brevi dal grande impatto scenico ed emotivo, gli esempi di questa maturità sono diversi. È il caso di Home Made, progetto di Officinateatro e a cura di Giancarlo Covino di cui colpisce tanto la coerenza d’intenzione, quanto la restituzione d’insieme, una «ristrutturazione per performer, light designer, musicista e architetto», un «percorso itinerante per 10 spettatori alla volta» capace di offire un’ambientazione visiva e sonora curata nei dettagli e impreziosita da una coreografia potente nella sua libertà d’azione tra i vari locali dell’appartamento Tomei in Via Tenga 99.

Ma se Home made convince per ideazione e concetto, appassiona – o lacera (a seconda dello stato d’animo) – il «viaggio emozionale attraverso la bottega del ricordo» di Tradizione è tradimento?. Un cammino «per uno spettatore alla volta, a metà tra la performance e l’installazione» che attraversa tre stazioni (il lutto, la fede e la festa) e tre generazioni di donne, risultando impressionante per come riesce a ricreare – in soli 7 minuti e all’interno della piccola cripta in piazza della Seta – quello spaccato carnale e visionario di suggestioni tipicamente siciliane nato da un minuzioso lavoro di documentazione e di amore per una terra che non si traduce in cadaverica testimonianza, quanto in vivo ricordo, da parte della compagnia messinese BottegaLab.

Tra odori di mentuccia, drappi di sposa intrisi di sangue, foto d’epoca, santini e carte da gioco, Tradizione è tradimento? è allora una illuminata testimonianza della natura vivente del teatro e dell’art of living experiences come dimensione propria ed essenziale rispetto a ogni altra forma artistica.

Accanto a questi audaci – e riusciti – tentativi di contaminazione o sperimentalismo e alla consueta invasione di Habitat(i) del viale degli Antichi Platani (con la progressione all’interno di un coerente quadro narrativo di sketch monografici messi in strada dagli allievi artisti della Compagnia), meritano testimonianza anche tre rappresentazioni accadute negli spazi canonici di Officinateatro.

Il primo è il fiabesco Nell’armadio di Marza e Pane, «spettacolo per materia, marionette e corpi», il quale, pur mostrando di non aver ancora sviluppato adeguatamente le proprie potenzialità votate alle tematiche della surrealtà, accosta notevoli suggestioni sul piano onirico e simbolico dettate da splendidi «elementi scenografici e costumi materici».

Al netto delle difficoltà di posizionamento del pubblico, non sempre nella giusta prospettiva per scorgere i numerosi e significativi dettagli dell’allestimento, pur pagando in parte l’ambiziosa profondità delle proprie intenzioni drammaturgiche (la rappresentazione di riti di passaggio attraverso simbolismi junghiani) e la complessa gestione dello spazio scenico rispetto ad automatismi ancora da affinare e tecnicismi da sincronizzare (dalle luci ai suoni), Antonia D’Amore e Caterina Stillitano riescono a inscenare uno spettacolo dolce e lieve nel volgersi indifferentemente a grandi e bambini. Restituendo, in tal maniera e con delicata poesia, l’interrogativo su chi stia dietro (o davanti) la porta di quel mobile e sul perché dovrebbe essere aperta (o meno) attraverso quella geniale identificazione visiva e verbale di scenografia (l’armadio) e sceneggiatura, che ne costituisce, infatti, la più bella intuizione.

Chiudono la serata la Segnalazione speciale Premio Scenario 2015, Pisci e’ paranza di Mario De Masi e Giochi di specchi di Stefano Massini. Se sul primo studio riteniamo opportuno sospendere la possibilità di un giudizio articolato in attesa della versione definitiva, lo facciamo per mero scrupolo, essendo già possibile ammirarne la sicura tenuta degli attori nell’alternare con credibile realismo un’amara ironia e una lacerante drammaticità di ascendenza autenticamente partenopea.

Sul secondo, invece, non possiamo che confermare l’ottima impressione avuta durante Primavera Argot (recensione di Gioco di specchi), sottolineando come la sostituzione dell’eccellente Marco Brinzi con l’altrettanto efficace Annibale Pavone abbia lasciato intravedere non tanto delle sbavature (disomegeneità impercettibili ai non addetti ai lavori), quanto la possibilità di radicalizzare e potenziare la dialettica («corpo a corpo») che sta alla base del contrasto tra «prospettive al mondo» che abbiamo individuato esserne la tematica di fondo.

A Ouverture – Festival delle Arti(n)Contemporane riconosciamo, dunque, l’enorme merito di ampliare e far convergere il pubblico nell’incontro con quello che per altri festival con ben altre risorse economiche è solamente un fantasma, ovvero la drammaturgia contemporanea nella sua declinazione popular, come la creatura di Lorenzo Mastroianni, rappresentata con geniale e solo apparente semplicità dall’immaginifico Blink Circus, «piccolo chapiteaux di 35 metri quadri» in cui viene offerto allo spettatore l’ingresso immersivo e interattivo in «uno spettacolo itinerante in stile anni ’20» dove scoprire una sapiente installazione fotografica «in stile surrealista-circense in miniatura» di altissima fattura.

Quello raggiunto dal festival di Officinateatro, compagnia dalla comprovata e pluriennale capacità di radicarsi e rispondere alle esigenze del territorio, è pertanto un grande risultato, ossia la coraggiosa e consapevole uscita dai desueti schemi festivalieri, i cui benefici, per ovvi motivi, andranno a ricadere a cascata anche, soprattutto e doverosamente, su quelle compagnie capaci, nonostante la giovane età, di armonizzare l’esigenza di rinnovamento con il rigore tecnico. Un merito letteralmente catartico, rispetto al quale le polemiche tutte politiche sul FUS mostrano l’ipocrisia di fondo di chi considera l’arte sulla base di numeri e strani meccanismi, pretendendo di distinguerla meritocraticamente senza averla scoperta sul campo, dunque veramente vista con i propri occhi.

foto di Anna Maria Gambino

Gli spettacoli sono andati in scena all’interno di
Ouverture Festival delle Arti(n)connessioni
26 settenbre 2015
location varie

Ore 18:30
Spazi di Officinateatro
Nell’armadio di Marza e Pane
di e con Caterina Stillitano e Antonia D’Amore
elaborazioni sonore di Francesco Ziello.

Appartamento Tomei, via Tenga 99
Home Made | ristrutturazioni per performer | light designer | musicista e architetto
Percorso itinerante per 10 spettatori alla volta
progetto Officinateatro
a cura di Giancarlo Covino
ingresso libero

Cantina Piazza Trattoria
Tradizione è tradimento?
Viaggio emozionale attraverso la bottega del ricordo
di Monica Cavatoi e Nunzio Gringeri
produzione BottegaLab (ME)
per uno spettatore alla volta

Officinateatro
Blink Circus
Spettacolo itinerante in stile anni ’20 in un piccolo chapiteaux di 35 mq
di Lorenzo Mastroianni
ingresso libero

Ore 21:00
Officinateatro
Pisci e’ paranza
di Mario De Masi
con Andrea Avagliano, Serena Lauro, Fiorenzo Madonna, Rossella Miscino, Luca Sangiovanni
Segnalazione speciale Premio Scenario 2015. Studio #1
ingresso libero

Ore 22:00
Officinateatro
Giochi di specchi
di Stefano Massini
con Ciro Masella e Annibale Pavone
produzione Uthopia, Tra cielo e Terra (PG)

Ore 23:00
Viale degli Antichi Platani
Habitat(i) | spazi artistici per un non-uso domestico
Performancee installazioni site specific
ingresso libero