La vita è una danza anche nel dolore

La storia di Nemea, dalla Magna Grecia a oggi: la condizione della donna costretta a subire in silenzio.

A poca distanza dalla giornata internazionale contro la violenza sulle donne, il 25 novembre la rassegna EXIT – Emergenze per identità teatrali, organizzata dalla Fed.It.Art. al Teatro dell’Orologio di Roma, mette in scena uno spettacolo intenso sull’argomento. Così Vicino… Tra Terra e Cielo è un monologo interpretato dalla giovane e luminosa attrice Francesca Tranfo e allestito dalla compagnia Abraxa Teatro per la regia di Emilio Genazzini. La Tranfo è Nemea, una donna di Locri Epizephiri, città sul mar Jonio, nella Magna Grecia del V secolo a.C. Una giovane donna bella, allegra che accarezza i suoi sogni d’amore con entusiasmo, curiosità. Nemea è spensierata, le piace danzare, passeggiare nei boschi insieme alle sue amiche, osservare il panorama della cima dagli alberi, le piace il fruscio del mare, la sensazione di pace e tranquillità che la natura sempre le ispira. Finché arriva il giorno di danzare alle proprie nozze, con un commerciante forestiero, un matrimonio inconsapevole, voluto con l’ingenuità di chi sogna a occhi aperti. Perché dalla prima notte di nozze il ballo di Nemea si fa più cupo e disperato. Il marito non è l’uomo che si aspettava, la incatena a sé con violenza, la priva di ogni libertà, ma soprattutto, le brucia ogni aspettativa. Nemea si ritrova sola con un figlio, e disperata. Eppure dal mare, giunge l’amore, quello vero, al quale non potrà non cedere, senza reticenze o paure, lei che ormai è una donna sposata, contro ogni regola religiosa, lei che deve venerare Proserpina e che, invece, partecipa a un rito celebrato in onore di Afrodite. Lo chiama Amore, senza rivelare il nome di quest’uomo incontrato presso il mare, amato vicino al mare e di lì partito, lasciando Nemea sulla riva, obbligata verso la famiglia, la sua vita, la propria responsabilità. Affronta la legge degli uomini, senza piegare la schiena, danzando anche in prigione, perché nessuno può toglierle il diritto di essere se stessa fino all’ultimo giorno. Lo spettacolo è tratto da un libro di Anna Maria Artini, NEMEA – Tra Terra e Cielo, un libro scritto seguendo una sconvolgente ispirazione. Il personaggio di Kalà Nemea, vissuta nel 495 a.C., si è rivelato alla coscienza dell’autrice comunicando la sua storia da un altro piano astrale. La Artini, tornata da un viaggio in Grecia, ha cominciato a scrivere messaggi in greco che ha deciso di ascoltare e approfondire con la lettura di testi relativi alla storia del periodo. Un incontro sorprendente. Francesca Tranfo interpreta questo personaggio con estrema attenzione. La dizione perfetta non risulta mai distaccata, come anche i movimenti del corpo, che all’inizio paiono casuali, ma che sono pose aggraziate in stile classico particolarmente appropriate. Interessante anche l’allestimento scenico e l’utilizzo che ne fa l’attrice, in particolare di una pedana mobile che nel corso dell’opera diviene ara votiva, alcova, nuvola, banco degli imputati, e così via. Unica pecca è la decisione arbitraria di elevare Nemea ad allegoria delle donne violate, che indulge eccessivamente alla retorica. Lo si immagina, piuttosto, come primo e primordiale monologo, il più antico, all’interno di una trilogia o serie di monologhi sullo stesso argomento in epoche diverse. Uno spettacolo interessante e ben realizzato, in continua connessione “tra terra e cielo”, umano e divino, carnale ed extra corporeo.

Lo spettacolo è andato in scena:
Teatro dell’Orologio – Sala Grande
via dei Filippini, 17/a – Roma
sabato 1 e domenica 2 dicembre, ore 21.00
(durata 50 minuti circa senza intervallo)

Abraxa Teatro presenta
Così vicino… tra Terra e Cielo
di Emilio Genazzini
con Francesca Tranfo
dal libro di Anna Maria Artini NEMEA – Tra Terra e Cielo
scenografia Massimo Grippa
costumi Matilde Guiducci
foto Guido Laudani
assistenza tecnica Lanfranco Pantaleoni

Exit – Emergenze per identità teatrali continua:
fino a domenica 9 dicembre 2012
http://www.exiteatro.com/