Se questa è una donna…

Da giovedì 22 a martedì 27 marzo in scena al Teatro Libero di Milano – in prima milanese – lo spettacolo Contrazioni, una produzione del Teatro Libero di Palermo promossa per avvicinare il pubblico alla alla drammaturgia contemporanea europea e per sensibilizzare sul tema del lavoro nell’era del cinismo.

Fino a che punto la famigerata crisi ci spingerebbe a rinunciare a noi stessi pur di tenerci un lavoro? Questo il presupposto da cui parte Contractions/Contrazioni, «un testo asciutto e crudo del giovane e affermato drammaturgo inglese Mike Bartlett (classe 1980) – più volte prodotto dalla Royal Court e dal National Theatre di Londra» – andato in scena al Teatro Libero di Milano. A dare vita alle contrazioni del titolo, il rapporto tra due donne, una di fronte all’altra, in una sorta d’intervista dove una è carnefice, l’altra vittima.

Il carnefice indossa un tubino grigio e la finta premura dei manager di oggi che, in nome del “ci interessiamo alla salute e al benessere dei nostri dipendenti”, commettono le azioni più abiette; a darle volto e voce, una bravissima Viviana Lombardo. La vittima è un’altrettanto capace Silvia Scuderi: una disarmata dipendete che, nonostante – o a causa – le sue ottime performance lavorative, viene costantemente tenuta in scacco dalla manager. Nell’azienda in cui si svolge lo scontro è tassativamente proibito avere relazioni affettive per non compromettere i risultati lavorativi: in nome di questo presupposto, la povera malcapitata si vedrà togliere un fidanzato, la libertà di scelta, l’amore di un figlio e addirittura la lucidità psicologica. Alla fine dello spettacolo viene appunto da chiedersi se questa sia ancora una donna, se tale possa considerarsi un essere privato di qualsiasi dignità, di libero arbitrio e trascinato attraverso un calvario indicibile – minacciata col mantra “se lei perde questo lavoro, non ne troverà mai un altro” – solo per portarsi a casa la pagnotta.

Lo spettacolo, nella sua struttura scarna e tagliente, con il suo frammentare i dialoghi in sezioni sempre più lunghe in un escalation di dramma psicologico (delle vere e proprie contrazioni realizzate anche con inserti video e chiaro-scuri luminosi) è decisamente ansiogeno ma ben costruito, perfettamente gestito dalle due attrici che ben restituiscono tanto la percezione di una granitica e disumana immutabilità (nel personaggio del carnefice), quanto il radicale svuotamento esistenziale di un personaggio totalmente diverso da come si era presentato (la vittima).

Una storia difficile da sopportare, soprattutto per chi può immedesimarsi nella posizione della vittima: una giovane donna che deve scontare la pena di essere nata negli anni della crisi e, in più, sentirne il peso della “menomazione”nel vincolo della gravidanza; eppure risulta, al tempo stesso, una storia necessaria per riflettere sulle condizioni lavorative alienanti della contemporaneità. Di certo non si soffriva meno nell’epoca della rivoluzione industriale, ma siamo sicuri che tutti questi diritti, tutto questo welfare sia effettivamente reale e non, invece, una subdola copertura per farci percepire come normale, quello che normale non è?

Lo spettacolo continua
Teatro Libero
via Savona, 10 – Milano
da giovedì 22 a martedì 27 marzo

Contrazioni
testo di Mike Bartlett
traduzione Monica Capuani
regia Luca Mazzone
con Viviana Lombardo e Silvia Scuderi
spazio scenico e paesaggio sonoro Luca Mazzone
progetto e realizzazione video Pietro Vaglica
luci Fiorenza Dado e Gabriele Circo
produzione Teatro Libero Palermo | Centro di produzione