Quando le arti si incontrano

Alla mostra Corpo a Corpo di Marta Dell’Angelo e Serena Fineschi, a Pisa fino al 24 settembre presso la Galleria Passaggi, il 17 settembre la danzatrice Cristina Kristal Rizzo si è esibita nell’anticipo del finissage.

Premettiamo che l’allestimento si sarebbe dovuto chiamare Caduta Libera, titolo che resta fortemente presente nelle opere delle due artiste, dove la gravità è rappresentata sottoforma d’isolamento degli arti del corpo.
Lo spazio è l’elemento primario di studio per la composizione artistica, così che anche l’allestimento della mostra rientra a far parte di quest’ultima in un grande progetto artistico. Il valore aggiunto a tutto ciò è stato la danza di Cristina Rizzo, ex membro e co-fondatrice di Kinkaleri, la quale ha saputo creare un dialogo con le opere di Dell’Angelo e Fineschi e il pubblico in sala, basandosi proprio sulle possibilità spaziali dello Space Project Passaggi che, per la sua misura ridotta, intrattiene un certo grado d’intimità con le opere.
Exodus – questo è il titolo della performance – è nata da un’intuizione della Rizzo dopo uno sguardo alle creazioni di Corpo a Corpo. La danzatrice è stata attratta dai frammenti dei corpi sospesi impressi nelle tele, e dagli oggetti che s’impongono sul pavimento, prepotentemente, facendo valere il loro diritto di comunicare qualcosa; come l’opera dalla forma trapezoidale posta a terra, al centro della sala, con la firma di Serena Fineschi, attorno alla quale Rizzo ha sviluppato la parte iniziale e finale della performance.
Tutta la coreografia di Cristina si basa sull’autorialità del movimento, come veicolo delle possibilità espressive del corpo; un corpo dalle forme minute e muscolose, che danza senza vedere, guidato solo dal proprio sentire; l’io che si auto-afferma e riverbera nella piccola sala. La poesia danzata dalla Rizzo nasce dalla maschera sugli occhi, elemento propulsivo nel superamento dei limiti corporei causati dall’oscurità imposta, cosicché l’artista ritrova l’armonia con l’esterno, permettendo una comunicazione diretta fra la propria interiorità e l’ambiente. Il processo costringe la danzatrice a percepire la presenza dei corpi solidi (oggetti e persone) e a relazionarsi con essi attraverso la danza.
Exodus è un susseguirsi di movimenti geometrici, sequenze ritmiche, rigide e spigolose, con le braccia e le mani «che sembrano tagliare l’aria», per dirla con le parole di Laura Sciortino, sulla coreografia Bolero Effect – che la Rizzo ha portato al Fabbrica Europa nel 2015.
Tutta l’energia dei movimenti parte dalla spinta pelvica e la contrazione della parte inferiore del corpo, come nella modern dance di Martha Graham, sulla quale Cristina Rizzo si è formata direttamente alla Martha Graham School of Contemporary Dance di New York, e sulla quale ha continuato a lavorare arricchendola con le sue personalissime evoluzioni.
La performance è durata solo trenta minuti ma il tempo è stato sufficiente a creare una forte empatia con il pubblico e un tutt’uno con le opere d’arte: gli spostamenti continui degli spettatori disposti lungo le pareti della sala – necessari per non urtare l’artista durante l’esecuzione – sono diventati parte integrante della stessa coreografia, consentendo la realizzazione di un insolito tableau vivant tra le opere di Fineschi e Dell’Angelo.
Alla fine dell’esibizione Cristina Rizzo ha concesso al pubblico la possibilità di confrontarsi in un dibattito aperto sul senso della performance, in linea con il desiderio di condivisione proposto dalla coreografia. La danzatrice ha spiegato al pubblico che l’esibizione ha soprattutto un valore politico, trattandosi di un gesto di ribellione verso la chiusura mentale, e una condanna all’auto-repressione dell’io. La compenetrazione degli spazi e l’abbattimento dei limiti fisici e mentali sono metafora della lotta contro l’isolamento e l’alienazione individuale.

Lo spettacolo è andato in scena come finissage della mostra d’arte contemporanea Corpo a Corpo:
Galleria Passaggi

via Garofani, 14 – Pisa
sabato 17 settembre, ore 21.30

Exodus
di e con Cristina Kristal Rizzo
un dialogo per il finissage della mostra Corpo a Corpo di Marta dell’Angelo e Serena Fineschi
a cura di Pietro Gaglianò